CAGNONI, Domenico

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)

CAGNONI, Domenico

Clelia Alberici

Nacque a Verona non si sa in quale data. Mancano notizie sulla sua formazione; esordì nella città natale con incisioni di mediocre fattura: un'Adorazione dei Magi dall'Orbetto, datata 1754, la raffigurazione di S. Onofrio eremita, contenuta in un opuscoletto non datato, edito dal Maroni, e il ritratto di Carlo Gianella, medico e filosofo. Non si sa per quale ragione e in quale anno egli abbia lasciato Verona per recarsi a Brescia, dove iniziò la sua feconda attività d'illustratore di libri, delle cui vignette e frontespizi raramente, però, fu il disegnatore.

I tempi erano propizi a tale attività, stimolata sia dalla diffusione del progresso e del sapere sia dalla divulgazione anche in Italia della moda francese di volumi resi preziosi dal bulino dei "petits maîtres": di essi il C. si può considerare, per l'Italia settentrionale, uno degli esponenti più valenti. I volumi che illustrò sono quanto mai eclettici negli argomenti: letteratura, fisica, diritto, raccolte di versi, pubblicazioni collettive, poesie d'occasione, alimentate da piccoli ambienti, dalle accademie, dall'ozio di una vita oscillante tra palazzi cittadini e ville di campagna.

Il C. era a Brescia nel 1759: iniziò la sua collaborazione con gli editori G. B. Bossini e G. M. Rizzardi. Fra i volumi che contengono sue incisioni di un certo rilievo sono: A. Sambuca, Due lettere alla Contessa Donna Marianna Colloredo Crivelli, Brescia, Rizzardi, 1762, con due tavole inv. e dis. da G. Turbini; inciso con molto brio, da disegno di P. Scalvini, è il Prospetto della Giostra tenuta in Brescia à 3 di Febraio del 1766 nella Piazza Vecchia, apparso nel volume di A. Brognoli, La Giostra dell'anello fatta da cavalieri bresciani, Brescia, Rizzardi, 1766. Su incarico della Società di agricoltura il C. ne incise il diploma, ornato di una vignetta alludente ai lavori campestri. Fra le poche stampe di cui fu anche il disegnatore sono: La Santissima Croce che si venera nella cattedrale di Brescia effigiata al naturale;il ritratto di Panagioti da Sinope nel volume di P. Barzani, Vitadel Panagioti da Sinope con alcune sue lettere, Brescia, Rizzardi, 1760; e il ritratto di V. Gaifani, nobile bresciano, che fa da antiporta al volume di Onorato di Santa Maria, Dissertazioni storiche critiche sopra la cavalleria antica e moderna, Brescia, Rizzardi, 1761.

Il C. era particolarmente abile nelle vignette che dovevano essere contenute in piccolo spazio, nelle antiporte, nei frontespizi, nei finalini. La sua fama incominciò a varcare i confini della città: la grande occasione di uscire dalla cerchia provinciale gli venne offerta quando Pietro Verri, che era membro del Superiore Consiglio d'economia per la Lombardia, fu pregato da don Giuseppe di Sperges, incaricato degli affari di Lombardia, di curare la ristampa di un trattato intitolato Veterum disciplina in re rustica, opera giovanile del teologo A. Kembter.

