DERMATITE o DERMITE

Enciclopedia Italiana (1931)

DERMATITE o DERMITE (dal gr. δέρμα "pelle"; infiammazione della cute)

Leonardo Martinotti

Data la vastità attuale del concetto di infiammazione e la complessità delle infiammazioni cutanee, la parola ha assunto un significato molto esteso, in quanto nel gruppo delle dermiti entrano numerosi processi che, se hanno per base l'infiammazione, però si differenziano per i caratteri, per l'evoluzione successiva e per gli esiti.

L'infiammazione della cute può essere circoscritta o estesa, diffusa, generalizzata, con manifestazioni a tipo monomorfo o polimorfo (es. eritema essudativo polimorfo) e può avere durata varia. Se ne hanno, pertanto, forme diverse.

A) A seconda della durata distinguiamo:

1) Dermatiti acute a tipo congestizio (eritematose), eritemato-edematoso, pomfoide (urticaria), infiltrativo (papulose), essudativo (vescicolari, bollose, pustolose), eritemato-squamoso (eritrodermie), eritemato-papulo-squamoso (psoriasi e forme psoriasiformi), emorragico (porpore), ecc.

2) Dermatiti subacute, come le precedenti, ma più protratte, oppure come le seguenti ma a decorso più rapido;

3) Dermatiti croniche, a base infiltrativa granulomatosa, quindi tutte le malattie infettive croniche nodulari cutanee: sifilide, tubercolosi, lebbra, micosi, ecc., o anche suppurativa.

B) A seconda della natura dell'infiammazione si possono avere:

1) Dermatiti a base iperemica, congestizia, nelle quali il fatto saliente è l'eritema, a cui si debbono ascrivere diverse forme e varietà, particolarmente tutti gli esantemi infettivi.

a) eritemi scarlattinosi e scarlattinoidi o scarlattiniformi, il cui prototipo è la scarlattina; b) eritemi morbillosi o morbilliformi a tipo del morbillo; c) eritemi roseolici, con tutte le roseole infettive (sifilide, tifo, ecc.) e medicamentose (da balsamici, chinino, antipirina ecc.); d) gli eritemi varî da cause esterne: eritema intertrigo, solare, attinico, da scottatura (1° grado). La dermite eritematosa rappresenta spesso la 1ª fase del processo infiammatorio, alla quale questo può arrestarsi.

2) Derlmatiti a tipo essudativo, sieroso, purulento, emorragico, pseudomembranoso, fibrinoso, a cui appartengono tutte le forme d'eczema, di piodermiti, gli esantemi del vaiuolo, della varicella, per cui si distinguono diversi sottotipi.

Possono essere acute e croniche: queste ultime si combinano spesso e s'associano a quelle produttive (v. appresso).

a) Dermatiti vescicolari, con vescicola, a tipo eczema, a cui appartiene l'eczema stesso con tutte le forme e le varietà, i processi d'eczematizzazione secondaria, tutti gli eczemi professionali; e con vescicola a tipo erpetico, con tutte le forme e varietà di erpete: herpes zoster, febbre erpetica (erpeti regionali: boccale, genitale).

b) Dermatiti pustolose, alle quali vanno ascritte gran parte delle piodermiti, le impetigini, l'ectima, le follicoliti da piogeni, da tricofiti, le forme d'acne, tutte le follicoliti professionali; le forme pustolose di processi infettivi cronici: la sifilide, la tubercolosi, la morva, le micosi varie, la leishmaniosi, gli esantemi a tipo pustoloso (vaiuolo, vaioloide, vaccino, varicella); le dermatosi accidentalmente e secondariamente pustolose di natura vescicolare, bollosa; le dermatosi pustolose da agenti esterni.

c) Dermatiti flittenulari e bollose, a cui appartiene tutto il gruppo del pemfigo e dei pemfigoidi nonché le forme di piodermiti bollose, le tossidermie e le sifilidi bollose, le scottature di secondo grado, l'urticaria e l'eritema polimorfo bolloso.

