BERNINI, Domenico Stefano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)

BERNINI, Domenico Stefano

Antonio Rotondò

Nacque a Roma, ultimo di undici figli, il 3 ag. 1657 da Gian Lorenzo e da Caterina Tezio. Entrò, quattordicenne, nella Compagnia dei gesuiti, ma ben presto, "invaghitosi di onesta e civil donzella romana", tornò a vita secolare. Insieme con la vocazione monastica, il B. non perdette tuttavia l'inclinazione allo studio della Scrittura, che le controversie dottrinali del tempo (quietismo, giansenismo) orientarono prevalentemente nel campo della storia ereticale. Un lascito paterno, i favori di cui godette ininterrottamente alla corte pontificia e un canonicato di S. Maria Maggiore in Roma gli procurarono tranquillità e agio necessari per condurre ampie ricerche di storia della Chiesa.

Ammiratore entusiasta del padre, il B. ne scrisse, subito dopo la morte, un'affettuosa biografia (Vita del Cavalier Gio. Lorenzo Bernino descritta da D. B. suo figlio), rimasta inedita fino al 1713 e pubblicata in quell'anno per insistenza del suo editore romano Rocco Bernabò, quando ormai la prima edizione completa dell'Historiadi tutte le heresie gli aveva procurato fama di scrittore e stima di erudito. Nell'agosto del 1685 inviava ad Antonio Magliabechi la sua prima opera a stampa, Memorie historiche di ciò che hanno operato li Sommi Pontefici nelle guerre contro i Turchi, Roma 1685, dedicata al pontefice Innocenzo XI, che era suo protettore oltre che ammiratore del padre.

Le Memorie nascono nel clima di apprensioni suscitate dall'offensiva turca in Europa e si propongono due scopi: dimostrare che alla Chiesa cattolica spetta il merito preminente d'avere in ogni tempo difeso la cristianità e l'Europa dal pericolo turco; indicare la necessità della prosecuzione della lotta indebolitasi, per contrasti fra le potenze, dopo la liberazione di Vienna (13 sett. 1683).La narrazione si allarga alla trattazione dei concili che presero decisioni in materia; l'insistenza sull'entità dei contributi finanziari della Curia alle varie imprese contro i Turchi vuole essere una risposta alle controversie che al momento dividevano la lega in fatto di finanziamenti. L'opera, divisa per pontificati, si apre con Urbano V e giunge nominalmente all'anno precedente alla pubblicazione (1684),ma, in realtà, sino alla fine del pontificato di Clemente X (1676).Delle iniziative politiche di Innocenzo XI l'autore dette conto nelle Memorie historiche di ciò che ha operato contro i Turchi… Innocenzo XI, Roma 1695.

Nel 1705 il B. pubblica il primo volume della Historia di tutte le heresie. Poiché in esso si informa il lettore che il lavoro era durato vent'anni, l'inizio della ricerca risale al 1685. L'ampiezza della materia e la complessità della trattazione giustificano appieno i vent'anni di ricerche. Il preminente scopo apologetico dell'opera si accompagna a industrioso lavoro di erudizione, anche se di erudizione indiscriminata e farraginosa, sorda ancora alle esigenze critiche della ricerca erudita d'Oltralpe. Non manca conoscenza diretta della teologia protestante, ma troppo spesso violente digressioni polemiche turbano l'ordine dell'esposizione.

Come nelle Memorie,anchenell'Historia la narrazione si svolge per pontificati, da s. Pietro a Innocenzo XII. La distinzione tradizionale (s. Agostino, ecc.) fra "eresia", "scisma" e "apostasia" definisce i limiti della trattazione. L'esposizione delle dottrine ereticali è, coerentemente col fine apologetico dell'opera, in funzione dei provvedimenti assunti dai singoli pontefici contro di esse. Le vicende biografiche di eresiarchi e di eretici sono quasi completamente trascurate. Iniziata al tempo di Innocenzo XI, l'opera fu portata a termine sotto il pontificato e per incoraggiamento di Clemente XI, cui è dedicata. La lotta del pontefice contro il giansenismo, che si concluderà con la bolla Unigenitus dell'8 sett. 1713, spiega quegli incoraggiamenti e poi l'attualità e la fortuna dell'opera.

