DANIMARCA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1994)

DANIMARCA

H. Krongaard Kristensen

(danese Danmark)

Regno dell'Europa settentrionale, comprendente la penisola dello Jutland, tra il mare del Nord e il mar Baltico, e le isole degli arcipelaghi di Fionia, Sjaelland, Lolland e di Falster.Il nome D. compare a partire dal sec. 9° con riferimento alla zona corrispondente al regno medievale; il nome del popolo è documentato invece già verso la metà del sec. 6° da Procopio come Danoi (De bello Gothico, VI, 15) e dallo storico goto Giordane come Dani (De origine actibusque Getarum, III, 25-26).Nel Medioevo il paese comprendeva, oltre all'od. D., anche le province di Scania, Halland e Blekinge, che furono cedute alla Svezia con la pace di Roskilde nel 1658, e la regione dello Schleswig nel ducato dello Schleswig-Holstein. Quest'ultimo territorio costituiva una parte della regione dello Jutland meridionale, divenuta nel corso del Medioevo un ducato indipendente con mutevoli rapporti con la Danimarca. Nel 1864, con la pace di Vienna, la regione fu ceduta alla Prussia e all'Austria; dopo la prima guerra mondiale venne divisa sulla base di un referendum e fu tracciata l'attuale linea di frontiera.Nonostante la frammentazione territoriale, la D. presentava una notevole omogeneità culturale e linguistica, garantita dalla presenza di un'unica popolazione nordica; solo nelle regioni paludose dello Jutland sudoccidentale era insediato un piccolo gruppo etnico di origine straniera, i Frisoni, che aveva abitato le isole fin dall'età delle grandi migrazioni e si era trasferito in terraferma solo in epoca vichinga. Le zone a N della frontiera danese-tedesca, fino a quel momento pressoché disabitate, furono invece colonizzate nel sec. 13° dai Sassoni.Per la sua posizione la D. costituiva un ponte fra la penisola scandinava e il continente europeo, mentre gli stretti danesi collegavano il traffico navale tra il mare del Nord e il Baltico. Nel Medioevo il regno di D. era diviso in tre parti dotate di autonomia legislativa: lo Jutland e l'isola di Fionia; le isole di Sjaelland (Sjaelland, Lolland, Falster, Mön); le regioni della Scania (Scania, Halland, Blekinge, Bornholm). Anche se a partire dalla fine del Duecento vennero emanate leggi che interessavano tutto il regno, tuttavia solo nel sec. 17° si poté giungere a una legislazione comune per tutto il territorio.All'inizio del Medioevo la parte meridionale dello Jutland era sottomessa a un funzionario reale, lo jarl; nel sec. 12° la regione divenne invece un ducato, solitamente amministrato da un esponente della famiglia reale. Con la nomina a duca del principe Abel, nel 1232, fu stabilita la discendenza ereditaria; con l'estinzione nel 1375 della dinastia dei Valdemari il ducato passò ai conti di Holstein, che lo detennero fino al 1460, quando lo Jutland fu riassorbito, insieme allo Holstein, nelle proprietà del reame danese.Altre parti del regno di D., verso la metà del Duecento, furono assegnate come feudi; solo lo Halland settentrionale e in parte quello meridionale rimasero fino al 1360 al di fuori del controllo del potere reale.La D. fu cristianizzata dall'arcivescovado di Amburgo-Brema e le prime sedi vescovili di Schleswig, Ribe e Aarhus sono menzionate nel 948, pochi anni prima del battesimo di re Harald Gormson Blaatand detto Denteazzurro. Intorno al 1060 fu creata la suddivisione in diocesi, che rimase invariata per tutto il Medioevo: lo Jutland ne contava cinque (Schleswig, Ribe, Aarhus, Viborg, Börglum); l'isola di Fionia, insieme a quelle di Lolland e Falster, costituiva la diocesi di Odense, mentre il vescovo delle Sjaelland stabilì la sede a Roskilde. Le regioni della Scania, inizialmente divise in due diocesi, con sedi a Dalby e Lund, furono riunite in quest'ultima. Dopo essere inizialmente dipesa dalla diocesi di Amburgo-Brema, la D. costituì nel Medioevo un unico arcivescovado, fondato nel 1103-1104 con sede a Lund, sotto la cui giurisdizione furono poste più tardi anche l'isola vendica di Rügen (diocesi di Roskilde) e l'Estonia settentrionale (diocesi di Reval).Nell'iscrizione sulla grande stele di Jelling, nello Jutland (ca. 970), re Harald Blaatand si vantò di avere unificato la D. e la Norvegia, ma probabilmente la D. era già da molto tempo un regno unito, come sembra indicare l'erezione del Danevirke (ca. 737), un imponente sistema difensivo sul confine con la Germania, la cui impegnativa realizzazione lascia presupporre la contemporanea esistenza di un'autorità centrale.Alla fine dell'epoca vichinga (1013) Svend Tveskaeg detto Barbaforcuta conquistò l'Inghilterra; suo figlio Canuto il Grande (1016-1035) fu re di Inghilterra, D. e Norvegia, ma questo regno del mare del Nord durò solo fino al 1042.Il periodo successivo fu un'epoca caratterizzata da conflitti interni e da una forte influenza continentale; nel 1157 con Valdemaro I il Grande (1131-1182) si stabilì nel paese un governo autoritario, che continuò con i figli Canuto VI (1182-1202) e Valdemaro II il Vincitore (1202-1241), ma che portò la D. a un periodo di progresso economico con lo sviluppo dell'agricoltura e la fondazione di nuove città.Attraverso una serie di campagne militari furono sottomessi i Vendi, sulla costa meridionale del mar Baltico, e, in seguito, le regioni limitrofe, cosicché la D. all'inizio del Duecento dominava l'intera costa meridionale del Baltico, dalla frontiera tedesca al golfo di Danzica, e, dal 1219, l'Estonia settentrionale; tuttavia l'epoca della grande espansione durò poco e la maggior parte delle conquiste fu ceduta nel 1227.La seconda metà del Duecento fu un periodo caratterizzato da lotte interne, in parte fra le diverse discendenze della famiglia reale e in parte fra quest'ultima e la Chiesa. Sotto Erik Menved (1286-1319) un tentativo di rafforzare la monarchia con una politica estera aggressiva indebolì invece gravemente l'economia statale e, alla morte di Cristoforo II (1332), i creditori non ritennero necessario eleggere un nuovo re. Il vuoto politico fu colmato con l'incoronazione di Valdemaro Atterdag (1340-1375), che risanò le finanze e ristabilì il potere assoluto della corona danese.Dopo la grande crisi causata dall'epidemia della peste intorno alla metà del sec. 14°, la D. fu riunita alla Norvegia e alla Svezia nel 1397 (Unione di Kalmar) dalla figlia di Valdemaro Atterdag, Margherita (1375-1412); ciò creò stretti legami fra la D. e la Norvegia, mentre causò un crescente contrasto con la Svezia, fino alla definitiva rottura nel 1521.

