ELMALI

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

ELMALI

M. J. Mellink

Località della Turchia sud-occidentale (Licia settentrionale). Nel corso degli scavi condotti dal Bryn Mawr College nella regione di E. sono stati riportati alla luce, a Kızılbel e a Karaburun, due tumuli con tombe a camera e decorazione dipinta databili rispettivamente al VI e al V sec. a.C.

A Kızılbel (v. S 1970, p. 399) la muratura della camera funeraria è in pietra calcarea. L'esterno è costituito da un cumulo di pietre e da strati di terra fino a un'altezza originaria di 6-8 m; l'interno è composto da una camera rettangolare, larga 2,40 m (E-O) e lunga 2 m (N-S), con una copertura a spioventi che raggiunge un'altezza massima di 2,30 m. La tecnica muraria è caratterizzata dall'impiego di blocchi quadrangolari e poligonali accostati con precisione lungo il loro lato interno. Il pavimento era rivestito in modo analogo, mentre il soffitto, a spioventi, constava di quattro lastre sigillate con il piombo lungo la linea di colmo. Una semplice klìne di pietra, costituita da una lastra profilata posta su un solido blocco rettangolare, era addossata alla parete occidentale. Nell'angolo NE era posto un basso tavolo di pietra, mentre la porta, nell'angolo SE, era chiusa da un'unica lastra che veniva calata attraverso una fessura nell'architrave esterno. La tomba ha subito saccheggi sia in epoca antica sia di recente (1968) e l'interno, in conseguenza di ciò, è notevolmente danneggiato. I frammenti di uno scheletro ivi rinvenuto appartengono a un uomo di c.a 50 anni.

La tomba era interamente decorata da pitture. Numerosi fregi ne ornavano le quattro pareti, mentre altri motivi erano dipinti sul pavimento e sul soffitto. La pittura era applicata direttamente sulla superficie della pietra, lisciata in modo più o meno completo dallo scalpello. Le figure erano delineate in rosso per poi essere campite con colori di tonalità piatte e infine contornate di nero. I colori impiegati sono il rosso, in varie sfumature (rosso cupo, rosso ocra, rosso chiaro, rosa), l'azzurro, il malva, il nero e raramente il verde. I fregi variano in altezza dai 20 ai 60 cm; essi seguono i corsi della muratura nella parte inferiore, ma sono indipendenti dalle sue divisioni irregolari nella parte superiore. Anche se compaiono soggetti mitologici, la maggior parte dei fregi riflette lo stile di vita del proprietario del sepolcro. Il fregio principale si dispiega sulla parete O, al di sopra della klìne, e raffigura un guerriero armato alla guida di un carro, còlto nell'atto di salutare la moglie e altri membri della famiglia. Da un punto di vista iconografico risultano notevoli le affinità con le scene di Anfiarao sulla cista di Kypselos e nella pittura vascolare corinzia, anche se il fregio di Kızılbel intende rappresentare probabilmente il tipico motivo dell'ultimo viaggio del guerriero sepolto nella tomba. Una figura femminile alata, recante un loto, fluttua in atteggiamento protettivo al di sopra del carro. Sulla destra è una scena di banchetto, soggetto tradizionale nell'iconografia funeraria dell'Anatolia occidentale. Il fregio superiore della parete O raffigura i preparativi per la partenza.

Ai piedi della klìne, sulla parete S, si incontrano motivi tratti dalla mitologia greca: due Gorgoni in corsa, Medusa che si accascia, decapitata, con i figli Pegaso senza ali e Crisaore emergenti dal suo collo. La figura di Perseo è andata perduta. Un altro soggetto mitologico è presente nella scena raffigurante Achille che tende l'agguato a Troilo presso la fontana; essa appare nel quarto fregio della parete S, conservatasi in maniera frammentaria ma tuttavia di lettura inequivocabile. Sulla parete Ν sono rappresentate scene probabilmente ispirate alla mitologia locale: udienze alla presenza di una regina (?) e di un re (?), con il seguito, guardie e portatori di doni. Nel fregio inferiore è raffigurata un'imbarcazione in navigazione con un passeggero. Nei fregi sono spesso effigiati soldati, cavalli, cavalieri e carri, come pure attività sportive quali la lotta e la caccia. Così è rappresentata una caccia al cinghiale in una palude, nella quale giovani cacciatori attaccano la preda da una piccola barca; un'altra scena mostra alcuni cervi inseguiti, mentre altrove un leone, nell'atto di aggredire un toro, viene ucciso da arcieri con tunica, pantaloni e copricapo «scitico».

Da un punto di vista stilistico, si notano forti caratteristiche greco-orientali, riscontrabili sia nell'aspetto fisico degli uomini e delle donne, sia nei costumi e nelle armi. Alcuni tratti inusuali tradiscono una componente regionale (Licia?) o anatolica, come p.es. le figure di lottatori con corte brache, le scene di caccia, le cerimonie rappresentate nei fregi della parete N, con donne formose e uomini dal corpo nudo dipinto di azzurro. Le affinità con la pittura etrusca (p.es. le tombe della Caccia e Pesca, degli Auguri, dei Tori) sono da considerare come il risultato di una comune matrice anatolica. Il centro originario di quest'arte (Focea, Kyme, Efeso, Mileto?) non ha restituito testimonianze di pittura parietale, ma sarà possibile ricostruirne in parte i caratteri con l'aiuto delle indicazioni fornite da Kızılbel. Su basi stilistiche, la tomba di Kızılbel può essere datata al 525 a.C. circa.