Il Verri, non trovando a Milano un incisore "passabile", si rivolse al C., "valoroso e discreto intagliatore", e al tipografo milanese Galeazzi per la stampa. In due sue lettere al fratello Alessandro (16 maggio e 4 luglio 1770) e in altre due di Alessandro a Pietro (23 maggio e 27 giugno 1770) sono descritte le vicissitudini del volume, pubblicato a spese del Verri. Esso è adorno di 28 vignette alludenti alla contemplazione della natura e ai lavori della campagna, con quadretti che sembrano derivati dal vero (Novati, 1909).Nell'estate del 1770 uscì il libro, e il 5 ottobre dello stesso anno il C. venne nominato regio incisore, con decreto di Francesco III, duca di Modena, in nome dell'imperatrice Maria Teresa; riceveva un compenso annuo di quarantacinque gigliati con l'obbligo di eseguire le opere di cui gli fosse data commissione e d'istruire un certo numero di allievi (Bertarelli, 1909, pp. 125 s.). Il C. si trasferì subito a Milano; ma la famiglia dovette seguirlo più tardi, perché il figlio Gaspare nacque a Brescia nel 1774. La collaborazione con il Rizzardi di Brescia non cessò, ma l'opera del C. venne sempre più richiesta da stampatori di Milano, soprattutto da G. Marelli e G. Galeazzi e da vari editori dell'Italia settentrionale. A Milano si conquistò la stima dell'ambiente colto, sia dei letterati sia degli artisti; per la Società patriottica, istituita nel 1776, incise sulle patenti l'emblema, il cui disegno era stato ideato e presentato da G. Parini nella tornata dell'8 giugno 1779; più tardi eseguì anche alcune vignette per gli Atti (Milano, monastero di S. Ambrogio Maggiore, 1783-1793; vedi P. Pecchiai, La Società patriottica, in Arch. stor. lombardo, s.5, IV [1917], pp. 87, 108 ill.). Ebbe anche incarichi da organi governativi, come l'incisione della tabella del Sommario generale della popolazione trovatasi nello Stato di Milano dalla Pasqua dell'anno 1773 a quella del 1774 secondo le note trasmesse al Regio Ducal Magistrato Camerale, compilato da A. Pesci, o le illustrazioni per due volumi a uso della scuole normali: Elementi di geometria teorico pratica…e Elementi di meccanica…(cfr. Arch. di Stato di Milano, Autografi, Incisori, lettera del 30 giugno 1789; v. anche lettera 18 giugno 1789). Notevole e documentatissima l'attività che il C. svolse per la Stamperia reale di Parma, fondata da G. B. Bodoni, che lo considerava "bravissimo incisore" (v. Sitti, 1913); il carteggio con Bodoni (Bibl. Palat. di Parma), unilaterale perché non sono restate le lettere di questo al C., è comunque interessante perché, oltre a essere testimonianza di cordiale amicizia, offre squarci di vita e di ambiente; dimostra anche che il C. rimase sempre a Milano e non soggiornò mai a Parma come afferma invece il Bertarelli (1928, p. 23). Era sempre assillato dal bisogno di danaro e pressoché in ogni lettera parla di soldi ricevuti o da ricevere come compenso al suo lavoro. Il Bodoni mandava i disegni al C. che man mano li trasferiva sui rami, indi i "rametti", per usare l'espressione dell'incisore, venivano spediti a Parma; l'architetto parmense E. Ferrari fu, fino alla sua morte (1779), il disegnatore delle incisioni del C., il quale lo nomina in quasi tutte le lettere con espressioni di lode.

Il C. iniziò la sua collaborazione con la Tipografia di Parma nell'opera Epithalamia exoticis linguis reddita in nuptias Caroli Emmanuelis Ferdinandi, apparsa nel 1775, la prima completa prova tipografica nella storia dei caratteri orientali di produzione europea. Ad illustrarla erano stati scelti i migliori incisori, Benigno Bossi, Giovanni Volpato, Simone Ravenet. La collaborazione tra il C. e il Bodoni durò fino all'innovazione di quest'ultimo che abolì le illustrazioni per mettere in risalto la raffinatezza della pagina stampata. Le lettere del 1780 inviate al Bodoni e al Paciaudi alludono alle illustrazioni che il C. preparava per il volume, in tre tomi, Memorie dei Gran Maestri del Sacro Militar Ordine Gerosolimitano, edito nel 1780, che contiene la Corografia delle sacre spedizioni d'oltre mare, da disegno di G. De Lama. P. Verri gli affidò l'esecuzione delle incisioni che illustrano la sua Storia di Milano, 2 voll., Milano, Marelli, 1793-98; dove due tavole (Dama e cavaliere, e Ballerini milanesi del 1580) sono copiate da quelle del volume di C. Negri, Le gratie d'amore, Milano 1602.