3) Dermatiti a tipo proliferativo-produttivo, che comprendono tutte le affezioni a tipo infiltrativo acute e croniche; a queste ultime appartengono tutte le forme a tipo granulomatoso, cioè nodulare, quindi le manifestazioni cutanee della lebbra, della sifilide, della tubercolosi, dell'actinomicosi, del rinoscleroma, ecc.

a) Dermatiti eritemato-squamose, caratterizzate dai due fatti salienti dell'iperemia (eritema), e della produzione squamosa. V'appartengono i varî tipi d'eczemi seborroici, la pitiriasi rosea, certe forme di epidermomicosi superficiali specialmente dovute ai tricofiti e ai microsporon, e inoltre tutte l'eritrodermie o dermiti esfogliative in cui i due sintomi principali assumono caratteri peculiari: il rossore infiammatorio, esteso, spesso generalizzato o quasi, persistente e la desquamazione, quasi sempre abbondante, forforacea o lamellare, fogliacea, ecc. A questi due caratteri spesso s'associa in alcune (es. pityriasis rubra di Hebra-Jadassohn) un infiltrato proliferativo più o meno accentuato, esteso, diffuso, o circoscritto. Le eritrodermie costituiscono un gruppo molto importante che comprende numerosi tipi:

α) Eritrodermie secondarie o dermatosi eritrodermiche: dermiti esfogliative secondarie a processi primitivi varî: eczemi, psoriasi, lichen, pemfigo fogliaceo in cui s'ha la generalizzazione del processo primitivo con assunzione di caratteri eritrodermici. Possono manifestarsi in forme acute (erpetidi di Bazin, eritrodermie episodiche di Besnier), o anche subacute (erpetidi esfogliatrici maligne di Bazin o dermatiti maligne croniche esfoglianti di Leloir e Vidal). Non sempre sono strettamente legate alla dermatosi antecedente, ma rappresentano l'effetto di un'infezione secondaria o d'una sensibilizzazione o di medicamenti, ecc.

β) Eritrodermie primitive: v'appartengono molte forme:

1. Eritrodermie infantili. Sono numerose: acute e subacute, spesso in rapporto a intossicazioni medicamentose, oppure a infezioni, o ancora, come manifestazioni congenite, per esempio come forma lieve dell'ittiosi fetale, o come forma grave della desquamazione fisiologica che s'osserva in molti neonati (desquamazione lamellare dei neonati).

Due tipi hanno un interesse particolare: a) l'eritrodermia desquamativa dei lattanti, di Leiner, s'inizia ora al capillizio con eczema seborroico intenso, ora alle natiche con intertrigine, e poi s'estende a tutto l'ambito cutaneo. S'accentua al tronco, specie al dorso, dov'è più intensa la desquamazione a tipo lamellare intensamente eritrodermico. Compare nei primi mesi di vita e può durare molti mesi, specie in bambini dispeptici, nei quali la scomparsa dei disturbi intestinali può favorire la risoluzione del processo cutaneo. b) La dermatite esfogliativa dei lattanti di Ritter. S'inizia nelle prime settimane, per lo più attorno alla bocca, più di rado in altre sedi, donde poi rapidamente si generalizza. Le lesioni sono inizialmente bollose, poi la cute assume un aspetto pseudoerisipelatoso, finalmente diventa rosso-porpora e desquama a grandi lembi, con produzione secondaria d'erosioni essudanti, che poi si ricoprono di croste, e non di rado dànno luogo a ragadi. Qua e là si possono vedere lembi di cute che si staccano. Qualche volta il quadro ricorda un'estesa e grave scottatura, altre volte il corpo appare come scorticato. Nelle zone integre si possono produrre bolle al minimo trauma.

