CAMBIASO, Domenico Pasquale

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 (1974)

CAMBIASO, Domenico Pasquale

Franco Sborgi

Nacque a Genova il 5 febbr. 1811 da Bartolomeo e Maddalena (anch'essa una Cambiaso), entrambi di facoltosa famiglia patrizia.

Dopo aver studiato in un primo tempo all'Accademia ligustica di Belle Arti di Genova, passò a Parma alla scuola di Giuseppe Boccaccio da Colorno, scenografo e autore di apparati decorativi. Si trasferì quindi a Napoli, dove fa forse in contatto con la cosiddetta "scuola di Posillipo".

Tornato a Genova, si dedicò alla pittura vedutistica e saltuariamente a quella di paesaggio: scelta che sarà del resto caratteristica pressoché di tutta la sua opera.

Il 29 dic. 1834 fu nominato accademico di merito della classe di architettura e di ornato presso l'Accademia ligustica e presso la medesima espose alle mostre del 1836 (alcune vedute, fra cui Spiaggiagenovese)e 1837 (Bosco con figura femminile e Paesaggio;cfr. Canale, 1836e 1837: in particolare, nell'articolo del 1837 compare un'incisione di I. Peschiera tratta dal dipinto Bosco con figura femminile).

Un decennio più tardi, e precisamente il 25 luglio 1847, fu chiamato a coprire l'incarico di professore aggiunto della scuola elementare di disegno di figura e di architettura ed ornato presso l'Accademia ligustica: ciò a testimoniare il successo che la pittura del C. incontrava presso i contemporanei (cfr. Alizeri, 1866, p. 474: "Domenico Cambiaso è bastante l'autorità del nome perché si collochi in primo grado...").

Il C. lasciò tuttavia l'incarico il 22 dicembre dello stesso anno, e più tardi assunse il ruolo di insegnante di disegno presso il Collegio di marina a Genova.

Pressoché costantemente, dal 1850 al 1887, espose alle mostre della Società promotrice per le Belle Arti di Genova, in particolare con le seguenti opere: La nuova strada dalla Raibetta al Molo (1864, già Genova, coll. Lorenzo Dufour; esposto alla mostra del 1926); La prima elemosina (1873, già Genova, Camera di commercio; esposto alla mostra del 1926, riprodotto in Rocchiero, p. 11); Fra Pontedecimo e Campomorone (1876, Genova, proprietà del Comune; esposto alla mostra del 1938); S. Maria Assunta di Carignano (1879, già Genova, coll. Agostino Montanaro; esposto alla mostra del 1926); Genova prima dei nuovi lavori portuari (1887, già Genova, coll. Cesare Oliva; esposto alla mostra del 1926, riprodotto in Rebaudi, p. 29). Per le opere esposte alle Promotrici, e di cui non si conoscono né recenti né antiche collocazioni, cfr. Rebaudi, p. 28).

Fra le opere del C. datate o databili vanno ricordate inoltre: I giardini del palazzo del principe Doria a Fassolo (1849 c.; Genova, Palazzo Rosso, Civico gabinetto dei disegni e delle stampe, coll. topografica); Ilpalazzo del principe Doria a Fassolo (prima del 1850, Genova, ibidem); Ilpalazzo Sauli a Genova (prima del 1853; Genova, Civica pinacoteca di Palazzo Bianco, Depositi).

Nella sua ricca produzione di vedutista (per lo più costituita da disegni, acquerelli, incisioni, anche se non mancano esempi di pittura ad olio), rivestono particolare interesse tre album di vedute di Genova e della Riviera ligure (Genova, Pal. Rosso, Civico gabinetto dei disegni e delle stampe) che documentano l'ambiente antico della città e dei suoi dintorni, in un periodo anteriore agli sventramenti e alle distruzioni operate nel corso del XIX secolo.

Queste vedute pertanto, oltre a rappresentare una moderata interpretazione romantica di questo genere pittorico - nella ricerca degli "angoli tipici", dei "luoghi da ricordare" - e quindi una lettura più intimistica del paesaggio e dell'ambiente urbano (sebbene frequentemente tendano alla scena di genere settecentesca), rivestono una notevole importanza sul piano storico.

