DELLA PORTA, Giovanni Giacomo

Enciclopedia Italiana (1931)

DELLA PORTA, Giovanni Giacomo

Mario Labò,

Scultore e architetto. Nacque a Porlezza (Como) circa il 1485, morì a Genova il 1555 Già attivo a Genova nel 1513-16, ma in cose di poco conto, tornò poi in Lombardia. A Milano si accompagnò con Cristoforo Solari, che il Vasari dice suo maestro; per lui disegnò il sepolcro di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este per la chiesa di S. Maria delle Grazie; lavorò con lui alla fabbrica del duomo, di cui fu eletto ingegnere (1524), nonché nella certosa di Pavia, nel sepolcro di Gian Galeazzo, e nella facciata della certosa. Verso il 1531 tornò a Genova, per i lavori della cappella di S. Giovanni Battista nel duomo: e col figlio Guglielmo e con Niccolò da Corte ne costruì l'altare e il ciborio. Poi, nella stessa chiesa e con gli stessi aiuti (coi quali costituì nel 1534 una regolare società di commercio) edificò il vasto altare degli Apostoli, per la famiglia Cibo; scolpì la statua dell'evangelista Luca, e forse anche quella di Marco, per il presbiterio: Partiti i suoi soci da Genova, costituì un'altra ditta con alcuni lombardi, fra i quali Giovanni Carlone; assumendo insieme con loro importanti lavori, anche da esportare a Milano e in Spagna. I documenti gli assegnano il portale di palazzo Salvago (1532), le statue di Giov. Gioacchino Da Passano (1545) e di Giano Grillo (1550) per il palazzo S. Giorgio. Morì mentre eseguiva il sepolcro di Cattaneo Pinelli e la statua di Dario Vivaldi, ultimata dal Valsoldo.

Il D. P., coi suoi seguaci, instaurò in Genova un barocchismo tra lombardo e michelangiolesco, in cui son da vedere anche apporti di Perin del Vaga.

Guglielmo, figlio di Giovan Giacomo, scultore, nacque a Porlezza nel 1500 (?), morì nel 1577. Venuto a Genova con suo padre, aiutò Perin del Vaga in palazzo Doria, lavorando gli stucchi delle sale. In collaborazione col padre eseguì per la cappella di S. Giovanni Battista nella cattedrale le sedici statue di profeti nei plinti del ciborio dell'altare; e partecipò all'attività della ditta costituita insieme col padre e con Niccolò da Corte (v. sopra). Particolarmente a lui parrebbero da attribuirsi la statua di Abramo sull'altare Cibo, e quella di Ansaldo Grimaldi nel palazzo San Giorgio. La sua opera personale più nota è la S. Caterina già sulla porta dell'Acquasola, ora nelle scale dell'Accademia ligustica di belle arti.

Trasferitosi a Roma (dopo il 1537, data riferita dal Vasari) entrò in grazia di Michelangelo, che lo adoperò a restaurare cose antiche (rifece le gambe all'Ercole Farnese), e morto nel 1547 fra Sebastiano del Piombo gli fece ottenere il suo ufficio, con l'incarico di eseguire il sepolcro del papa, Paolo III, per la basilica di S. Pietro. Questo monumento fu nell'esecuzionc diminuito dal primitivo disegno descritto dal Vasari: vi furono poste, invece di quattro, due sole figure allegoriche (le altre due andarono a palazzo Farnese). Quella ignuda della Giustizia (rivestita poi di bronzo nel 1593 da Teodoro, figlio di Guglielmo e anche egli scultore) si dice riproduca le sembianze di Giulia Farnese, sorella di Paolo III. In quel monumento si vede come Roma abbia favorito lo sviluppo e la sensibilità dell'artista. Spirito bizzarro e molto attivo, nonostante l'agiatezza che l'ufficio del Piombo gli procurava, si adoperò anche assai nei carri della festa del Testaccio, e nelle altre mascherate che si usavano a Roma nel Cinquecento. (V. tav. CXLVI).

Bibl.: G. Vasari, Le vite, VII, ed. G. Milanesi, Firenze 1881; G. Baglione, Vite dei pittori, scultori e architetti, Roma 1642; R. Soprani, Vite dei pitt. scult. ed arch. genovesi, Genova 1674; S. Varni, Delle opere di Gian Giacomo e Guglielmo Della Porta e Niccolò da Corte in Genova, in Atti Soc. lig. di st. patria, IV, 1866; F. Alizeri, Not. dei prof. del dis. in Liguria dalle origini al sec. XVI, IV e V, Genova 1876 e 1877; G. della P. scultore milanese, in Arch. stor. lomb., II (1875), pp. 295-322; W. Lübke, Gesch. der Plastik (3ª ed.), Lipsia 1880; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma, Milano 1881, passim; L. Cadier, Le tombeau de pape Paul III Farnèse, de G. della P., in Mélanges de l'école française, IX (1889), pagine 49-92; E. Steinmann, Das Grabmal Pauls III in S. Peter in Rom, Roma 1912; G. Gronau, Über zwei Skizzenlücher d. G. della Porta in der. Düsseldorfer Kunstakademie, in Jahrb. d. preuss. Kunstsamml., XXXIX (1918), pp. 171-200.

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