Echinococco

Enciclopedia on line

fig. 1

Tenia armata (Echinococcus granulosus; fig. 1). Allo stadio adulto vive gregaria nell’intestino tenue del cane e di Canidi selvatici, mentre allo stadio di cisti si rinviene in molti Mammiferi, compreso l’uomo. La sua estrema piccolezza (3-6 mm) contrasta con l’enorme sviluppo raggiunto talora dalla forma larvale cistica ( cisticerco). L’adulto ha uno scolice piccolo, globoso, provvisto di rostello con 28-50 uncini in serie alternate. Lo strobilo ha 3 (eccezionalmente 4) proglottidi, nell’ultima delle quali è presente solo l’utero, un sacco con diverticoli laterali che occupa la parte centrale della proglottide, contenente 400-800 uova. La larva esacanta misura ~ 22 μm.

Il cisticerco, o cisti idatidea, è frequente in vari organi di animali domestici (bovini, ovini, suini, equini; più di rado anche in polli, oche, tacchini, roditori selvaggi). Le dimensioni della cisti sono molto variabili. Una membrana lamellare la delimita all’esterno; lo strato proligero sottostante, per gemmazione endogena o esogena, origina vescicole figlie (cistule), o scolici (singoli o a gruppi). Nella parete interna delle vescicole figlie si ripete l’endogenia, per cui la cisti, sviluppatasi dalla larva esacanta, è detta policefala, perché dà luogo a molti scolici. La cisti di e. è ripiena di liquido idatideo (acqua, sali minerali, sostanze proteiche ecc.), e rivestita, per reazione dei tessuti dell’ospite, da una capsula connettivale; talora manca di scolici ed è sterile (acefalocisti).

fig. 2

L’ echinococcosi è la malattia provocata dall’e. nella sua fase cistica larvale (fig. 2). Gli embrioni, resisi liberi nell’intestino umano dalle uova pervenute con l’acqua o con gli alimenti, possono penetrare, attraverso la mucosa intestinale, nei vasi sanguiferi (radici della vena porta) o nei vasi linfatici, ed essere trasportati nel fegato o nel circolo venoso generale e quindi per lo più nei capillari polmonari. Alla fissazione della larva esacanta segue la sua trasformazione in cisticerco: la cisti, spesso unica, ma talora multipla, durante il suo sviluppo comprime e atrofizza il tessuto nel quale ha sede. I sintomi si manifestano quando la cisti ha raggiunto un certo volume o quando, per la sua speciale sede, provoca disturbi funzionali più o meno gravi e vari secondo la sede. Un’echinococcosi del fegato può provocare dolenzia e pesantezza all’ipocondrio destro con irradiazione alla spalla destra e frequenti disturbi gastro-enterici. Le localizzazioni cerebrali (più frequenti negli emisferi, ma possibili ovunque) provocano sintomi focali e generali, analoghi a quelli delle neoplasie cerebrali. Nelle localizzazioni polmonari si hanno sintomi respirarori vari e fra l’altro spesso emottisi. Il decorso della malattia è molto lento, anche di anni. Gli esiti sono o l’involuzione spontanea della cisti o la sua rottura. Le rotture sono accompagnate da emissione con la tosse, con il vomito o con le urine del contenuto cistico, di vescicole e di frammenti della parete cistica: possono esservi fenomeni di shock o collasso anche mortali. La cura è chirurgica. Importante è la profilassi che consiste nell’evitare il contatto con cani delle zone endemiche e nell’incenerire le carni degli animali infetti per impedire l’infestazione dei cani stessi.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE
TAG

Vasi sanguiferi

Vasi linfatici

Echinococcosi

Ipocondrio

Gemmazione