Vari avvenimenti di Milatio sono illustrati da incisioni del C.: fra le stampe più importanti il Catafalco eretto nella Regia Ducal Collegiata di S. Maria della Scala in S. Fedele pel triduo solenne di esequie celebrate alla Maestà di Maria Teresa Imperatrice i giorni 16, 17, 18 dicembre 1780, di cui G. Piermarini fu l'ideatore e il disegnatore (è contenuta nel volume di A. S. Vanini, Per le reali esequie orazione funebre, Milano, Imp. Monastero di S. Ambrogio Maggiore [1780]). La stessa incisione, soppressavi l'iscrizione sul basamento dell'urna, fu usata per raffigurare la celebrazione delle esequie di Giuseppe II e di Leopoldo II in altri due volumi, editi dal monastero di S. Ambrogio Maggiore nel 1790 e 1792; medesimo è il frontespizio figurato, pure inciso dal C. da disegno di A. Appiani. Il ritratto di P. E. Guarnieri e quello di Paolo Frisi sono anch'essi stati incisi da disegni dell'Appiani. Il C. eseguì altre piccole vedute di Milano: la Specula astronomica, in Ephemeridès astronomicae anni 1777…[e ss.], Milano 1776 [sic] e ss., da disegno di S. Calvi, e Ilnuovo Teatro grande in Milano nel 1778, di cui dà la facciata e la planimetria. Un'incisione dell'altare della cripta del duomo di Monza, con l'urna contenente le reliquie di s. Giovanni Battista, è in Breve racconto della festa eseguita in Monza ne' giorni 27, 28, 29 agosto 1774 in occasione della solenne traslazione delle sacre reliquie di s. Giovanni Battista dal Tesoro nel nuovo deposito, Milano, G. Montani, 1776. Interessanti le incisioni di immagini sacre - S. Maria delle Grazie venerata a Primolo in Valtellina e Vera effigie di M. V. Addolorata che si venera nella chiesa de' padri serviti in S. Chiara della città di Como, da disegno di Pozzi - e di carte geografiche (la Carta compendiata dello Stato di Milano e le carte che rappresentano separatamente le province dello Stato di Milano, incise fra il 1786 e il 1790 da disegno del monaco olivetano M. Fornari di Lodi). Alcune incisioni sono di argomento piemontese: la Veduta di Torino dalla parte del Po, disegnata ed incisa da Sclopis del Borgo nel 1777, appare in un esemplare, anziché con il nome dello Sclopis, con l'iscrizione "Dom. Cagnoni Sculptor Reg. Sculp. Mediolani 1777"; finissima per tratteggio, derivata da disegno di P. Bonvicini, la veduta dell'interno del salone costruito in occasione del matrimonio (1781) della principessa Carolina di Savoia con Antonio Clemente di Sassonia nel giardino del Pallora palazzo dei marchesi Conteri di Cavaglià, su progetto dell'architetto Nicola de Robilant (Coûpe et perspective de la Grande Sale du Bal dressée d'ordre de le comte Marcolini…);due stampe per le esequie della regina di Sardegna Maria Antonia Ferdinanda, celebrate nella cattedrale di Alba, il 29 ottobre 1785, furono incise dal C. da disegno di C. E. Rangoni (per le stampe in relazione con il Piemonte, cfr. Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 232 s.).

La fama dell'artista è legata anche ai biglietti da visita: cfr. Bertarelli e Prior (1911), che definiscono il C. "principe dei vignettisti italiani", forse ritenendolo disegnatore delle sue incisioni; invece anche i biglietti da visita recano l'indicazione "D. Cagnoni sculp." Vesecuzione è eccellente per la morbidezza dei toni ottenuta con la maestria degli intagli più svariati. Gli furono commissionati da nobili di Milano, di Brescia, di Cremona; oltre a quelli indicati nel citato volume ne sono stati rintracciati altri due: della contessa Riviera Sfondrati Villani e del conte Antonio Maria Somaglia. Deliziose le vignette del C. inserite in un periodico femminile, Trattenimenti dello spirito e del cuore ovvero nuova scelta raccolta di novelle, racconti Opera periodica adorna di rami e dedicata alle done italiane, di cui le uniche annate viste sono del 1793-1794.Dei numerosissimi ritratti 3 non sempre inseriti in volumi, incisi dal C., ricordiamo quello del sopranista L. Marchesi.