Archeologia

L'ultima fase della civiltà vichinga fu caratterizzata da una serie di fortificazioni, denominate trelleborge dal toponimo Trelleborg, nella regione del Sjaelland, dove venne rinvenuto il primo esempio di questa tipologia (981), caratterizzata dalla forma circolare del fossato e dalla puntuale collocazione degli edifici in isolati prestabiliti. Altri esempi simili sono stati rinvenuti a Fyrkat, Aggersborg (Jutland) e Nonnebakken (presso Odense).Importanti documenti dell'arte di età vichinga sono costituiti da strutture sepolcrali e lapidi; a Jelling, intorno alla più tarda chiesa, esistono due grandi tumuli e i resti di un impianto in pietra a forma di nave collegato a uno di essi. Il complesso comprende anche due pietre runiche: la prima fu eretta dal re Gorm il Vecchio e dal figlio Harald Blaatand; la seconda (983), di dimensioni monumentali, ha su tre lati iscrizioni runiche accompagnate da raffigurazioni, una delle quali riproduce la più antica immagine del Crocifisso rinvenuta in Danimarca.Le più cospicue testimonianze della produzione artistica vichinga sono però costituite dall'oreficeria e dalle armi, come per es. l'ascia di Mammen o le fibbie di Hornelund (Copenaghen, Nationalmus.); le decorazioni sono costituite per lo più da motivi animalistici stilizzati e intrecciati, realizzati con l'uso di una raffinata tecnologia.La produzione vichinga è stata uniformemente classificata nei paesi nordici attraverso le denominazioni degli stili animalistici derivate dai siti dei più importanti rinvenimenti. Lo stile di Jelling, databile intorno al sec. 10°, prende il nome da una piccola coppa d'argento (Copenaghen, Nationalmus.) trovata nel tumulo sepolcrale reale di Jelling. Tale stile venne in seguito sviluppato in quello che prende il nome dall'ascia rinvenuta a Mammen, decorata da un motivo animalistico e da una vivace ornamentazione a tralci; il monumento più significativo è la già citata grande pietra runica di Harald Blaatand. Intorno all'anno Mille fiorì lo stile di Ringerike, che presenta influenze dell'ornato anglosassone e ottoniano. Lo stile di Urnes (metà del sec. 11°), il cui nome deriva dalla stavkirke norvegese dell'omonimo sito (metà del sec. 12°), è l'ultimo dell'epoca vichinga; i motivi decorativi principali sono costituiti da grandi quadrupedi stilizzati e serpenti intrecciati insieme in grossi riccioli, spesso a forma di otto.