2. Eritrodermie degli adulti. Possono essere acute, subacute, croniche: a) alle forme acute appartiene la dermatite esfogliativa acuta benigna di Brocq, o eritema scarlattiniforme desquamativo recidivante di Féréol e Besnier, a decorso rapido, febbrile, preceduto da brivido, costituito dalla comparsa di zone iperemiche, rosse, pruriginose, cui rapidamente si sovrappone una desquamazione a grandi lembi che alle estremità può assumere l'aspetto di guanti e di sandali. Spesso v'ha concomitanza d'angina, di congiuntivite, di glossite desquamativa. L'affezione dura circa tre settimane, recidiva di frequente. È verosimilmente l'espressione d'una intossicazione dovuta a diverse cause, tra cui in prima linea medicamenti, come gli arsenobenzoli, il mercurio, ecc.

b) Alle forme subacute va ascritta la dermatite esfogliativa generalizzata di Wilson-Brocq. S'avvicina alla precedente da cui si differenzia per il decorso più lento, per la desquamazione fogliacea fluente, per la compartecipazione costante delle mucose e degli annessi, che nei casi gravi giunge alla caduta totale dei peli e delle unghie. I malati si lagnano d'un senso intenso di freddo e di tensione; dopo mesi intervengono diarrea, deperimento, ipoazoturia, emorragie, stato cachettico, complicanze di bolle, stati essudativi, lesioni ulcerose delle vie aeree superiori. La durata varia da tre a dodici mesi, la morte s'ha nel 15-20% dei casi. Anche questa forma riconosce verosimilmente un'origine tossica.

c) Alle forme croniche appartengono varî tipi importanti ai quali è da aggiungere la forma cronica della dermite di Brocq, che dura anni, con esito letale in stato di cachessia, o per infezione secondaria.

1. Pitiriasi rubra di Hebra-Jadassohn. Affezione rara, ben descritta da F. Hebra, da J. Jadassohn, dimostrata nel 50% dei casi connessa alla tubercolosi. S'inizia per lo più alle grandi pieghe e si generalizza in pochi mesi. La cute è di color rosso cupo intenso, persistente, con scarsa desquamazione, modico prurito, infiltrazione moderata. Coesistono sempre poliadenopatie: i malati si lagnano di senso di freddo e di tensione.

ii. Eritrodermie leucoblastosiche, di stati leucemici e aleucemici varî, dette ancora linfodermie, o leucemidi eritrodermiche linfadeniche e a cui è connessa la linfodermia perniciosa di Kaposi e l'eritrodermia premicosica.

Per i caratteri tutte queste forme sono molto affini tra loro e assai vicine a quelle della pitiriasi rubra di Hebra-Jadassohn. Si tratta di dermatosi a lungo decorso, che s'installano lentamente, in cui la cute ha un colorito rosso, talora scarlattinoide, tal'altra più cupo, violaceo, specie alle pieghe. La desquamazione è scarsa, il prurito è per lo più intenso. Poi compaiono edemi, infiltrati nodosi, adenopatie; l'esito è sempre letale.

b) Dermatiti papulose, comprendenti il lichen planus, e le forme affini, le sifilidi papulose, la prurigo.

c) Dermatiti nodulari o tubercolari, alle quali appartengono tutte le grandi infezioni croniche a tipo granulomatoso; la sifilide, la tubercolosi, la lebbra, ecc., tutte le forme di micosi e tutte le affezioni affini tropicali.

d) Dermatiti papulo-squamose nelle quali il processo squamoso s'impianta su una base produttiva a tipo papuloso; ciò si verifica nella psoriasi, nelle parapsoriasi, e in varî tipi di sifilidi psoriasiformi.

4) Dermatiti a tipo produttivo iperplasico nelle quali l'esagerazione del processo infiammatorio, per fattori etiopatogenetici varî, in rapporto all'agente, al terreno, alla sede, ecc., porta alla produzione d'escrescenze, dovute a iperplasia delle papille e degli zaffi (dermatiti vegetanti), ora a iperplasia interstiziale fibrosa (dermatiti ipertrofiche), ora a ispessimento del malpighiano (acantosi, iperacantosi) o del corneo (ipereleidosi). V'appartengono inoltre le dermatiti sclerosanti, quelle che portano a stati elefantiasici.

