Guerra, economia di

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

guerra, economia di

Vera Zamagni

Adeguamento del sistema economico alle necessità della guerra. Il problema economico della g. è duplice: da un lato rendere disponibili risorse per gli armamenti, il mantenimento e la mobilitazione degli eserciti e, dall’altro, organizzare la produzione a sostegno della guerra. Quanto più una g. dura nel tempo, tanto maggiori saranno le risorse necessarie.

Le fonti di finanziamento sono sempre state 4: le tasse dei cittadini, il debito pubblico (sia interno sia estero), le donazioni e l’inflazione. Il limite all’imposizione fiscale è dato dal livello di reddito dei cittadini: più povero è il Paese, meno può ricorrere a questa fonte. Anche il debito pubblico interno ha un limite analogo, mentre quello esterno dipende dalla credibilità che lo Stato richiedente prestiti ha e anche dall’interesse di soggetti privati o pubblici a finanziare la g. in questione. In casi molto particolari, può verificarsi che qualche soggetto interno o esterno al Paese in g. si identifichi talmente con gli obiettivi bellici da donare propri capitali al fine di vincerla (per es., le crociate e il Lend-Lease americano durante la Seconda guerra mondiale). Infine, l’inflazione conferisce agli Stati un potere d’acquisto immediato, che però causa notevoli problemi sul mercato monetario. In generale, una g. finisce sempre, oltre che con imponenti perdite umane e distruzioni materiali, con un elevato debito pubblico e con un’inflazione che si fatica a riportare sotto controllo.

L’altro aspetto rilevante dell’economia di g. è dato dall’organizzazione produttiva: poiché si deve creare spazio a produzioni belliche, si restringono quelle civili, spesso introducendo forme di razionamento (➔) dei generi di prima necessità. L’offerta di armamenti obbedisce a forme di pianificazione sia dei flussi di materie prime sia dei modelli prodotti (carri armati, navi, aerei, cannoni, mitragliatrici ecc.), che allontanano il funzionamento dell’economia dal libero mercato e tendono a ingrandire a dismisura l’industria pesante. Maggiore è la capacità produttiva di acciaio e mezzi di trasporto nel periodo precedente alla g., più rapida è la conversione di tale economia in una economia di guerra. È anche possibile allargare la capacità produttiva durante la g., ma con gravi problemi di utilizzazione postbellica di tali dotazioni aggiunte di capitale. In generale, una g. termina con un’aumentata incidenza dei settori pesanti nell’economia. ● Un ultimo aspetto di interesse riguarda il progresso tecnico che caratterizza un’economia di guerra: le g., specie se protratte nel tempo a causa di una certa equivalenza economica e strategica delle parti in campo, incentivano l’affinamento delle tecnologie esistenti, per prevalere sull’avversario. Emerge tuttavia come dato storico che non sono le g. a generare nuove scoperte/invenzioni, soprattutto quelle che cambiano i destini dell’umanità: la caldaia a vapore, il motore a scoppio, l’aereo, l’elettricità, il telegrafo, il telefono, la radio, il nucleare, l’elettronica, persino gli esplosivi sono invenzioni civili, che solo successivamente sono applicate alla guerra.

economiaguerra
TAG

Imposizione fiscale

Economia di guerra

Industria pesante

Motore a scoppio

Debito pubblico