Architettura

Gli scarsi resti di edifici ecclesiali in legno del sec. 11° testimoniano un sistema di costruzione 'a palizzate', con dimensioni variabili da quelle della piccola chiesa di Hörning (lunghezza m. 9,3) a quelle dell'edificio di Jelling, che era molto più grande della successiva chiesa in pietra. Pochi sono i resti di stavkirke (Copenaghen, Nationalmus.), come per es. un asse proveniente da Hörning, che esternamente presenta una decorazione a intrecci animalistici dello stile di Urnes, intagliati a rilievo, e internamente motivi vegetali dipinti derivati dall'Europa occidentale.Le prime chiese in pietra furono costruite nel sec. 11°, come per es. la prima cattedrale di Roskilde, una basilica con transetto a impianto occidentale, che fu probabilmente la prima costruzione monumentale danese; l'unico edificio di epoca romanica conservato in questa città è la Vor Frue Kirke (1080 ca.), con impianto a navata unica.Nella regione della Scania furono erette cattedrali a Lund e a Dalby; di quest'ultima, una basilica senza transetto influenzata da quella di Hildesheim, sono conservate la navata e la navatella meridionali. Ad Aarhus, sotto la Vor Frue Kirke, antica cattedrale della città, si conserva la cripta originaria dell'edificio romanico. Ad Asmild, nei pressi di Viborg, rimangono resti di una piccola basilica che intorno al 1100 venne dotata di campanili e abside occidentale, secondo una tipologia piuttosto rara in Danimarca. Una chiesa abbaziale molto ben conservata, della fine del sec. 11°, caratterizzata dalla presenza di un transetto a due piani, si trova a Veng, presso Aarhus.La costituzione della diocesi autonoma di Lund portò alla costruzione in questa città di una nuova grande cattedrale, consacrata nel 1145; la chiesa, una basilica a tre navate con abside, coro, transetto, cripta sottostante e facciata con due torri, rappresenta uno dei monumenti fondamentali dell'architettura romanica dei paesi nordici. L'edificio, riccamente decorato, rivela nette influenze artistiche lombarde, normanne e renane; dalla Lombardia giunsero infatti gli scalpellini, che diedero vita a una decorazione architettonica unica per ricchezza nell'Europa settentrionale. L'abside, modificata intorno al 1160, è esternamente suddivisa in tre fasce: l'inferiore e la mediana sono ripartite in arcature cieche, la superiore è aperta da una galleria di archetti di netta derivazione lombardo-renana.Il cantiere di Lund fu all'origine di un'intensa attività architettonica: nel corso del sec. 12° furono infatti erette le grandi cattedrali romaniche di Schleswig, Ribe e Viborg, le prime due edificate in granito e tufo, in stile basso-renano, la terza, in granito, influenzata anche da Ribe. Il duomo di questa città presenta una pianta basilicale a tre navate poco sviluppate in lunghezza, con transetto, cupola e una profonda abside; la facciata fu probabilmente progettata con un impianto a tre torri con galleria. Del duomo di Viborg (metà del sec. 12°) - il più grande edificio romanico in granito della D., eretto su una pianta a tre navate secondo il modello di Ribe - non si conserva attualmente che la cripta, mentre il resto dell'architettura è frutto di una ricostruzione avvenuta tra il 1864 e il 1876.Contemporaneamente alla costruzione delle grandi cattedrali romaniche in pietra tenera vanno ricordate le chiese rurali, conservate in gran numero, edificate in tufo, caratterizzate da una tipologia 'a sala' e, nella Scania e nel Sjaelland, dotate di torri in facciata.Esiste inoltre un piccolo gruppo di chiese a pianta centrale: la chiesa di Store Heddinge, alterata da restauri, presenta una pianta ottagonale e un coro dalla struttura complessa e articolata con un piano superiore. Sono inoltre