Dopo la stampa del primo volume per i tipi dell'editore romano R. Bernabò, la pubblicazione subì un'interruzione. Già compiuta nel 1709, come risulta dalla data d'approvazione dei quarto e ultimo volume, la prima edizione completa vide la luce a Venezia nel 1711 per i tipi di Paolo Baglioni. A questa edizione seguirono ristampe del 1724, 1731, 1745. Un'edizione veneta "compendiata e accresciuta" da Giovanni Lancisi fu ristampata quattro volte (1726, 1733, 1746, 1760). Nel 1708 gli Acta eruditorum Lipsiae recensirono il primo volume nell'edizione romana del 1705, riconoscendo al B. dottrina e diligenza, e indulgendo sugli aspetti polemici dell'opera. Scarsità di erudizione e di critica gli rimproverò invece, nel 1749, Francesco Antonio Zaccaria. La diversità dei giudizi si spiega col mutamento profondo del clima culturale generale. Il Dictionnaire di P. Bayle aveva destato impressione e già nel 1746 era apparsa la Vita di Ario del teatino Gaetano Maria Travasa, primo saggio della pregevole Storia critica della vita degli eresiarchi (secc. I-IV), fondata ormai sul metodo critico d'Oltralpe appreso alla scuola del Bacchini e dei Maffei.

Dopo l'Historia il B.ripiegò su ricerche di minore impegno. è del 1717 Il tribunale della S. Rota Romana, dedicato a Clemente XI. L'opera è tra i primi tentativi di storia generale e unitaria di un istituto ecclesiastico. Anche in questo caso la documentazione è poco sceverata. Sulle origini dell'istituto, che il B. fa derivare dal Collegio dei seniori, di cui si parla negli Atti degli Apostoli (cap. 5),è evidente l'acritica tendenza a riportare alle origini del cristianesimo ogni aspetto dell'organizzazione ecclesiastica; la narrazione si smarrisce, così, nel gioco delle analogie, la ricostruzione sconfina, nell'arbitrio. Alla morte del card. Giuseppe Maria Tomasi (1713),ilB. ebbe incarico da Clemente XI di scrivere un Ragguaglio della vita del dotto liturgista siciliano.

Pubblicato a Roma nel 1714, il Ragguagliodella vita del venerabile D. Giuseppe Maria Tomasi fu ampliato in una vera e propria ampia biografia dedicata al vescovo di Catania card. Alvaro Cienfuegos e pubblicata a Roma nel 1722(Vita del venerabile D. G. M. Tomasi). L'ultimo scritto del B. è del 1722,una Vita del venerabile Giuseppe da Copertino, che ebbe varie edizioni e fu compendiata, negli Acta sanctorum, V, 1755, pp. 1047-1051, da Paolo Antonio Agnelli. L'opera è un omaggio al nuovo pontefice Innocenzo XIII, già vescovo di Fossombrone, dove il Copertino aveva svolto gran parte della sua attività.

Il B. morì a Roma il 3 nov. 1723 e fu sepolto nella tomba di famiglia in S. Maria Maggiore (Archivio Capitolare di S. Maria Maggiore: P. G. Bianchini, Historia Basilicae Liberianae S. Mariae Maioris, VIII, fol. 553).

Il codice Cl. VIII, VI, f. 27, della Biblioteca Naz. di Firenze conserva la lettera con cui il B. inviò, il 4 ag. 1685, al Magliabechi un esemplare delle Memorie.

Bibl.: P. Mandosio. Bibliotheca Romana seu Romanorum scriptorum centuriae,Romae 1682, II, p. 224; Acta eruditorum…, Lipsiae 1708, pp. 494-497; ibid. 1719, pp. 97 ss.; F. Zaccaria, Lettera del padre Francesco Antonio Zaccaria al signor Lorenzo Covi…, in Nuova raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, a c. di A. Calogerà, XLI, Venezia 1749, p. 102; G. M. Travasa, Storia della vita degli eresiarchi, I,Venezia 1752, pp. XV s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 98; H. A. Hurter, Nomenclator literarius…, II, Oeniponte 1893, coll. 882-893; S. Frascherti, Il Bernini,Milano 1900, pp. 105-106; L. von Pastor, Storia dei Papi,XV,Roma 1943, pp. 385-386; F. Baldinucci, Vita del Bernini, con uno studio e a c. di S. Samek Ludovici, Milano 1948, p. 213; C. D'Onofrio, Le biografie di G. L. B., Roma 1967.

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