STROBEL, Daniele

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

STROBEL, Daniele

Roberto Cobianchi

Nacque a Parma il 30 marzo 1873, secondogenito di Pellegrino (Milano 1821 - Vignale 1895), naturalista, professore e dal 1891 rettore dell’Università di Parma per un triennio, e di Adelinda Valdagni. La famiglia, originaria del Tirolo (von Strobl zu Haustadt und Schwanenfeld), risiedeva con regolarità nella campagna parmense a Vignale, frazione di Traversetolo. Compiuti gli studi presso il regio collegio Maria Luigia di Parma (1880-86), Strobel venne ammesso nel 1887 all’istituto di belle arti di Parma, dove, dopo avere terminato nell’anno scolastico 1889-90 il «corso comune», poté iscriversi al «corso speciale di pittura», avendo come insegnante il pittore Cecrope Barilli, celebre soprattutto come decoratore (Dall’Acqua, 2005, p. 7).

Del 1890 è la sua più antica opera nota, La piccola mendicante (Soragna, palazzo comunale), presentata alla mostra annuale della Società d’incoraggiamento di Parma e per sorteggio assegnata al Comune di Soragna; il soggetto e la resa stilistica del dipinto dichiarano l’adesione del giovane autore a una poetica legata al dato reale, pur venata di un malinconico intimismo.

Intenzionato a proseguire la propria formazione accademica, nel 1891 Strobel si recò a Roma, dove s’iscrisse all’Associazione artistica internazionale con sede a via Margutta 54. Il 10 novembre 1891 fu ammesso all’anno scolastico 1891-92 della «Scuola libera con modello vivente» del regio istituto di belle arti di Roma, e dal 17 novembre dello stesso anno venne autorizzato a «studiare nella sala del nudo» dell’Accademia di Francia (Archivio Daniele de Strobel, Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma).

Alla produzione giovanile appartiene il Ritratto della madre (Traversetolo, Museo Renato Brozzi), datato 1892, anno in cui il Comune di Parma conferì a Strobel la «menzione onorevole di pittura» del premio Artistico perpetuo per Piccola vedetta lombarda, da identificare presumibilmente con il dipinto pervenuto alle Raccolte d’Arte dell’ospedale Maggiore di Milano.

Soprattutto all’inizio della carriera il pittore affrontò temi veristi legati all’emarginazione e alla povertà, specialmente infantile. Con il dipinto intitolato Povero nonno ottenne una «menzione onorevole» all’Esposizione di belle arti di Roma del 1893. Alla mostra parmense della Società d’incoraggiamento di quello stesso anno espose quattro lavori: Ritratto, Ritratto di Signora, Il funerale della nonna (tutte opere di ubicazione sconosciuta) e il pastello Margherita, datato «Roma 1893» (Fidenza, palazzo comunale). Nel 1897 presentò alla mostra organizzata dalla medesima Società d’incoraggiamento Ultimi raggi (Parma, Galleria nazionale), in cui il tramonto è soltanto il pretesto per raffigurare un anziano contadino che avanza nello scabro paesaggio spingendo con fatica una carriola sovraccarica.

A Roma Strobel ebbe soprattutto modo di confrontarsi con un ambiente artistico dalle aperture internazionali, entrando in rapporto con il pittore Antonio Mancini, il cui ascendente si coglie nelle pennellate rapide e nei barbagli di colore scintillanti che caratterizzano alcuni dipinti da collocare sullo scorcio del secolo, quali Pigmalione e Galatea (Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma) o Il velo (Prima della Processione) (Parma, collezione privata), presentato all’Esposizione nazionale di Torino del 1898. Le origini mitteleuropee della famiglia portarono inoltre l’autore a interessarsi precocemente ai risultati più moderni della cultura figurativa di area germanica, che conobbe soprattutto attraverso le pagine della rivista illustrata Jugend, pubblicata a Monaco a partire dal 1896, come rivelano i dipinti murali con scene olandesi eseguiti nella villa paterna di Vignale di Traversetolo.

