El KURRU

Enciclopedia dell' Arte Antica (1995)

el-ΚURRU

F. Tiradritti

Sito archeologico nel Sudan; è stato ipotizzato che el-K. sia da identificare con kry, toponimo citato nei testi geroglifici del Nuovo Regno come limite meridionale del dominio egiziano in territorio kushita. el-K. si trova sulla riva destra del Nilo, c.a 15 chilometri a O dell'antica città di Napata (v.), capitale del regno di Kush ritornato indipendente. Forse proprio per questa sua vicinanza, el-K. fu scelta come necropoli dai sovrani kushiti e mantenne tale ruolo fino alla seconda metà del IV sec. a.C., agli inizî dell'epoca meroitica. Controversa è la datazione delle sepolture più antiche. La teoria attualmente più accreditata è basata sulla presenza di oggetti egiziani ascrivibili alla fine del Nuovo Regno (XII-XI sec. a.C.) all'interno delle camere sepolcrali.

Le prime tombe (nn. 1, 4, 5 e 2) avevano una sovrastruttura in pietra a base circolare con pareti quasi verticali. La camera sepolcrale era scavata nella roccia e aveva una nicchia laterale dove veniva deposto il corpo del defunto insieme al corredo funerario. La presenza di un buon numero di vasi di produzione egiziana attesta l'esistenza di rapporti commerciali con il Nord. Un primo cambiamento nella tipologia delle sepolture interviene con la tomba 6. Il metodo costruttivo è più accurato e la sovrastruttura si trova racchiusa all'interno di un muro a forma di ferro di cavallo aperto a E; fa la sua comparsa una cappella in mattoni crudi, sempre orientata verso Est. La presenza di questo elemento architettonico e di un tipo di ceramica locale dipinta con motivi egiziani, sembrerebbe dimostrare una graduale assimilazione della cultura faraonica da parte delle popolazioni autoctone.

L'evoluzione del tipo di sepoltura segue questo processo di «egittizzazione». La sovrastruttura assume la forma di un parallelepipedo a base quadrata sormontato da una piramide fortemente rastremata. Vengono mantenuti la cappella per il culto del defunto e il muro delimitante l'intero complesso funerario. Evidente è l'influenza esercitata dalla forma del monumento funerario tipico di alcune necropoli dell'Egitto meridionale, adottato anche dai coloni egiziani stanziatisi in Nubia. Anche la parte sotterranea della tomba subisce un radicale mutamento: una scalinata scavata nella roccia, orientata lungo un asse E-O conduce dall'esterno del muro di cinta a una camera di maggiori dimensioni e con soffitto a volta. Qui, su un banco in muratura, veniva posto un letto con le spoglie del defunto, un'usanza che rimanda ai riti funerari delle genti kushite.

Con la XXV dinastia (dal 725 a.C.) e la conseguente sottomissione di tutto l'Egitto le tombe di el-K. subiscono un'ulteriore trasformazione. A partire dal regno del sovrano Piye la sovrastruttura si trasforma in una vera e propria piramide a forte pendenza che, da quel momento in poi, diverrà il monumento funerario caratteristico di tutte le necropoli reali fino alla fine dell'epoca meroitica. Un'anticamera con il soffitto a volta fa la sua apparizione tra scalinata sotterranea e camera sepolcrale.

I corredi funerari di re e regine della XXV dinastia comprendevano vasi canopi e un numero elevato di ushabti; la salma era mummificata e posta all'interno di un sarcofago in pietra. Nella tomba del re Tanutamani (n. 16) le pareti della camera funeraria e dell'anticamera erano state dipinte con testi e figure che rimandano al patrimonio religioso egiziano. Lo stile è caratterizzato dalla purezza di forme e dall'arcaismo che trovano precisi riscontri nelle tendenze artistiche egiziane dell'epoca.

A Ν della necropoli reale si trovavano le sepolture di due cani e ventiquattro cavalli, databili grazie a documenti iscritti ai regni di Piye, Shabaka, Shebikto e Tanutamani. I cavalli erano stati sepolti in piedi in gruppi di quattro con una bardatura ricca e completa. L'assenza del cranio indica che dovevano essere stati decapitati nel corso della cerimonia funebre. Una simile pratica è totalmente sconosciuta in Egitto, mentre, per quanto riguarda almeno l'inumazione dei cani, si hanno precisi confronti nelle culture nubiane di epoca precedente e posteriore.

Bibl.: G. A. Reisner, Discovery of the Tombs of the Egyptian XXVth Dynasty at El-Kurruw in Dongola Province, in Sudan Notes and Records, II, 1919, pp. 237-254; id., Notes of the Harvard-Boston Excavations at El-Kurruw and Barkal in 1918-1919, in JE A, VI, 1920, pp. 61-64; D. Dunham., The Royal Cemeteries of Kush. I. el-Kurru, Boston 1950; K. Zibelius, in LA, III, 1980, cc. 884, 887-888, s.v.; A. A. Gasm el-Seed, L'importance archéologique et historique du cimetière d'el-Kurru (diss.), Parigi 1982; T. Kendall, Kush: Lost Kingdom of the Nile. A Loan Exhibition from the Museum of Fine Arts, Boston (cat.), Brockton (Mass.) 1982, pp. 21-24, 26-33; A- A. Gasm el-Seed, La tombe de Tanutamon à el-Kurru (Ku. 16), in REgypt, XXXVI, 1985, pp. 67-72; L. A. Heidorn, Preliminary Analysis of Selected Vessels from the Earliest Tombs at el-Kurru (generation A-F), in Atti del Settimo Congresso Internazionale di Studi Meroitici, Berlino 1992, in corso di stampa; T. Kendall, The Origin of the Napatan State. Part I: the Evidence for the Royal Ancestors at el-Kurru, ibid.; L. Török, The Origin of the Napatan State: the Long Chronology of the el-Kurru Cemetery (A Contribution to T. Kendall's Main Paper), ibid. ΤτβατικττττΊ