DE ANGELIS VALENTINI, Enrico Giovanni Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 33 (1987)

DE ANGELIS VALENTINI, Enrico Giovanni Giuseppe

Alessandra Cruciani

Nacque a Rocca di Papa (Roma) il 14 nov. 1900 da Alessandro e da Maria Flocke e iniziò giovanissimo lo studio della musica, dapprima con uno zio, poi con insegnanti qualificati all'istituto musicale Morlacchi di Perugia; passò poi al liceo musicale Rossini di Pesaro, ove fu allievo per il pianoforte e la composizione di A. Zanella e di A. Cicognani per l'organo. Al termine degli studi, pur essendo in possesso di una solida preparazione e avendo riscosso consensi per il suo talento di pianista e di compositore, egli preferì ritardare il suo ingresso ufficiale nel mondo musicale e si trasferì a Roma per completare la sua formazione.

Iscrittosi ai corsi di perfezionamento del conservatorio di S. Cecilia, fu allievo per la composizione di prestigiosi insegnanti come G. Setaccioli, M. Bossi e A. Casella; contemporaneamente, desideroso di affrontare la carriera concertistica, studiò con P. Boccaccini e F. Guglielmi, ambedue allievi di F. Liszt, con i quali perfezionò la sua tecnica pianistica.

Il suo esordio come compositore ebbe luogo nel 1922 con la Ballata informa divariazioni per pianoforte, con, cui vinse il concorso di composizione "A. Zanella"; il lavoro, molto apprezzato dalla critica, fu pubblicato a Bologna dall'editore Bongiovanni nel 1923 ed eseguito più volte nello stesso anno da A. Zanella in una sua tournée di concerti. Contemporaneamente il D. intraprese la carriera concertistica come pianista e si esibì con successo in varie città italiane, facendosi apprezzare per la tecnica sicura. il tocco pieno e morbido e allo stesso tempo vigoroso, tale da suscitare l'entusiasmo del pubblico che elogiò in varie occasioni anche le sue composizioni presentate in prima esecuzione; successivamente si dedicò prevalentemente alla composizione e dopo aver vinto, nel 1922, il concorso bandito dalla rivista Arte pianistica con il Notturno e Valse op. 7 per pianoforte (Bologna 1922), vinse la medaglia d'argento al concorso bandito dal teatro dei Piccoli con la fiaba musicale in tre atti La forbice di Atropo (Roma 1924, inedita). Ad esse fecero seguito varie composizioni orchestrali tutte inedite (in gran parte conservate nell'archivio di famiglia a Lucca), tra cui: Il cignomorente, azione in due episodi e un intermezzo (incompiuta); Villad'Este - Suite per orchestra; Primavera nella Campagna romana; Suiteper orchestra d'archi; Notturno (1933); Egloga (1954); Sinfonia breve; Notte d'inverno e altri pezzi per orchestra.

Dedicatosi anche alla composizione di lavori vocali, nel 1922, con la melodia Addio per voce e pianoforte, vinse il concorso bandito dall'Arte pianistica (Napoli 1922) e compose poi Tre liriche op. 11 (inedite); Cantod'aprile e Due cantiduecenteschi: Visione (Sennuccio del Bene) e Ballatadi primavera (Guido Novello da Polenta) (Bologna 1926); Tre poemetticarducciani (inediti). Frattanto, desideroso di divulgare la produzione musicale italiana del suo tempo, presentò egli stesso nel corso delle sue numerose tournées di concerti in varie città italiane composizioni di A. Zanella, O. Respighi, M. Castelnuovo Tedesco, R. Bossi, A. Gasco, F. Santoliquido, D. Alaleona.

Ripresa la carriera concertistica, volle dedicarsi anche all'insegnamento e nel 1927, quale riconoscimento ai suoi meriti di esecutore, fu nominato titolare della cattedra di organo all'istituto musicale Nicolini di Piacenza e contemporaneamente occupò il posto di organista nella cattedrale; la stima di cui godeva e il prestigio raggiunto anche in campo didattico gli procurarono poco dopo l'affidamento della cattedra di pianoforte principale sempre nell'istituto Nicolini. Nel 1930 compì una lunga tournée di concerti che lo portò a Lodi, Piacenza, Brescia, Bologna e a Milano ove fu prescelto da A. Zanella quale esecutore del concerto organizzato dall'università popolare in suo onore.

In tale occasione il D. eseguì per la prima volta in pubblico la Sonata incompiuta in domaggiore di Schubert, da lui stesso completata nelle parti mancanti, e riscosse grandi consensi di pubblico e di critica. Nello stesso periodo ptomosse una serie di inizigitive per diffondere capolavori del passato e fu primo esecutore di composizioni dimenticate di G. Frescobaldi, A. Scarlatti, M. Clementi, L. Leo, G. Sgambati, F. Turini.

