Disviare

Enciclopedia Dantesca (1970)

disviare


Nel senso di " sviare ", " trarre dal retto cammino ", ma in senso sempre fortemente figurato, il verbo è usato abbastanza spesso, anche al participio passato: Rime LXXXIII 60, Cv III Amor che ne la mente 4 Amor... / move cose di lei... / che lo' ntelletto sovr'esse disvia (ripreso in III III 13); IV XXII 12; Pd IX 131 il maladetto fiore / c'ha disvïate le pecore e li agni. Con minore intensità di significato, senza allusione a un fatto morale, in Pg XXVIII 38 appare / ... cosa che disvia / per maraviglia tutto altro pensare, e Cv IV XXII 11 a la quale [dolcezza] molte volte cotale seme non perviene per male essere coltivato, e per essere disviata la sua pullulazione (si tratta del seme di felicitade, per cui cfr. XXI 8 ss.).

Al participio passato il verbo ricorre in Rime LXXXIII 77 Non è pura vertú la disviata (con riferimento al v. 60 Ancor che ciel con cielo in punto sia / che leggiadria / disvia cotanto); Rime dubbie XVII 9 Li spiriti dolenti disvïati / che n'escon de lo cor; Pd XII 45 due campioni... al cui dire / lo popol disvïato si raccorse; Cv III VIII 19 colui che ben naturato si sostiene in buono reggimento o disviato si rinvia; in questi ultimi tre luoghi il participio potrebbe avere anche valore attivo. Con costrutto intransitivo, sempre nel senso figurato di " allontanarsi dal retto cammino " (cfr. Brunetto Latini Favolello 17 " Dunque pecca e disvia / chi bono amico obria "): Cv III VIII 14 quivi s'inebria l'anima, si che incontanente... disvia in ciascuna sua operazione; Pg XVI 82 'l mondo presente disvia; Pd VI 116 li disiri poggian quivi, / sì disvïando. Talvolta è indicato anche il termine dal quale ci si allontana: Cv IV XXX 3 a confusione di tutti quelli che disviano da nostra Fede; intransitivo pronominale in Rime LXII 12 non vi disviate da lui [Amore] punto.