Negli anni a cavaliere dei due secoli Strobel iniziò a dipingere con sempre maggior frequenza soggetti storici o letterari, spesso ambientati in un passato medioevale o rinascimentale di intonazione melodrammatica, quali Sugli spalti (Il boia) (Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma), ispirato alla sanguinosa repressione attuata dal duca di Parma Ranuccio I Farnese contro la cosiddetta congiura dei feudatari, che nel 1612 aveva portato alla decapitazione, tra gli altri, di Barbara Sanseverino, o ancora Il delitto di don Garcia (Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma), di cui realizzò anche una replica parziale di grande formato (Parma, collezione privata). Non mancano, tuttavia, episodi di storia contemporanea quali Rogo d’eroi (Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma), una straziante critica alla violenza bellica basata su un evento della guerra russo-giapponese del 1904-05, e resa oltremodo drammatica dal violento chiaroscuro e dalla corposità dei pigmenti. Si tratta spesso di tele di dimensioni ragguardevoli, che dopo il 1905 il pittore dipinse nello studio allestito nella villa che si era fatto costruire a poca distanza da quella paterna a Vignale, dove risiedeva, alternando soggiorni a Milano, Roma e occasionalmente Venezia.

Con lo scadere del secolo Strobel intensificò la partecipazione alle esposizioni nazionali e internazionali, ricevendo talvolta riconoscimenti ufficiali (elenco in Strobel, 1995, pp. XIV-XVII, nota 23). Per tre volte prese parte all’Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia: alla terza edizione nel 1899 con Mansuetudo, alla quinta nel 1903 con il trittico Ad tanta nati sumus? e alla sesta nel 1905 con Guanto di sfida (tutte opere di ubicazione ignota). All’Esposizione italiana di Londra del 1904 presentò la grande tela Giulietta e Romeo (ubicazione ignota), mentre l’anno seguente inviò alla IX Esposizione internazionale di Monaco di Baviera la tempera Nella fattoria (ubicazione ignota). Nel 1906, con la monumentale tela Faida di Comune (Parma, collezione privata), ispirata a una lirica di Carducci, ottenne il premio Fumagalli all’Esposizione dell’Accademia di belle arti di Brera. Nello stesso anno ricevette ex aequo il premio della Società della pace all’Esposizione internazionale di Milano con La guerra – Rogo d’eroi.

Nel dicembre del 1900 fu nominato socio onorario dell’Accademia di belle arti di Milano e nel 1903, per volere di Cecrope Barilli, accademico di merito dell’Accademia di Parma (Archivio Daniele de Strobel, Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma).

Sebbene l’ispirazione giungesse spesso al pittore dal mondo letterario, come mostrano ancora i due monumentali pannelli di derivazione boccacciana Nastagio degli Onesti (Parma, collezione privata), permangono numerose le opere di soggetto verista, quali Nel cortile della fattoria (Parma, Accademia nazionale di belle arti e Archivio), una delle tante fragranti istantanee che egli dedicò al mondo dei contadini della campagna emiliana, il quale gli fu inesauribile fonte di ispirazione. Non mancano, inoltre, dipinti nei quali Strobel celò significati simbolici, quali la malinconica figura femminile di Rose e spine (Ascoli Piceno, Pinacoteca civica; in deposito dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma).

Oltre al pastello, che Strobel usò con maestria sia in opere di forte adesione al dato reale, quali il Ritratto a figura intera di Gardina Tosi (Parma, Pinacoteca Stuard), sia con effetti divisionisti come nel S. Giorgio (Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma), dominato dal cromatismo solare e squillante che divenne cifra prioritaria di molta della sua produzione, anche il disegno fu strumento autonomo, soprattutto nell’ambito dell’illustrazione, a cominciare dalle tavole per la Storia di Parma di Tullo Bazzi e Umberto Benazzi, pubblicata nel 1908 dall’editore parmigiano Battei.

Occasionalmente l’artista si dedicò anche alla scultura, esordendo nel 1910 all’Esposizione di Brera con il bronzo Piccolo Gaucho (Parma, collezione privata) e con la cera Il fanciullo e la morte (Parma, collezione privata), di cui una versione bronzea fu acquistata per la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma; un secondo bronzo si conserva al Museo Renato Brozzi di Traversetolo.

In collaborazione con i pittori di Parma Latino Barilli e Amedeo Bocchi e con lo scultore Renato Brozzi, Strobel lavorò a una ricostruzione della sala d’oro del castello di Torrechiara, allestita nel padiglione regionale Emiliano-Romagnolo dell’Esposizione internazionale di Roma del 1911. Per il più giovane Brozzi, nativo di Traversetolo, Strobel fu il mentore che ne incoraggiò e sostenne anche economicamente gli studi, destinati a farlo affermare quale medaglista e orafo prediletto da D’Annunzio. Fu Brozzi a donare al Comune di Traversetolo il dipinto di Strobel Il giuramento di Pontida (Traversetolo, Museo Renato Brozzi).