Un particolare interesse assume l'album intitolato Aspetti di Genova e della Riviera nella prima metà del secolo XIX, composto da cento tavole (comprendente dodici piccoli dipinti ad olio, centoquarantuno schizzi e disegni, otto incisioni; esso fu donato al Comune di Genova nel 1929 dalla pronipote del C., Margherita Truffi Cambiaso). Gli altri due (erano, prima di pervenire alla raccolta comunale, di proprietà di S. Rebaudi, che ne diede una parziale illustrazione nel 1933) sono una sorta di "diario" del viaggio compiuto intorno agli anni 1860-1862 lungo le Riviere liguri dal C. in compagnia dell'armatore genovese G. Bertollo, che ne curò poi la raccolta in due volumi, intitolati appunto Riviera di Levante e Riviera di Ponente. Essi constano di oltre cento disegni, acquarelli ed incisioni.

Infine, fra le opere conservate in raccolte pubbliche e private vanno ricordate: S.Fruttuoso di Portofino (Genova, Accademia ligustica di Belle Arti); La chiesa e il convento dello Spirito Santo e Il Fossato di S. Ugo a Principe (entrambi a Genova-Nervi, Civica galleria d'arte moderna); Il forte di Castelletto nel 1815, La villetta Di Negro e il bastione Durazzo con i giardini visti dall'Acquasola, Villa Bombrini detta Il Paradiso (esposto alla mostra del 1970), S. Michele a Fassolo (tutti conservati presso la Civica pinacoteca di Palazzo Bianco a Genova, Depositi); Levanto (giàGenova, coll. J. Gianuè, ora di propr. del Comune di Genova; esposto alla mostra del 1938); Il baluardo e la chiesa di S. Michele durante i lavori di demolizione del 1850 (esposto alla mostra del 1970), Viadell'Annona con la Ricreazione dei filippini e l'Arsenale militare (esposto alla mostra del 1970), Vernazza, Riomaggiore, Veduta parziale di Manarola, Manarola, Framura (tutti a Genova, Civico gabinetto dei disegni e delle stampe di Palazzo Rosso, collez. topografica); L'arrivo a Genova di Vittorio Emanuele e di Adelaide (quattro tele, già a Genova, Civ. pinac. di Pal. Bianco, Depositi; attualmente presso l'Ist. mazzin. di Genova); Veduta presa dal vero (Genova, collez. Gatti); Paesaggio dell'entroterra (giàa Genova, coll. S. Rebaudi); Il porto di Genova visto dal palazzo del Principe (Genova-Pegli, Civico museo navale).

L'attività del C. si arrestò pressoché completamente negli ultimi anni di vita.

Il C. morì a Genova il 2 marzo 1894, lasciando due figlie - Laura ed Elisa - dedite anch'esse, come dilettanti, alla pittura di vedute e di paesaggio (Alizeri, 1866, pp. 475 s. nota 1).

Fra i suoi numerosi allievi vanno ricordati Teresa Doria, Tammar Luxoro e Giovanni Battista Molinelli.

Fonti e Bibl.: G. M. Canale, Accademia ligustica. Esposizione del 1836, in Magazzino pittorico universale, 1836, n. 50, p. 198; Id., Accademia ligustica. Esposizione del 1837, ibid., 1837, n. 33, p. 130; F. Alizeri, Esposizione dell'Accademia ligustica, in L'Espero, 1845, p. 341; Id., Notizie dei professori del disegno..., III, Genova 1866, pp. 474-76; A. Merli, Appendice al sunto storico del disegno e dei principali artisti in Liguria, Genova 1866, p. 16; M. Labò, Mostra di pittura ligure dell'Ottocento (catal.), Genova 1926, p. 31; D. Castagna-M. U. Masini, Guida di Genova, Genova 1929, pp. 172, 430; S. Rebaudi, D. P. C., in A Compagna, VI (1933), 1, pp. 26-40; A. Cappellini, La pittura genovese dell'Ottocento, Genova 1938, pp. 52-59; O. Grosso, Mostra dei pittori liguri dell'Ottocento (catal.), Genova 1938 p. 49; V. Rocchiero, D. P. C., in Liguria, XXXVI(1959), 7, pp. 9-12; Descrizione della città di Genova [1818], a cura di F. e E. Poleggi, Genova 1969, passim (riproduzioni di dipinti del C.); G. Giubbini, Genova nelle vecchie stampe (catal.), Genova 1970, nn. 100-102; F. Sborgi, L'Ottocento: ritardi di un'esperienza, in La pittura a Genova e in Liguria, II, Genova 1971, pp. 418, 422, 441; A. M. Comanducci, Diz. illustr. dei pittori... ital. moderni..., I, Milano 1970, p. 506.

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