Dopo una vita spesa in un'attività senza soste, il C. morì l'8 genn. 1797, non a Milano, ma in località che non si è potuta precisare.

La data della morte compare in un ricorso (Archivio di Stato di Milano, Belle Arti, Parte Antica)che la vedova Elisabetta inviò il 16 gennaio di quell'anno all'amm. generale della Lombardia, per ottenere la continuazione dell'assegno annualmente conferito al marito, essendo rimasta sola con quattro figli, due maschi e due femmine (altri due maschi erano morti in giovane età, come risulta da due lettere del C. al Bodoni).

Per un catalogo delle opere incise dal C. si veda A. Bertarelli, in Il libro e la stampa, III (1909), pp. 121-126. Elenchiamo i volumi con incisioni di un certo interesse, alcuni dei quali non compaiono in questo catalogo; se non diversamente indicati, si intendono pubbl. a Brescia, presso G. M. Rizzardi: G. Colpani, Le comete. Poemetto, s.d.; G. Turbini, Disserta sopra l'uso dei camini e sulle cagioni principali del fumo detta nel recinto della Pubblica Libreria Quiriniana in una pubblica adunanza dell'Accademia di Fisica sperimentale il dì 9 maggio 1765, Brescia, G. B. Bossini, 1765; A. Brognoli, Il pregiudizio, canti, 1766; D. Duranti, Virginia, 1768; Gius. Maria da Tresivio, Rime sacro-morali del p. Giuseppe Maria da Tresivio, 1768; O. Calini, La Zelinda, 1772; P. Moscati, Dissertazioni sopra una gramigna che nella Lombardia infesta la segale, Milano, G. Marelli, 1772; P. de Senac, Trattato della struttura del cuore della sua azione e delle sue infermità, tradotto per la prima volta dal francese, tomo primo [del vol. IV], 1773; O. Calini, Jefte, 1774; G. Colpani, La filosofia. Poema in versi sciolti, Lucca, G. Riccomini, 1776; Atti della solenne coronazione della insigne poetessaCorilla Olimpica, Parma, Stamperia Reale, 1779; Gestorum ab Episcopis salutientibus Anakephalaiosis recusa, Parmae, ex Regio Typographeo, 1783; Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, tomi I-XI, Milano, G. Marelli, 1788; Francesco Maria da Avignone, L'ora santificata all'Adorazioni del SS.mo Sacramento, Torino, Stamperia Reale, 1792.

Il C. non aveva fatto in tempo a formare tre giovani allievi, come era stabilito nel decreto di nomina a regio incisore, ma avviò all'incisione il figlio maggiore Gaspare (Brescia 1774-Milano 1840), che fece alcune intestazioni di Atti del periodo repubblicano-napoleonico, avendogli il governo della Cisalpina accordato l'assegno che percepiva il padre con l'impegno di eseguire passaporti, licenze, atti, ecc. (Arch. di Stato di Milano, Autografi, Incisori, lettera 18 febbr. 1802). Incise anche stampe di quadri venerati in chiese lombarde, una serie di caricature (Les incroyables, Les merveilleuses, Les heroïnes d'aujourd'hui, Point de convention, Les payables)interessanti per la moda del 1798-99, ritratti vari e alcune tavole della serie di Costumi milanesi, disegnati da G. Bosio, editi a Milano dai fratelli Ubicini nel 1807.

