Demografia

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

demografia


Scienza che studia i fenomeni che si riferiscono alla popolazione e in particolare la sua determinazione statica e l’analisi della sua evoluzione.

Cenni storici

Il termine d. compare per la prima volta nel 1855, negli Éléments de statistique humaine, ou démographie comparée di A. Guillar, anche se i fondamenti scientifici della disciplina erano già stati posti nel 17° e nel 18° sec. nei lavori degli inglesi J. Graunt (1662) ed E. Halley (1693), del tedesco P. Süssmilch (1775), dell’olandese W. Kersseboom (1742), del francese A. Deparcieux (1746) e dello svedese P. Wargentin (1776), con l’obiettivo di tradurre la realtà in elementi misurabili, per descrivere, analizzare e comprendere i meccanismi che governano la composizione e l’evoluzione di una popolazione. Su tali basi, A. Lotka nel 1939 mise a punto la sua teoria generale della dinamica delle popolazioni, che costituisce la base della d. moderna.

Le fasi dell’analisi demografica

Si possono definire 3 fasi di studio dell’analisi demografica. La prima consiste nella descrizione di consistenza e struttura dei gruppi umani a un dato istante (composizione per età, genere, stato civile, professione, livello di istruzione ecc.), e nell’accertamento dei fenomeni di movimento demografico quali le nascite e le morti o i movimenti migratori e sociali. Un’ulteriore fase può essere individuata nell’analisi dei vari fenomeni a partire dal materiale raccolto, che si attua con strumenti talvolta semplici (come il calcolo di quozienti), talvolta più laboriosi, allorché si tenta di depurare dall’influenza di vari fattori agenti contemporaneamente lo studio di un aspetto specifico (come nel caso in cui si tenti di analizzare la fecondità a prescindere dalla struttura della popolazione e dalla mortalità). Un’ultima fase consiste nella costruzione di appositi modelli, che schematizzino le relazioni esistenti fra le diverse componenti di un dato fenomeno, al fine di cogliere i nessi che si suppone possano esistere fra i vari aspetti introdotti nel modello.

Le finalità e gli sviluppi della demografia

La d. ha il compito di descrivere e interpretare i cambiamenti che si verificano nell’ambito delle popolazioni e di fornire importanti elementi per l’attuazione di politiche e interventi in campo sociale ed economico. In Italia, per es., nell’ambito delle problematiche riguardanti la fecondità e la famiglia, la d. si è interrogata sui nuovi comportamenti e ha fornito risposte utili a chiarire i meccanismi che hanno portato alla scelta del figlio unico, alla maternità tardiva, all’infecondità volontaria, all’aumento delle separazioni, dei divorzi e delle unioni libere, disegnando scenari futuri entro i quali si realizzeranno le intersezioni di tutti questi fenomeni che contribuiscono a definire la composizione delle famiglie italiane, e proponendo indicazioni per le politiche per la famiglia. In tema di immigrazione straniera, ha fornito importanti elementi conoscitivi, consentendo la rilevazione numerica degli immigrati e delle loro caratteristiche per genere, stato civile, professione e nazionalità. Alcune analisi riguardanti le collettività immigrate hanno avuto lo scopo di studiare i progetti migratori originari, le variazioni nel tempo, il livello di vita e le modalità di inserimento economico e sociale degli immigrati. Le proposte innovative della ricerca demografica italiana riguardano tematiche di grande attualità: il mercato, il malessere sociale, la povertà, l’invecchiamento della popolazione, la crescita economica, il sistema pensionistico. Il riferimento alle grandi trasformazioni demografiche non prescinde dall’importanza di conoscere gli effetti prodotti da cambiamenti esterni al sistema delle variabili demografiche. Oltre a essere molto veloci, questi, penalizzando alcune aree territoriali e alcuni gruppi di popolazione più di altri, causano nuove disuguaglianze o l’acuirsi di quelle preesistenti.

Gli approcci disciplinari

La d. ha una collocazione particolare fra le scienze umane, essendo compresenti aspetti sia sociali sia naturali (biologici). Si può parlare di un indirizzo statistico della d., giacché notevoli contributi sono sempre venuti a questa disciplina dal lavoro degli statistici. Altro filone che ha avuto una ricca tradizione, e che si lega per molteplici aspetti al precedente, è quello biologico, che ha prodotto importanti risultati studiando, per es., la legge di mascolinità delle nascite, la frequenza dei parti plurimi, il periodo di nascita nella specie umana, le relazioni fra fecondità, mortalità e caratteri costituzionali e antropometrici. L’indirizzo geografico si interessa, invece, alla distribuzione territoriale della popolazione, sia sotto l’aspetto statico, sia sotto quello dinamico. L’indirizzo sociologico, infine, è volto allo studio dei molti aspetti differenziali della mortalità, e soprattutto della natalità, e anche dei problemi connessi con le modificazioni sociali.

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