note alcune piccole chiese a pianta circolare, in alcuni casi a due livelli, legate ad ambienti aristocratici e influenzate da modelli boemi, moravi e polacchi; si conservano quelle di Bjernede nell'isola di Sjaelland, dove esistono numerosi esempi di questa tipologia, di Thorsager nello Jutland, di Horne nell'isola di Fionia e di Valleberga in Scania, dove tra l'altro costituiscono una tipologia rara, per l'accentuato carattere difensivo, le quattro chiese a pianta circolare di Bornholm a due o tre livelli.La mancanza di pietre da costruzione portò alla precoce diffusione dell'uso del mattone, che fu impiegato, intorno al 1160, per dare inizio alla costruzione della chiesa abbaziale cistercense di Sorö e di quella benedettina di Ringsted in Sjaelland; la tecnica della fabbricazione dei mattoni era importata dalla Lombardia, mentre l'architettura rivelava piuttosto ascendenze francesi. Negli anni seguenti fu eretta una serie di chiese tardoromaniche in cotto nel c.d. stile del Sjaelland.La chiesa abbaziale di Sorö, monastero fondato nel 1162, presenta un impianto di tipo bernardino, secondo lo schema di Fontenay; l'unica chiesa cistercense integralmente conservata è quella di Lögum (Jutland).Intorno al 1170 venne iniziata la costruzione della nuova cattedrale di Roskilde, un edificio tardoromanico in mattoni, con forti influenze del primo Gotico della Francia settentrionale e in particolare della cattedrale di Arras; la chiesa, a tre navate con un corto transetto tripartito, presenta una terminazione absidale con ambulacro. I precoci tratti gotici di Roskilde non ebbero però esiti immediati; la metà del Duecento fu contrassegnata dal c.d. stile di transizione, in cui finestre snelle con arco leggermente ogivale venivano accostate a gruppi di due o tre; questa fase architettonica è attestata dalle chiese degli Ordini mendicanti, per es. quelle dei Domenicani ad Aarhus e Viborg e quella francescana a Ystad (Scania).Solo alla fine del Duecento si affermarono i caratteri gotici e a questa fase appartiene la ricostruzione della cattedrale di Odense, databile, sulla base di un'iscrizione, al 1301: l'edificio in mattoni è contemporaneo ai più antichi esempi di architettura gotica in cotto della Germania settentrionale, presentando tuttavia caratteri peculiari, legati all'architettura inglese o, più probabilmente, fiamminga.Nelle maggiori città danesi, durante il sec. 14°, vennero eretti i complessi conventuali dei principali ordini e insieme grandi edifici religiosi come la Vor Frue di Copenaghen - ricostruita totalmente nel 1811 - in uno stile strettamente legato al Gotico laterizio delle città baltiche della Germania settentrionale (per es. la Marienkirche di Lubecca). Le chiese a impianto basilicale presentano ambulacro con cinque cappelle a tre lati e brevi transetti a due navate.L'architettura civile in D. è testimoniata soltanto dalle fortificazioni della città di Vordingborg (Sjaelland), dove si conserva un lungo tratto dell'antica cinta muraria, e dal castello di Hammershus (fine del sec. 12°) dell'arcivescovo di Lund, nell'isola di Bornholm. Il castello di Nyborg (Fionia), fondato nel 1170 e considerato uno dei luoghi storici di maggiore importanza della D. (nel 1282 venne qui redatta la prima carta costituzionale), conserva parte dell'originaria struttura, successivamente alterata da ampliamenti e distruzioni.Fra le strutture private soltanto le residenze vescovili presentano ancora i caratteri originali dell'architettura civile medievale, come per es. nel Sjaelland il palazzo duecentesco del vescovo di Roskilde a Dragsholm e, in migliore stato di conservazione, quello di Gjorslev (sec. 15°), che presenta un impianto a croce con una grande torre sopra l'incrocio.