Fonti e Bibl.: G. Campori, Gliartisti ital. e stranieri negli Stati estensi, Modena 1855, p. 497 (cita le incisioni del C. per opere di L. Spallanzani); C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova. Notizie, Mantova 1857, II, p. 227 (trascrive lettera di I. Affò a S. Bettinelli, in data 10 marzo 1795, in cui si accenna al ritratto del Bettinelli inciso dal C. per Opere edite e inedito dell'abate Saverio Bettinelli, Venezia, Zatta, 1780); G. Campori, Lettere artistiche ined., Modena 1866, p. 218, n. CCLIV (lettera del C. al Bodoni, del 24 maggio 1775); C. Casati, Lettere e scritti ined. di P. e di A. Verri, IV, Milano 1881, pp. 67, 82; R. Ricci, Catalogo della collezione speciale sui Reali di Savoia, Torino 1896, pp. 7 nn. 113, 117; 47 n. 482; A. Bertarelli, Ilibri illustrati a Venezia nei secc. XVII e XVIII, in Riv.delle Bibl. e degli Archivi, XIV(1903), v. 35; F. Novati, Un libro milanese del Settecento…(in appendice, il catalogo dell'opera incisa del C., a cura di A. Bertarelli), in Illibro e la stampa…, n.s., III (1909), pp. 107-126 passim; Carteggio di P. e A. Verri, a cura di F. Novati-E. Greppi, III, Milano 1911, pp. 789, 301, 363, 365, 367; A. Bertarelli-H. Prior, Il biglietto da visita italiano, Bergamo 1911, ad Indicem (in facsimile quasi tutti i 49 biglietti del C. elencati); G. Sitti, Alcuni documenti bodoniani, un append. a A. Boselli, Ilcarteggio bodoniano della Palatina, in Arch. stor. delle prov. parmensi, XIII(1913), pp. 291 s., 294; H. C. Brooks, Compendiosa bibliografia di edizioni bodoniane, Firenze 1927, pp. 13 n. 70, 25 n. 135, 29 n. 153, 42 n. 228; A. Bertarelli, Ilibri ital. figurati del Settecento. La scuola veneta, in Empori, LXVI(1927), pp. 342-353; A. Bertarelli-A. Monti, Tre secoli di vita milanese , Milano 1927, ad indicem: (il Bertarelli assegna al C. quattro incisioni caricaturali della moda del 1798, che invece sono del figlio Gaspare); A. Bertarelli, I libri ital. figurati nel Settecento. La scuola lombarda, in Emporium, LXVII (1928), pp. 17 ss., P. Arrigoni-A. Bertarelli, Le carte geogr. dell'Italia conservate nella Raccolta delle stampe…, Milano 1930, nn. 1214, 1249, 1296, 1329, 1357, 3114; Id., Piante e vedute della Lombardia conservate nella Raccolta delle stampe, Milano 1931, nn. 123, 126, 174, 1065, 1084, 1666, 1900, 2018, 2656, 2657, 2725, 3082; Id., Le stampe storiche conserv. nella Raccolta del Castello Sforzesco, Milano 1932, nn. 1005, 1048, 1166, 1320, 1363; Id., Ritratti di musicisti ed artisti di teatro conservati nella Raccolta delle stampe, Milano 1934, n. 2577; A. Petrucci, Ilvolto segreto dell'incisione ital. del Settecento, in Boll. d'arte, XXXI(1938), pp. 541, 559; G. Giani, Saggio di bibliografia bodoniana (aggiunte e correzioni al Passerin, De Lama e Brooks), Milano 1946, pp. 4, 8; G. Morazzoni, Il libro illustrato venez. del Settecento, Milano 1953, p. 1741; P. Arrigoni, L'incisione e l'illustr. del libro nel sec. XVIII, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, pp. 704 s.; A. Peyrot, Torino nei secoli, Torino 1965, I, nn. 207, 215; P. Arrigoni, Milano nelle vecchie stampe, I, Milano 1969, nn. 671, 796 s.; II, ibid. 1970, nn. 972, 1440, p. 143; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 357.

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