Davide e Golia

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Davide e Golia

Margherita Zizi
Il fanciullo che sconfisse il gigante

La storia del pastorello Davide che, armato di una semplice fionda, uccide Golia, il temibile gigante dei Filistei in guerra con il popolo di Israele, è uno degli episodi più famosi della Bibbia. Simbolo della fede e del coraggio che trionfano sulla bruta violenza, la vicenda ha ispirato numerosi capolavori artistici

La narrazione biblica

La storia di Davide e Golia è narrata nella Bibbia. Si svolge intorno al 1000 a.C. e ha come sfondo la guerra tra i Filistei e il popolo di Israele guidato dal re Saul. È un momento critico per gli Ebrei: l'esercito dei Filistei sembra avere la meglio grazie alla presenza tra le sue schiere del terribile gigante Golia, alto tre metri, armato di una corazza di quaranta chili e di una lancia con una punta del peso di cinque chili. Ogni giorno, da quaranta giorni, Golia lancia una sfida: sarà un duello tra lui e un campione dell'esercito nemico a decidere le sorti della guerra. Ma nessuno osa accettare. È a questo punto che entra in scena Davide. Troppo giovane per andare a combattere nell'esercito di Saul, il fanciullo ha l'incarico di pascolare le greggi del padre. Un giorno questi lo manda dai fratelli maggiori che combattono nell'esercito di Saul. Ed ecco che dalla schiera dei Filistei si fa avanti Golia e ripete la sua sfida provocante. Mentre gli altri fuggono terrorizzati, Davide chiede chi sia mai quel filisteo che osa sfidare con disprezzo le schiere del popolo di Dio. Venuto a conoscenza dell'audacia del fanciullo, il re Saul lo manda a chiamare. Davide si offre di andare a combattere contro Golia, e per convincere il sovrano del proprio valore gli narra come, pascolando le greggi del padre, spesso ha dovuto affrontare e uccidere orsi e leoni. Così come Dio l'aveva salvato in quelle occasioni, lo avrebbe protetto anche da Golia. Colpito dall'audacia del giovanetto, Saul gli dà un elmo di bronzo, una corazza e una spada. Ma Davide, impacciato dalle armi alle quali non è abituato, le depone e sceglie da un torrente cinque sassi ben lisci; poi, con la fionda in mano, si fa incontro a Golia e lo incita spavaldo a misurarsi con lui. Anticipando il gigante tira fuori fulmineo un sasso dalla bisaccia e lo scaglia con forza contro la fronte di Golia, che stramazza al suolo. Infine corre accanto al filisteo, gli sfila la spada dal fianco e lo uccide, tagliandogli la testa. Il capo mozzato di Golia sarà portato in trionfo a Gerusalemme. Il più forte, come spiega sant'Agostino commentando l'episodio biblico, si è dimostrato il pastorello, perché è andato incontro a Golia confidando non in sé ma in Dio, armato non di ferro ma dalla propria fede.

Davide e Golia nella visione di tre sommi artisti

L'episodio di Davide e Golia è stato raffigurato da innumerevoli pittori e scultori, affascinati soprattutto dalla figura dell'audace fanciullo che armato di sola fionda affronta il temibile gigante. "Giovane, biondo e di bell'aspetto", ce lo descrive la Bibbia. E come uno spavaldo adolescente di straordinaria grazia e avvenenza lo raffigura lo scultore fiorentino Donatello in una celeberrima statua in bronzo. Realizzata intorno al 1430, la statua fece scalpore in quanto per la prima volta dopo l'età greco-romana veniva presentata una figura umana completamente nuda. Anche in quella che è forse la più famosa statua della storia dell'arte, il monumentale Davide scolpito da Michelangelo all'inizio del Cinquecento, la figura del fanciullo diventa una esaltazione della bellezza e della forza virili. Davide è ritratto qui nel momento di vibrante attesa che precede lo scontro. Caravaggio invece, in una delle sue ultime, sconvolgenti interpretazioni dell'episodio biblico dipinta nel 1606, pone in primo piano la testa mozzata e il viso stravolto dal dolore di Golia, al quale il pittore presta le sue fattezze (è infatti quasi certo che si tratta di un autoritratto). La sofferenza dello sconfitto si riverbera anche sul volto tormentato di Davide, ben diverso in questa raffigurazione dall'adolescente spavaldo e trionfante immortalato da Donatello e da Michelangelo.

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