Morante, Elsa

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Scrittrice italiana (Roma 1912 - ivi 1985). Assai presto si rese indipendente con collaborazioni a giornali e riviste, allontanandosi da una complicata situazione familiare. Visse a lungo con A. Moravia, che aveva conosciuto nel 1936 e sposato nel 1941 (se ne separò definitivamente nel 1962). Un naturale talento di affabulazione, che si rivelò fin dalle giovanili collaborazioni al Corriere dei piccoli e dal racconto per ragazzi Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina (1942; nuova ed. col tit. Le straordinarie avventure di Caterina, 1959), fu il tratto più peculiare della sua personalità, forse non solo letteraria. Esplicitamente dichiarata nei primi racconti (Il gioco segreto, 1941), questa centralità della fantasticheria, che da strumento diviene ragion d'essere, valore da difendere e discrimine decisivo tra la sua narrativa e il mondo, ispirò alla M. le opere maggiori, Menzogna e sortilegio (1948) e L'isola di Arturo (1957), due romanzi di largo respiro, in cui il modello realistico di stampo ancora ottocentesco viene restituito a un'inesauribile produttività di invenzioni. All'età della fantasia, alla gelosa intimità e all'assoluta dedizione sentimentale dell'adolescenza sono dedicati i racconti (quasi tutti antecedenti e in parte già presenti in Il gioco segreto) raccolti nel volume Lo scialle andaluso (1963), mentre nella raccolta di versi Il mondo salvato dai ragazzini e altri poemi (1968), più che nelle precedenti poesie di Alibi (1958), l'originario slancio lirico si corregge e si complica in un'istanza anarchico-utopica involontariamente estetizzante. La rivolta anarchica e populistica contro le trame della Storia di cui gli umili sono inconsapevoli vittime ispira l'ambizioso progetto del romanzo La Storia (1974), con cui la M. spinge la ormai obsoleta poetica del neorealismo ai suoi forse prevedibili effetti melodrammatici, suscitando, oltre a vivaci polemiche, un enorme interesse di pubblico. Ma il più coerente svolgimento della sua ricerca è piuttosto rappresentato dal successivo romanzo Aracoeli (1982), testimonianza ultima di un autentico strazio personale, in cui la M. torna al tema prediletto delle relazioni familiari, descrivendo in giustapposizione di tempi diversi un intricato e torbido rapporto madre-figlio. Articoli, saggi e interventi critici, pubblicati negli anni tra il 1950 e il 1970, sono stati riuniti nel volume postumo Pro o contro la bomba atomica e altri scritti (1987); sono poi apparsi due voll. di Opere (1988-90) e le pagine inedite raccolte sotto il titolo Diario 1938 (1989).

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