BISSONE, Domenico

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)

BISSONE (Bissoni), Domenico (Gian Domenico)

Giovanna Terminiello Rotondi

Figlio di Francesco Gaggini, probabilmente scultore, nacque a Bissone sul Lago di Lugano intorno alla metà del sec. XVI.

Gli unici documenti che ci sono rimasti (Arch. di Stato di Genova,Notaio Antonio Olivieri, 1597; Genova, Arch. di N. S. delle Vigne,Libro di tasse, 1619, cart. 39) lo ricordano come "Domenico Bissone", e tale è il cognome mantenuto dal figlio Giambattista.

L'appellativo di "Veneziano" con cui fu noto non vuole indicare che egli ebbe i natali a Venezia, ma è dovuto a un suo soggiorno giovanile in quella città; è del resto evidente, da un esame delle sue sculture in legno, che egli dovette conoscere direttamente il mondo artistico veneziano della seconda metà del Cinquecento, soprattutto per la pittorica modulazione delle forme nella luce.

Nel 1586 il B. si trovava ancora in patria, se va identificato con lui quel G. D. Gaggini che firmava, a Bissone, un atto di procura attualmente non reperibile. Ma l'atto citato dal notaio Antonio Olivieri ci indica che nel 1597 egli risiedeva ormai a Genova, ove aveva preso moglie e aperto bottega nella contrada di "Scuteria" (è chiamato "Domenico da Bissone"). Risalgono a questo momento alcuni lavori di intaglio, in cui egli si rivela in possesso di una buona tecnica: ricordiamo, per esempio, il tabernacolo della chiesa di S. Giovanni Battista a Pieve di Teco. Nel 1607 gli venne commissionata dall'oratorio di S. Croce in Sarzana la cassa con la raffigurazione di Cristo al Calvario, terminata nel 1608 e ora distrutta. Quest'opera diede al B. la fama e gli fece avere in commissione una serie di "casacce" e di crocifissi processionali che egli scolpì in maniera affatto simile nello stile e nell'iconografia, rimanendo perciò su di un piano artigianale. Ricordiamo, tra essi, il gruppo ligneo rappresentante Cristo morto, conservato nel convento delle clarisse in S. Martino d'Albaro a Genova; il Crocifisso cosiddetto "moro" per il caratteristico colore del legno di giuggiolo in cui è scolpito, conservato nell'oratorio di S. Giacomo il Maggiore delle Fucine (Genova) e il Crocifisso esistente nell'oratorio di S. Giacomo della Marina, sempre a Genova. Ricordiamo infine che nel 1608 egli eseguì, insieme con D. Casella e G. B. Carlone, alcuni ornamenti in marmo intorno alla nicchia di S. Giovanni Battista in S. Lorenzo (Cervetto, p. 172). Il B. formò nella sua bottega una vera accademia ed ebbe, tra i suoi migliori discepoli, il figlio Giambattista e Marcantonio Poggio.

Morì a Genova, secondo il Soprani nel 1639 (ma secondo il Cervetto, p. 172, il 13 sett. 1645), e venne sepolto nella chiesa dell'Annunziata del Vastato.

Bibl.: R. Soprani,Le vite de' pittori... genovesi, Genova 1674, pp. 399 s.; R. Soprani-G. G. Ratti,Delle vite de' pittori... genovesi, I, Genova 1768, pp. 418 s. (v. anche Indici, ediz. anast., Genova 1967); P. Zani,Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 77; L. A. Cervetto,I Gaggini da Bissone…, Milano 1903, pp. 168-172; Id.,Il Natale,il Capodanno e l'Epifania, Genova 1903, p. 69; O. Grosso-M. Bonzi-C. Marcenaro,Le casacce e la scultura lignea genovese ... Genova 1939, pp. 20 s.; G. Colmuto,L'arte lignea in Liguria: A. M. Maragliano, Genova 1963, pp. 9-11; B. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 69; Encicl. Ital., VII, p. 108 (sub voce Bissoni Domenico).

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