Anche la seconda tomba a camera, situata sull'altura di Karaburun, a NE di E., è stata saccheggiata in epoca antica. Essa è ricoperta da un tumulo con muri di centina di tipo frigio. La camera funeraria è più evoluta da un punto di vista strutturale; è costruita con grandi blocchi di calcare, due per ogni muro, a eccezione del muro dell'entrata, caratterizzato da un ingresso temporaneo poi chiuso da un blocco. La copertura a spioventi constava di due grandi lastre. Come a Kızılbel, la muratura all'interno ê rifinita, mentre all'esterno fu lasciata grezza e ricoperta di pietre e terra. La tomba rivela una caratteristica frigia nella presenza di un timpano intermedio che sostiene il soffitto, come nella Tomba di Mida a Gordion. La camera è larga 2,61 m e lunga 3; l'altezza massima del soffitto è di 2,66 m. Alla parete di fondo è poggiata una klìne litica per la deposizione del defunto; una tavola di pietra era posta nell'angolo anteriore sinistro.

La decorazione pittorica è limitata a un fregio sulla parete principale, al di sopra della klìne, e ad altri due fregi sulle pareti laterali; a sinistra della pseudo-entrata è rappresentata una figura maschile. Il pavimento è colorato di azzurro. La tecnica differisce da quella di Kızılbel: la pietra è lisciata con uno scalpello dentellato e poi rivestita da due strati di intonaco, di cui il secondo bianco, su cui sono applicati i colori. In alcuni punti la pittura ha penetrato l'intonaco, ma in genere i colori (rosso, azzurro, verde, porpora, nero, bianco) sono applicati a secco. Non vi sono tracce di contorni preparatori; le figure erano realizzate direttamente con il colore e poi profilate di nero, oppure, se non colorate, erano delineate in nero o in rosso. La decorazione della klìne rappresenta un'eccezione, in quanto presenta raffigurazioni di animali eseguite direttamente sulla pietra, su sfondo azzurro.

Sulla parete di fondo al di sopra della klìne, su cui erano le spoglie, compare l'immagine del defunto, dipinto a 3/4 della grandezza naturale disteso su una klìne metallica con materasso e cuscini. Egli tende il braccio destro a servitori in costume persiano che portano vasellame potorio in metallo prezioso (un'anfora, una phiàle, un mestolo), e tengono un asciugamano e un ventaglio. Il defunto indossa un chitone bianco con bordi a rosette e sopra un mantello verde bordato di rosso; l'acconciatura è quella tipica dei monarchi orientali, con barba di taglio squadrato, finemente tratteggiata dal pennello. Un diadema a scacchiera con perline gli corona il capo; altri ornamenti sono gli orecchini e i bracciali, questi ultimi con terminazioni a protomi di leoni ruggenti. Il personaggio reca una phiàle nella mano sinistra; il cibo viene servito su un tavolo a tre piedi posto dinanzi alla klìne. Dietro la figura principale è visibile una donna con abbigliamento greco che regge un alàbastron e un nastro. Sulla parete destra, altri due servitori in costume persiano, recanti un ventaglio e un alàbastron con nastro, assistono l'uomo steso sulla klìne.

La scena si sposta quindi su un campo di battaglia, rappresentata a c.a 1/4 della grandezza naturale. Al centro è raffigurato il defunto a cavallo, con tunica e pantaloni color porpora, nell'atto di uccidere con la lancia il suo avversario: un greco, come indicano l'armatura e l'elmo che indossa. Davanti e dietro i due personaggi principali compaiono soldati indigeni, vestiti di corte tuniche con cintura, mollettiere e scarpe, vittoriosi su opliti e arcieri ausiliari greci. È questa una scena vivace e animata, dominata dalla figura del cavaliere vittorioso.

Sulla parete opposta, la rappresentazione è caratterizzata invece da quiete e solennità. Il defunto, anche qui vestito di porpora, è seduto su un trono in un carro a due ruote. Egli è accompagnato da servitori in abbigliamento persiano, con vesti a maniche lunghe, pantaloni stretti, scarpe e copricapo con lunghi paraorecchie (bašlïk). Questi scortano un cavallo nero da battaglia, un cavallo da sella, un carro per il trasporto dei bagagli, e portano uno sgabello a scalini. Tale scena può essere interpretata o come il tipico viaggio compiuto dal governatore locale per ispezionare i suoi domini, oppure come l'ultimo viaggio del defunto, simile alla scena di partenza rappresentata a Kızılbel.

Lo stile si qualifica come greco-persiano, poiché associa il disegno greco alle convenzioni iconografiche persiane. Questa corrente artistica si sviluppò nell'Anatolia occidentale all'epoca del dominio persiano ed è meglio nota da stele scolpite (Daskylion); frammenti di pitture murali sono stati rinvenuti in tombe saccheggiate nell'area di Soma e di Giire. La sepoltura di Karaburun, che riflette in qualche misura l'arte monumentale dei palazzi e delle tombe dell'epoca, può essere approssimativamente datata al 475 a.C. e in essa vanno probabilmente riconosciuti riferimenti alle battaglie di Cimone in Licia e in Panfilia.

Bibl.: Relazioni preliminari di scavo: M. J. Mellink, in AJA, LXXV, 1971, pp. 246-255; LXXVI, 1972, pp. 263-269; LXXVII, 1973, pp. 297-303; LXXVIII, 1974, pp. 355-359; LXIX, 1975, pp. 349-355. - V. inoltre: ead., Notes on Anatolian Wall Painting, in Mélanges Mansel, Ankara 1974, pp. 537-547; ead., Fouilles d'Elmali, en Lycie du Nord, in CRAI, 1979, pp. 476-496.

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