VITTORINI, Elio

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

VITTORINI, Elio

Arnaldo Bocelli

Scrittore, nato a Siracusa il 25 luglio 1908. Da ragazzo fece l'operaio. Si rivelò intorno al 1927, nell'ambiente fiorentino di Solaria. Trasferitosi a Milano, diresse, dopo la liberazione, Il Politecnico, di tendenza comunista.

Nei suoi primi racconti (Piccola borghesia, Firenze 1931; Il garofano rosso, in Solaria, 1933-35; n. ed., Milano 1948; Nei Morlacchi; viaggio in Sardegna, Firenze 1936), un mondo umbratile e sinuoso, tutto sottigliezze e preziosità di sensazioni e pur ansioso di universali, rimane ancora incerto, come espressione, fra i toni di una memoria proustiana e quelli di un realismo spesso crudo e documentario. Con Conversazione in Sicilia (Milano 1941, pubbl. dapprima col titolo di Nome e lagrime, Firenze 1941), il V. comincia a trarre da quel mondo, e soprattutto dai ricordi di un'infanzia ossessa dai vincoli familiari, dalle leggi della consanguineità, mitiche figurazioni della vita dell'uomo o addirittura del mondo "offeso s dal male e anelante alla libertà degli istinti. E, insieme, comincia ad attuare una forma di racconto fra il reale e il simbolico, fra la memoria e la fantasia, fra l'intonazione umoresca e il clima tragico, dove ben si avverte l'influsso di quei narratori americani, da Faulkner a Saroyan, di cui il V. è stato assiduo traduttore; e dove, appunto, nei modi di una "conversazione" cantilenante e iterativa, di un "viaggio" che è propriamente una discesa dei personaggi verso le radici del proprio essere e del proprio sentire, si accordano spesso le esigenze del racconto "puro", di una liricità quasi "ermetica", con quelle del "parlato" proprie della rappresentazione oggettiva. E dopo la deviazione di Uomini e no (Milano 1945), romanzo ispirato alla Resistenza italiana, nel quale l'urgenza del contenuto lo porta ad estreme crudezze verbali, il V. ritrova questo accordo nel racconto Il Sempione strizza l'occhio al Fréjus (Milano 1947), e nel romanzo Le donne di Messina (ivi 1949): che, nello sviluppo quasi musicale di quei temi, hanno pagine anche superiori, artisticamente, alla Conversazione, ma non quell'estro, quel lirico "furore".

Bibl.: A. Bocelli, in N. Antologia, 1° nov. 1932, e in Risorgimento liberale, 15 maggio 1947; G. Ferrara, in Letteratura, 1937, n. 4; G. Pintor, in Prospettive, aprile-maggio 1941; M. Alicata, in Oggi, 9 agosto 1941; C. Bo, Nuovi studi, Firenze 1946; P. Pancrazi, Scrittori d'oggi, IV, Bari 1946.

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