Effetto farmacologico

Dizionario di Medicina (2010)

effetto farmacologico


Azione esplicata da un farmaco in relazione alla sua introduzione nell’organismo. L’e. f. si riferisce non solamente all’indicazione per la quale il farmaco è stato somministrato, ma anche ad altri, legati alle sue caratteristiche fisico-chimiche, alla via di somministrazione, al suo metabolismo, e alla sua eliminazione. Per es., l’e. f. alcalinizzante dell’alluminio è legato alle sue caratteristiche chimiche, indipendentemente dall’indicazione tarapeutica; l’effetto inotropo positivo della digitale è quello farmacologico desiderato, l’e. f. chemioterapico di alcuni antibiotici sulle vie urinarie dipende dal loro metabolismo ed screzione renale. Gli e. farmacologici dipendono da molte variabili, fra le quali particolare importanza assume la concomitante assunzione di altre sostanze farmacologicamente attive.

E. f. collaterale

Azione di un farmaco legata alla molecola stessa, positiva o negativa ai fini terapeutici, che non è quella per cui il farmaco è stato somministrato. Per es. l’e. f. dell’aumento della diuresi da parte dei calcio-antagonisti, dovuto a un aumento del flusso arterioso renale per la loro vasodilatazione è un e. f. collaterale, che non è nocivo nell’ipertensione, mentre gli edemi sono un e. f. indesiderato.

E. f. indesiderato

Azione del farmaco, legato alla sua somministrazione, al suo metabolismo ed escrezione, non voluto e anzi dannoso, che comunque si conosce nel profilo farmacologico della sostanza, e del quale si accetta la possibile manifestazione, considerando nella scelta terapeutica il rapporto beneficio/rischio.