Scultura

I casi più interessanti di scultura in D. sono costituiti dai fonti battesimali, documentati da numerosi esempi. In Scania, per es. a Löderup e Tryde, ne sono conservati alcuni di dimensioni monumentali, ornati da complesse raffigurazioni teologiche tra le quali, come in altri esempi dello Jutland, è estremamente diffuso il motivo del leone, presente peraltro anche nella decorazione dei portali.La tipologia dei portali della Scania risente del modello della cattedrale di Lund, mentre nello Jutland possono esserne identificati tre gruppi a colonna, influenzati dalle cattedrali di Ribe, Viborg e Schleswig.I più importanti esempi della scultura romanica danese sono costituiti dai nove antependia in bronzo dorato, di cui due conservati nelle chiese di Stadil e Sahl (Jutland), uno a Lyngsjö (Scania), un altro a Norimberga (Germanisches Nationalmus.) e gli altri cinque a Copenaghen (Nationalmus.). La datazione di queste opere oscilla tra il 1140 ca. (altare di Lisbjerg; Copenaghen, Nationalmus.) e i primi decenni del Duecento (altare della chiesa di Stadil).Dello stesso periodo è una serie di crocifissi, come per es. quelli di Aaby e Tirstrup, del sec. 12° (Copenaghen, Nationalmus.), che presentano la particolare iconografia del Cristo incoronato. Di ambito culturale di forte ispirazione francese è l'imponente crocifisso (1225) del coro della cattedrale di Roskilde (conservato in stato frammentario a Copenaghen, Nationalmus.), che fece scuola specialmente nell'area danese orientale; un eccellente esempio è il grande crocifisso d'avorio dell'abbazia di Herlufsholm, probabilmente prodotto a Roskilde.Con l'uso del mattone la decorazione architettonica scomparve e per il resto del Medioevo la produzione di sculture in pietra si fece piuttosto limitata.I maggiori esempi di scultura gotica sono del Trecento. Nella chiesa del complesso cistercense di Sorö sono conservati i monumenti funerari dei reali danesi, tra i quali i sarcofagi di Cristoforo II (m. nel 1332), della regina Eufemia (m. nel 1331) e del figlio Valdemaro Atterdag (m. nel 1375), la cui decorazione tuttavia è praticamente scomparsa; nella cattedrale di Roskilde si trova il monumento funerario della figlia, la regina Margherita (m. nel 1412), che presenta ornati in alabastro. Sempre di ambito trecentesco è la decorazione degli stalli del coro della cattedrale di Lund, dove sono raffigurate Storie dell'Antico Testamento, Profeti e Mesi.

