BENTELLI, Donnino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)

BENTELLI, Donnino

Carlo Quintavalle

Figlio di Luigi, ortolano, nacque a Piacenza il 21 genn. 1807 (si chiamò Donnino e non Domenico come èdetto dall'Ambiveri e dal Mensi). All'Istituto Gazzola di Piacenza lavorò come intagliatore e incisore di stampe, dimostrando anche una particolare propensione per la meccanica. La prima prova sicura della sua attività di incisore di medaglie è la medaglia commemorativa del Romagnosi, del 1838, nella quale rappresentò nel recto ilprofilo del giurista e nel verso incise entro una corona d'alloro una epigrafe dettata dal Giordani. Nel 1841 coniò una medaglia d'oro per il medico piacentino Domenico Ferrari e un'altra, in rame, argento e oro, per commemorare la costruzione del ponte sul Tidone che reca, con l'allegoria del torrente, l'iscrizione commemorativa e la data, oltre la firma dell'incisore. Nel 1842 vendette il brevetto di una invenzione, un fuso per fare l'organzino di seta, a Carlo Perinetti di Piacenza, che ottenne "patente di privilegio" dal governi austriaco e francese e ne ricavò, pare, molti guadagni.

Pietro Giordani il 12 ott. 1841 raccomandava il B. a V. Mistrali, ministro di Maria Luigia di Parma, affinché fosse chiamato alla direzione della Zecca di Parma: "È meccanico mirabile, calligrafo elegantissimo. Facile all'imparare qualunque cosa, ora impara il francese. Egli è modestissimo anzi umile..., è il vero sostegno dell'Officina di Ulisse Fioruzzi, un suo micrometro fu molto stimato dal Prof. Veneziani. Il Sangiorgio, che modellò i cavalli per l'arco del Sempione, propose al Bentelli d'andare a Milano..." (cfr. Arisi, 1962).

Nel 1842 il B. era direttore della Zecca di Parma: subito dotò lo stabilimento di nuovi strumenti e nello stesso anno coniò la medaglia commemorativa per la costruzione di un edificio termale a Tabiano con una ninfa simbolo delle fonti termali. Nel 1843 eseguì la medaglia per la costruzione del ponte sullo Stirone; un'altra per la nuova casa di pena presso S. Francesco del Prato a Parma, tutte opere volute dalla duchessa Maria Luigia. Raggiunta una certa agiatezza, si sposò, sempre nel 1843, con una piacentina; oltre all'agiatezza gli anni successivi gli portarono sempre nuovi riconoscimenti ed incarichi, così il 30 giugno 1848 fu nominato custode e incisore delle medaglie alla Zecca e il 17 ag. 1849 professore e maestro di incisione delle medaglie dell'Accadernia di belle arti di Parma.

Nel 1853 Carlo di Borbone, per il cui ritorno il B. fece pure una medaglia conimemorativa, decise di far coniare nuove monete e ordinò di approntare o restaurare gli strumenti necessari.

Iniziata subito l'opera, il B. cominciò ad intagliare i coni delle monete di rame da uno, tre, cinque e venti centesimi, ispirandosi alle analoghe monete di Maria Luigia. La preparazione occupò due anni; pertanto le monete recano nel lato anteriore la testa del duca con l'iscrizione "Carlo III infante di Spagna" e la data 1854; dietro, con l'arma borbonica e il Toson d'oro, è la scritta "duca di Parma, Piacenza e Guastalla". Nello stesso anno cominciò il punzone perle monete da cinque lire (ove Carlo doveva essere effigiato in aspetto guerresco a cavallo, con l'elmo), interrotto per l'assassinio del duca. Il punzone fu poi ripreso e terminato nel 1859; se ne coniarono una ventina di esemplari.

Le nuove monete da cinque lire, coniate per Luisa Maria reggente per il figlio Roberto, rappresentano i due profili avvicinati con l'iscrizione "Roberto I duca di Parma e Piacenza e Luisa Maria di Borbone reggente" e il nome dell'incisore; nel verso, lo stemma ducale con gli ordini dei Toson d'oro, di San Giorgio e San Lodovico, la data 1857 ed il valore della moneta. Il conio non fu però approvato e, nel 1858, il B. ne fece un altro con qualche variante: la data nuova e il motto di Carlo 111 "Deus et dies"; di tale moneta si coniarono solo 470 esemplari. Egli fece inoltre molte medaglie commemorative, per il colera del 1855, per il Correggio, nel 1861 per Vittorio Emanuele II, per Giuseppe Verdi e ancora per Angelo Mazza e Paolo Toschi.

Parallelamente alle sue opere di raffinato medaglista, il B. prosegue nelle sue geniali invenzioni; così nel 1865 crea una macchina per bollare la carta filigranata, macchina acquistata dal ministero delle Finanze; inventa uno scatto di sicurezza per i fogli e una macchina per pesare le monete e riconoscere le buone dalle false (la macchina è conservata presso il Museo di Antichità di Parma, ove sono pure depositati tutti i coni e i punzoni, le monete e le medaglie che il suo direttore Luigi Pigorini volle raccogliere nell'anno 1867).

Il B. morì a Parma il 22 apr. 1885; i suoi ultimi anni trascorsero nel silenzio e nell'oblio, silenzio e oblio che, ingiustamente, continuarono anche dopo, in quanto egli fu non solo tecnico abilissimo, ma artista raffinato ed elegante, memore, nel rilievo graduato e incisivo, nella sintesi plastica, della grande tradizione rinascimentale.

Fonti e Bibl.: Parma, Museo di Antichità: C. Aquila, Catalogo delle monete della zecca di Parma, ms. [sec. XIX]; Ibid., Gall. Naz.: E. Scarabelli Zunti, Docum. e mem. di Belle Arti parmigiane, ms. [sec. XIX], IX (1801-50), p. 54; L. Scarabelli, Scritti artist., Piacenza 1843, pp. 256-259; L'amico del popolo, Parma, 30 maggio 1857, n. 26; P. Martini, La scuola parmense delle belle arti... dal 1777, Parma 1862, p. 32; M. Lopez, Aggiunte alla zecca e moneta parmigiana del padre I. Affò, Firenze 1869, pp. 199-204; L. Ambiveri, Gli artisti piacentini, Piacenza 1879, pp. 229, 253; G. Nasalli, Per le strade di Piacenza…, in Strenna piacentina, VIII (1882), p. 35; necrologio in Gazzetta di Parma, 23 apr. 1885; L. Mensi, Diz. biograf. Piacentino, Piacenza 1899, p. 62; E. Jullerat du Rosay, D. B., London 1915 (estr. da Numismatic Circular, 1915, nn. 11-12); G. Micheli, Varietà romagnosiane, in Aurea Parma, XIX (1935), p. 224; Id., D. B. incisore Piacentino, in Boll. stor. piacentino, XXXII (1937), pp. 123-131; S. F., P. Giordani e l'incisore piacentino D. B., ibid., XXXVI(1941), pp. 46-48; G. Caprini, L'esule fortunato: A. Panizzi, Firenze 1948, p. 171 (recens. di S. Fermi, in Boll. stor. piacentino, XLIII [1948], p. 68; S. Fermi, Personaggi piacentini in vna monografia di Sir Antonio Panizzi, in Libertà, 1° genn. 1950; F. Arisi, Fu scoperto e valorizzato dal Giordani l'abilissimo incisore D. B., ibid., 17 genn. 1962, L. Forrer, Biographical Dictionary of medallists, I, London 1904, p. 164; U. Thieme-F. Beker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, III, p. 353.

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