5) Dermatiti a tipo alterativo-regressivo, che nella loro evoluzione vanno incontro a processi d'atrofia, il gruppo più importante è dato appunto dalle dermatiti atrofizzanti, processi cutanei in cui l'evoluzione porta quasi costantemente a un'atrofia della parte colpita a cui appartengono forme rare, come l'acrodermatite cronica atrofizzante di Herxheimer, l'anetodermia di Jadassohn. Fatti analoghi si possono svolgere al capillizio e alle regioni pelose che portano talvolta anche all'alopecia permanente, s'ha così tutto il gruppo delle follicoliti atrofizzanti.

6) Dermatiti necrotizzanti, che si connettono direttamente alle dermiti purulente, che portano per lo più a forme ulcerose, fagedeniche, cancrenose.

a) Dermatiti ulcerose, date per lo più da processi infettivi a carattere acuto (ulcera venerea, ulcerazioni acute dei genitali), subacute (tubercolosi, sifilide, lebbra, micosi, in cui s'ha l'ulcerazione del nodulo granulomatoso), croniche (ulcera da varici, ulcera fagedenica dei paesi caldi, tubercolosi, lebbra, ecc.).

b) Dermatiti cancrenose in cui s'ha mortificazione di parti di cute con produzione d'escara (v. cancrena).

7) Dermatiti reattive riparative, nelle quali s'ha la così detta neoproduzione infiammatoria, con formazione del tessuto di granulazione, nella guarigione dei varî processi cutanei.

C) Dal punto di vista etiopatogenetico si possono avere:

1) Dermatiti da causa fisica:

a) meccanica: come le contusioni e i processi reattivi che ne conseguono, i calli, ecc.

b) calorica: a cui si possono ascrivere tanto l'eritema calorico, quanto le scottature, quanto anche i congelamenti;

c) da raggi solari: eritema solare, dermite solare;

d) da raggi ultravioletti: dermite attinica da lampade di quarzffi

e) da raggi X: radiodermiti;

f) da Radium: radiumdermite; mesotoriodermatite;

g) da corrente elettrica: scottature, escare, ecc.

A questo gruppo vanno inoltre ascritte le varie dermatiti in cui la reazione ai raggi solari avviene in terreno cutaneo alterato e per lo più ipersensibilizzato da agenti endogeni: l'idroa vacciniforme, lo xeroderma pigmentoso, la pellagra.

2) Dermatiti da cause chimiche e tossiche:

a) d'origine esogena: 1. da acidi: nitrico, cloridrico, solforico, fenico, ecc.; 2. da alcali: soda, potassa caustica; 3. da riduttori: zolfo, naftol β, acido pirogallico, resocina, acido crisofanico; 4. da vescicanti: cantaridina, olio di croton; 5. da gas; 6. dermatiti da punture di pulci, zanzare, vespe, api, calabroni, ecc., di varia intensità, estensione e durata a seconda dell'animale che ha prodotto la lesione; 7. dermatiti dovute al contatto della cute con piante ad azione irritante (dermatitis venenata) il cui numero oggi è senza limite (Touton ne ha raccolte più di 200): a ricordare il Rhus toxicodendron, la Primula obconina, le Euforbiacee in genere, ecc.

b) d'origine endogena: 1. da medicamenti (eruzioni medicamentose) come tutti gli esantemi da antipirina, iodio, mercurio, salvarsan, ecc.; 2. da alimenti: carni conservate, certi frutti, vegetali, ecc.; 3. da autotossine, come l'urticaria, la prurigine, che spesso si verificano negli esantemi alimentari; 4. da anafilassi (esantemi anafilattici).

3) Dermatiti di natura parassitaria, microbica, micotica, d'origine endogena ed esogena:

a) da cocchi: come i piogeni stafilo- e streptococchi (piodermiti) gonococchi, meningococchi, pneumococchi;

b) da bacilli: da bacillo della polmonite, dell'influenza, della peste, del tifo e paratifo, della difterite, della morva, del carbonchio, dell'ulcera venerea, del rinoscleroma, dal piocianeo, nonché dai bacilli della tubercolosi e della lebbra;

c) da spirilli, soprattutto dalla Spirochaeta pallida della sifilide e dalla Spirochaeta pallidula o pertenuis della framboesia.

d) da miceti, come l'actinomicosi, la sporotricosi, l'emisporosi, la blastomicosi, ecc.

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