Pittura

I più antichi dipinti su tavola sono rappresentati da figure di santi entro cornici trilobate che decoravano la pala d'altare del monastero di Lögum, del 1325 ca. (Copenaghen, Nationalmus.). Tra le opere di epoca tardogotica vanno segnalate la pala della chiesa di Nöddebo (Sjaelland), raffigurante una Crocifissione con i committenti, e un'altra, molto restaurata, proveniente dal convento delle Carmelitane di Helsingör (Copenaghen, Nationalmus.), dove è rappresentato il Giudizio universale insieme ai due regnanti committenti, Cristiano II ed Elisabetta.Delle pitture murali - oltre ai dipinti conservati nelle chiese della regione dello Jutland, della prima metà del sec. 12°, come quelli di Örreslev, Tamdrup e Ferring - va soprattutto ricordata l'estesa decorazione del coro della chiesa di Raasted (Jutland), che costituisce l'esempio più completo e importante della pittura romanica scandinava, dove sono raffigurati i cicli dell'Infanzia e della Passione di Cristo e, sull'arco trionfale, la Traditio legis e insieme gli apostoli, la Vergine e S. Michele che uccide il drago. Alcuni caratteri, che denunciano la presenza di primitivi elementi della pittura gotica, fanno ipotizzare per questo ciclo una datazione verso la fine del 12° secolo. Di qualche decennio anteriore (1170 ca.) è invece la decorazione della chiesa di fondazione reale di Vä (Scania), che presenta nel catino absidale Cristo in maestà circondato dai simboli dei quattro evangelisti e, nella volta a botte del coro, ventiquattro medaglioni entro i quali sono rappresentati i cori celesti che cantano il Te Deum. Il particolare livello qualitativo e la committenza della chiesa, legata a Valdemaro I, consentono di riferire questi dipinti a un importante maestro attivo presso la corte danese, aggiornato sull'influenza della cultura comnena in Occidente.Soltanto agli inizi del Trecento si diffuse in D. la pittura gotica di influenza francese, i cui esempi maggiori sono rappresentati dalle decorazioni delle chiese di Österlars, nell'isola di Bornholm, di Ringsted e di Naestved (Sjaelland).

Bibl.: F. Beckett, Danmarks Kunst [L'arte della D.], 2 voll., København 1924-1926; Danmarks Kirker [Le chiese della D.], København 1933ss.; Kulturhistorisk leksikon for nordisk Middelalder fra vikingetid til reformationstid [Dizionario di storia culturale del Medioevo nordico], 22 voll., København 1956-1978; Danmarks bygningskunst fra oldtid til nutid [L'architettura della D. dall'età vichinga alla Riforma], a cura di K. Millech, H. Lund, København 1963; E. Lassen, Fra runesten til altertavle ca. 900-1500 [Dalla stele runica alla lastra d'altare ca. 900-1500], in Dansk Kunsthistorie [Storia dell'arte danese], a cura di V. Poulsen, S. Danielsen, I, København 1972; A Catalogue of Wall-Paintings in the Churches of Medieval Denmark 1100-1600. Scania, Halland, Blekinge, a cura di K. Banning, 4 voll., Koøbenhavn 1976-1982; Danmarks historie [La storia della D.], I-II, København 1977-1980; H. Johannsen, C.M. Smidt, Kirkens huse [Le chiese], in Danmarks Arkitektur [L'architettura della D.], a cura di H. Lund, København 1981; Danske Kalkmalerier [Pitture murali danesi], a cura di U. Haastrup, R. Egevang, I, Gotik 1375-1475 [Il Gotico 1375-1475], København 1985; Historisk Atlas. Danmark [Atlante storico. D], a cura di J. Kjaerulff Hillesen, O. Zuxen, København 1988; Gyldendal og Politikkens Danmarkshistorie [La storia della D. edita da Gyldendal e da Politikken], a cura di O. Olsen, 16 voll., København 1988-1991; N.K. Liebgott, Dansk Middelalderarkœlogi [L'archeologia medievale danese], København 1989; E. Roesdahl, The Vikings, London 1991; The Vikings. The Scandinavians and Europe 800-1200, a cura di E. Roesdahl, København 1992.H. Krongaard Kristensen

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