ACCIAIUOLI, Donato

Enciclopedia Italiana (1929)

ACCIAIUOLI, Donato

Emilio Santini

Nacque a Firenze nel 1429 di nobilissima famiglia (era figlio di Neri e di Lena Strozzi). Si dedicò presto agli studi di filosofia, grammatica e retorica sotto frate Angelo da Lecco, Iacopo Ammannati, Carlo Marsuppini, l'Argiropulo, Francesco da Castiglione, mentre da Poggio Bracciolini e da Giannozzo Manetti apprendeva i segreti dell'arte oratoria. Fece parte dell'Achademia Florentina del Rinuccini. Fu umanista, uomo politico e oratore dei più noti nell'età di Lorenzo dei Medici. La sua attività letteraria si esplicò soprattutto nel rendere in veste latina e nel commentare il pensiero degli scrittori greci, specialmente filosofi e storici: commentò l'Etica (Firenze 1478), la Politica (Venezia 1566), la Fisica di Aristotele; da Plutarco e da altri storici greci e romani trasse nel 1467 le Vite di Alcibiade, di Demetrio, di Annibale, di Scipione (Firenze 1478). Tradusse in italiano, per incarico della Signoria fiorentina, nel 1473, la Storia fiorentina di Leonardo Bruni (Venezia 1476; Firenze 1492), da cui aveva attinto molte notizie per una Vita di Carlo Magno, presentata nel 1461 a Luigi XI re di Francia. Intento a divulgare la cultura classica, in particolar modo la filosofia aristotelica, di cui fu l'ultimo maggior rappresentante nella Firenze del '400, e distratto dalle numerose cariche pubbliche, non lasciò opere che attestino originalità di pensiero. Fu vicario del Casentino e di Poppi nel 1461, soprintendente dello Studio fiorentino, ambasciatore, e nel 1474 gonfaloniere di giustizia, portando in queste e in altre cariche rettitudine di vita e urbanità di tratti, quale si richiedeva dalla nuova età. Le ambascerie, più di ogni altro ufficio, gli fornirono l'occasione di manifestare le sue qualità di uomo colto, di abile diplomatico, di oratore sobrio, dotto, sagace ed esperto del latino ciceroniano e del volgare classicamente sostenuto. La più famosa delle sue orazioni è quella per l'elezione dl Sisto IV. Morì a Milano il 28 agosto 1478. Il suo corpo fu trasferito a spese pubbliche in Firenze, e fu inumato nella Certosa con iscrizione dettata dal Poliziano.

Bibl.: Vespasiano da Bisticci, Le vite, ecc., ed. Frati, Bologna 1892-93, II, pp. 256-285; A. Segni, Vita di Donato Acciaioli, pubbl. da T. Tonelli, Firenze 1841; A. Della Torre, Storia dell'Accademia platonica in Firenze, Firenze 1902, pp. 322-425; E. Santini, Firenze e i suoi "oratori" nel Quattrocento, Palermo 1922, pp. 207-214.

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