DUISBURG-HAMBORN

Enciclopedia Italiana (1932)

DUISBURG-HAMBORN

Elio MIGLIORINI
Fritz BAUMGART

DUISBURG-HAMBORN (pronuncia düsburg; A. T., 53-54) - Importante città della Renania settentrionale, nella larga pianura del medio Reno, presso le ultime alture nord-occidentali dei Monti Scistosi Renani; l'agglomerato è molto esteso in superficie e comprende oltre a Duisburg i centri di Ruhrort e di Meiderich, aggregati nel 1905. Dal 10 luglio 1929 esso comprende anche la città di Hamborn. Vi sono pure numerosi bacini e stabilimenti industriali d'ogni genere; miniere esistono nelle vicinanze. L'insieme forma un notevole distretto commerciale e industriale che possiede il più importante porto fluviale d'Europa e ha una densità di popolazione tra le più alte del mondo.

Duisburg, 33 m. s. m., è posta a S. della confluenza della Ruhr nel Reno, presso la riva destra di questo fiume, nella parte occidentale del distretto della Ruhr. Sede di un possesso e di una residenza imperiale (Deusoburg), aveva già l'aspetto di città nella seconda metà del sec. XII e i suoi abitanti godevano i diritti cittadini.

L'asse maggiore della vecchia città era costituito da SO. a NE., dalla Beeck e dalla Oberstrasse, l'asse minore dalla Kuh e Schwanenstrasse; nel punto d'incrocio è la piazza principale (Burgplatz); intorno le vie hanno pianta regolare a graticola. Con questa parte più antica si sono uniti a SO. il quartiere di Hochfeld, a NE. quello di Düssern, a E. quello di Neudorf.

L'insieme è congiunto all'altra sponda del Reno con un ponte di 930 m. Sulla destra della Ruhr si trovano i centri di Ruhrort (che gode di diritto cittadino già dal (587), Laar, Meiderich e ancora più a nord, sulla destra dell'Emscher Stockum e Beeck. Un ponte sul Reno di 626 m., ultimato nel 1907 congiunge questa parte con Homberg, sulla sinistra del fiume. Duisburg è separata da Ruhrort e da Meiderich da un ampio tratto di terra quasi disabitata (Neuenkamp e Kasslerfeld), riservato all'eventuale ingrandimento del porto.

Nel 1860 Duisburg aveva appena 15 mila abitanti e Ruhrort 7 mila, saliti a 41 mila nel 1880, 59 mila nel 1890 e poi, soprattutto in seguito alle aggregazioni, a 229 mila nel 1910; nel giugno 1925 erano 272.174, in modo che Duisburg-Ruhrort (nome assunto a partire dal 1907) era la diciannovesima città della Germania. L'aggregazione di Hamborn (centro ricordato già nel 1136 accanto a un'antica abbazia rinnovata nel 1912, la quale conserva i resti di un chiostro romanico; aveva appena 1396 ab. nel 1871 saliti a 33 mila nel 1900 e ancora più aumentati dopo l'aggregazione di alcuni comuni nel 1911; il rapidissimo sviluppo industriale, facilitato dalla quantità di carbone, è dovuto in gran parte all'industriale Thyssen), che ha fatto assumere la nuova denominazione di Duisburg-Hamborn ha portato la città a 429 mila abitanti (di cui circa 176 mila evangelici, 226 mila cattolici e 2900 ebrei); la superficie del comune è di 143,89 kmq.

La grande importanza di questo aggregato di città deriva dall'essere esso il massimo centro d'importazione ed esportazione di uno dei distretti più industriali del mondo. La maggior parte dei bacini fluviali, che si staccano dal Reno, sono nei pressi di Ruhrort. Subito a valle del ponte sul Reno presso la stazione ferroviaria è l'Elisenbahnhafen, quindi a sud, si apre nei pressi della parte più vecchia di Ruhrort il Vinckekanal (o vecchio porto), scavato già nel 1820-25, il quale dà accesso a 4 bacini distinti (Werft-, Bunker-Nord-, Süd-hafen), circondati a sud dal Kaiser Kanal (scavato dal 1872 al 1890) e dal Hafenkanal, il quale a sua volta si apre in 3 grandiosi bacini (1903-08), lunghi 1200 m., e permette l'accesso al canale Rhein-Herne (compiuto nel 1914, lungo 38 km.), che si congiunge poi col canale Dortmund-Ems. Si hanno quindi 3 canali d'accesso e 6 bacini, diretti da SO. a NE., con uno specchio d'acqua di 3,2 kmq. e 32 km. di banchina. Anche Duisburg ha i suoi bacini formati da un lungo canale, che si stacca dal Reno e lambisce la città nella sua parte settentrionale (Parallelhafen, 1895-98; Aussenhafen, 1826-31; Innenhafen, 1840-44 e 1892), cui è da aggiungere più a sud anche il porto di Hochfeld (1867-74) e gli approdi posti lungo il Reno; presso di essi sono sorti molti altiforni. A nord vi sono altre installazioni presso Alsum e presso Hamborn. Strade ordinarie, ferrovie, ecc. collegano le diverse parti; vi sono poi banchine e molti impianti accessorî, tettoie, gru, ecc. Complessivamente sono occupati 9,16 kmq. Nel 1928 le importazioni sono state di 7 milioni di tonn. (in prevalenza ferro, legno, carbone, petrolio), le esportazioni di 15,6 milioni (carbone, coke, ferramenta, acciaio lavorato) per un totale di 22,6 milioni (Berlino: importazioni 9,2, esportazioni 1,9; totale 11,1); Hamborn nello stesso anno ha avuto un traffico complessivo di 5,4 milioni di tonn. 13,4 all'importazione e 2 all'esportazione). Il numero delle navi che sono giunte a Duisburg è stato nel 1920 di 55 mila.

Fra le maggiori imprese industriali sono da ricordare la Niederrheinische Hütte, Harkort, Vulkan, Phönix, Rheinische Stahlwerke e presso Hamborn le fabbriche della Vereinigte Stahlwerke con 25 mila operai. A Hamborn, oltre alle due grandi società che fanno capo ai Thyssen, è da ricordare la società per l'industria dello zinco. Oltre alla lavorazione del ferro in tutte le sue forme e all'estrazione del carbone, molte imprese si dedicano anche all'industria chimica e a quella tessile. L'insieme costituisce una delle regioni maggiormente modificate dall'attività umana che si trovano sulla superficie terrestre.

Monumenti. - L'edificio più importante è la chiesa dei Minori, eretta poco dopo il 1272 e ampliata di una seconda navata nel secolo XVII. La chiesa del Salvatore principiata nel 1415 ha pregevoli pitture della fine del sec. XV. Nel Museo v'è un'esposizione permanente delle opere di Wilhelm Lehmbruck.

Bibl.: E. Rexroth, Die Grosstadt Duisburg geographisch und wirtschaftlich betrachtet, Duisburg 1922; H. Averdunk e W. Ring, Geschichte der Stadt Duisburg, Essen 1927; K. Pregizer, Duisburg, Berlino-Halensee 1925; G. Dehio, Handb. d. deutschen Kunstdenkm. V, Berlino 1928, p. 105.

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