DIAMANTE

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

DIAMANTE (XII, p. 737; App. II, 1, p. 776; III, 1, p. 481)

Roberto Scognamiglio

La produzione mondiale di d. è stata caratterizzata negli anni recenti da un costante incremento: l'offerta, che nel 1959 era di 27 milioni di carati metrici, ha raggiunto nel 1973 i 44,6 milioni, concentrandosi sempre più nel continente africano, che comprende i maggiori produttori e fornisce oltre i tre quarti della produzione mondiale.

Attualmente i maggiori produttori sono lo Zaire (13,1 milioni di carati metrici nel 1973: 29,4% della produzione mondiale); l'Unione Sovietica con 9,5 milioni (21,3%), la Repubblica Sudafricana (7,5 milioni nel 1973, contro 4,3 milioni in media nel quinquennio 1961-65); il Ghana, la cui produzione si è praticamente stabilizzata (2,7 milioni contro 2,8); il Botswana (2,5 milioni); l'Angola (2,1 milioni); la Sierra Leone (1,7 milioni); la Namibia (1,6 milioni); la Tanzania (0,6 milioni). Al di fuori dell'Africa, a parte l'URSS, la produzione più elevata è quella del Venezuela (0,8 milioni di carati nel 1973) che è il nono produttore mondiale; le produzioni brasiliane rimangono a livelli molto ridotti e invariati dagli anni Cinquanta (0,3 milioni di carati metrici).

Secondo una stima del Bureau of Mines statunitense le riserve mondiali ammontavano a 700 milioni di carati metrici nel 1965, ma le prospezioni sottomarine da allora effettuate hanno lasciato intravedere possibilità largamente superiori anche se difficilmente calcolabili.

I principali paesi consumatori, gli Stati Uniti e i paesi dell'Europa, non hanno neppur minime risorse, dunque la maggior parte dei minerali divengono oggetto di scambi internazionali; tale commercio è caratterizzato per gran parte da invii di d. grezzi da parte dei paesi produttori, salvo il caso della Repubblica Sudafricana, e dall'esistenza di piazze specializzate nel taglio, lavorazione e riesportazione del prodotto finito che acquisisce un valore quasi mille volte superiore a queflo iniziale: esse si trovano in Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Israele, Giappone e Hong Kong.

La piazza di Londra, dove opera la De Beers Central selling organisation, che controlla oltre l'80% del commercio mondiale di d., sia attraverso imprese minerarie che società commerciali, conserva un ruolo primario di transazione a livello mondiale; solo paesi come il Ghana e la Sierra Leone sfuggono a tale struttura monopolistica.

Le statistiche delle Nazioni Unite sui commerci in valore del 1973 dànno infatti al primo posto nelle esportazioni di gemme il Regno Unito con quasi due miliardi di dollari, seguito molto a distanza (837 milioni di dollari) da Belgio, Lussemburgo, Israele (617 milioni), Rep. Sudafricana (505 milioni) e Stati Uniti (488 milioni).

Essendo l'offerta inferiore alla domanda, i prezzi sono aumentati regolarmente, non tanto per i d. industriali, che subiscono la concorrenza di più economici sostituti sintetici (carburo di titanio), quanto per le gemme, i cui prezzi, specie dal 1972 in poi, a causa della speculazione e del carattere di valore-rifugio del d. nei periodi d'inflazione, hanno conosciuto forti rialzi.

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