Nel 1943 fu chiamato quale insegnante di pianoforte principale al liceo musicale di Udine e si dedicò con particolare impegno alla composizione di varia musica per pianoforte, mettendosi in evidenza per l'apprezzatissima produzione di carattere didattico. Particolarmente attivo come insegnante, non trascurò mai l'attività di concertista e presentò in varie occasioni sue composizioni, tra cui, assai apprezzato dalla critica, il Concerto per pianoforte e orchestra op. 70 (1926, inedito).

Tra le sue composizioni per pianoforte si ricordano in particolare: E la luna discende sul prato della valle (premiata al concorso bandito da La Sonata moderna di pianoforte, Roma 1924); Tre piccoli pezzi (Corriere musicale dei piccoli, Firenze 1926); Due preludi gregoriani (inediti); Toccata, Fuga, Aria (Milano 1934); Laude Gregoriana; Tre Notturni (inediti); Arietta e pastorale (Corriere musicale dei piccoli, Firenze 1935); Balletto'ad usum infantis; cinque piccoli pezzi su antiche danze del XVI e XVII secolo (Bologna 1936); Sarabanda nello stile antico, in P. Montani, Composizioni pianistiche di autori italiani contemporanei (Milano 1955); Sogni di bimbi, 10 pezzi facilissimi per pianoforte (ibid. 1953); inoltre: Cantico per violino e pianoforte, dedicato ai caduti in Affica Orientale (Bologna 1937); Suite per pianoforte, violino, flauto e oboe op. 23 (inedita); Pastorale e burlesca per flauto e pianoforte (Udine 1950); Egloga per flauto solo (ibid. 1950); Canzone indiana per violoncello e pianoforte (Padova 1960), e numerose altre composizioni per strumenti diversi.

Fu inoltre autore di composizioni di più ampio respiro, tra cui si ricordano l'oratorio La resurrezione di Lazzaro e La morte del Redentore per soli, coro e orchestra (1957), L'Adorazione dei re magi (1953) e Maria triumphans (1954) per viola sola, coro e orchestra.

Non meno copiosa fu la sua produzione in campo didattico, dedicata sia al pianoforte sia all'organo; particolarmente apprezzate furono le opere composte per il pianoforte, per anni adottate in vari istituti musicali e conservatori italiani. Si ricorda in particolare un Metodo completo per lo studio del pianoforte in due parti con prefazione di G. Piccioli, pubblicate a Bologna nel 1937 e 1938, cui fecero seguito: Undici studi per la tecnica moderna del pianoforte (Bologna 1937), opera ricca di spunti geniali e dalla tecnica audace, in cui emergono per originalità la Toccata e la Fanfara; 41 Studietti elementari dal corso completo per lo studio del pianoforte secondo la tecnica moderna (ibid. 1943); Antologia melodica facile e progressiva per pianoforte, ad uso delle scuole magistrali e di avviamento dei collegi e delle scuole di musica (Milano 1959); elaborò inoltre: Quaderni di brevi composizioni di Ludwig van Beethoven (Bergamo 1968). Per organo e harmonium: Primizie meloffiche dell'organista esordiente. Cinquanta composizioni per gli allievi d'harmonium (Bergamo 1955); Acquarelli musicali. 33 pezzi caratteristici per l'allievo dharmonium (ibid. 1957); Pastorale "Ninna Nanna", in Pastorali Per organo o armonio. Le armonie dell'organo (I, ibid. 1960); Leggenda e melodia, in L. Picchi, Antologia di pezzi moderni per armonio (Milano 1960).

Compositore fecondo e versatile, il D. affiancò la carriera concertistica ad una intensa attività creativa in cui diede prova di buon mestiere, gusto e talora originalità. Particolarmente apprezzata fu la sua produzione pianistica, in cui mise in rilievo doti di fantasia ed elegante scrittura, derivategli dall'insegnamento di P. Boccaccini, insigne pianista e didatta italiano, dal quale seppe assimilare la perfetta tecnica e la rigorosa professionalità: qualità che si rivelarono anche nella sua attività di organista, in cui ebbe maestro l'altrettanto celebre M. E. Bossi. Significativo fu il contributo da lui dato alla produzione di carattere didattico, in cui, facendo buon uso della sua esperienza di concertista e di insegnante e soprattutto seguendo il filone della grande scuola pianistica italiana dell'ultimo Ottocento, diede il meglio di sé, rivelandosi peraltro sensibile anche alle istanze del rinnovamento musicale italiano venuto a delinearsi con i musicisti della generazione dell'Ottanta a maturato nei primi decenni del Novecento.

Morì a Lucca il 17marzo 1983.

Fonti e Bibl.: Recens. e notizie in Musica d'oggi, XI (1929), p. 419; XVIII (1936), pp. 184, 257; XIX (1937), pp. 346, 351; M. V. Recupito, Artisti e musicisti moderni, Milano 1933, pp. 83 s.; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, App., Roma 1928, pp. 75 s.; C. Schiniffi, Diz. univ. dei musicisti, suppl., p. 242; Encicl. della Musica Ricordi, II, p. 19; Encicl. della Musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 252.

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