L’attività didattica di Strobel iniziò sistematicamente nel 1911 quando, alla morte di Barilli, venne nominato supplente di figura al regio istituto di belle arti di Parma, dove, dal 1917, fu incaricato anche dell’insegnamento di ornato e decorazione (Dall’Acqua, 2005, pp. 16 s.).

Tra i pochi lavori datati, un pastello del 1919 più volte esposto con il titolo Ritratto (Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma), ma che in verità raffigura Luisa Vecchi (Traversetolo, 4-3-1885 – Milano, 3-1-1968), la compagna del pittore dalla quale nel 1911 ebbe l’unica figlia Milla e che sposò nel 1922, rivela, nei tratti filamentosi dello sfondo, un ormai attardato avvicinamento di Strobel al divisionismo di Gaetano Previati e Plinio Nomellini, che culminò in Cavallo morente (ubicazione ignota), ispirato dalla ritirata di Caporetto.

I cavalli costituirono forse il soggetto più intensamente amato e indagato da Strobel, che li raffigurò con estremo realismo in innumerevoli occasioni, studiandone il movimento e l’anatomia anche con l’ausilio di fotografie che spesso eseguì personalmente (Rosati, 2005, p. 22), affermandosi così come uno dei migliori pittori di questo genere (Marangoni, 1929, pp. 224-226). Significativamente, in un Autoritratto a pastello e biacca (Traversetolo, Museo Renato Brozzi) Strobel si ritrasse pronto a salire in sella al purosangue Lampo, il cavallo con cui era solito recarsi con la buona stagione da Vignale a Parma per far lezione all’istituto di belle arti.

Totalmente immune dalle dirompenti novità dei movimenti d’avanguardia, a cominciare dal più vicino futurismo, nel 1925 Strobel completò il ciclo di tele dedicate al commercio e all’agricoltura, destinate a decorare la sala consiliare della Camera di commercio di Parma (oggi sede della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza in strada Cavestro 12). Inquadrate da cornici con festoni di foglie e frutta eseguite da Giuseppe Carmignani, in una sequenza narrativa dominata da un cromatismo chiaro e luminoso, Strobel figurò nelle pareti principali La raccolta del pomodoro e Il trasporto del latte, mentre nei due ovati al centro delle pareti brevi pose rispettivamente un Ritratto equestre di Vittorio Emanuele III e una figura di Mercurio a simboleggiare i traffici commerciali.

Nel 1925 venne chiamato a Milano all’Accademia di belle arti di Brera in qualità di secondo aggiunto di figura, rimanendo in servizio fino al 1938. A Milano, nel corso degli anni, eseguì su commissione della Società d’incoraggiamento razze equine (SIRE) il ritratto ai cavalli vincitori del gran premio ippico di San Siro, oltre a immagini pubblicitarie per la stessa società e illustrazioni d’occasione.

A questo momento appartiene anche il Ritratto di Ida Parravicini di Persia (Milano, Raccolta d’Arte dell’ospedale Maggiore), commissionato a Strobel il 21 febbraio 1927 e già concluso nel marzo dell’anno seguente (S. Rebora, in Ospedale Maggiore, 1987, p. 47), in cui anche la sperimentazione divisionista viene fortemente limitata in favore di una resa marcatamente naturalistica della figura. Tanto le sollecitazioni secessioniste di matrice germanica, quanto le suggestioni letterarie e gli stilemi del divisionismo lombardo, non fecero allontanare mai definitivamente Strobel dai valori figurativi di fine Ottocento nei quali si era formato all’Accademia di Parma.

L’ingresso nel mercato artistico prediletto dalla ricca borghesia milanese fu sancito dalla mostra che la galleria Pesaro dedicò a Strobel (e allo scultore Achille Alberti) tra il dicembre 1930 e il gennaio 1931, in cui furono esposti, stando all’elenco in catalogo, ventisei dipinti a olio, trentuno tra pastelli e disegni colorati, e tre sculture.

Congedatosi dall’insegnamento nel 1938 in qualità di professore emerito, e insignito il 16 marzo 1939 del titolo di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (Archivio Daniele de Strobel, Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma), Strobel si trasferì con la famiglia a Camogli, dove iniziò a dipingere paesaggi liguri in cui il mare e la spiaggia sono i nuovi protagonisti del racconto.

Morì a Camogli l’8 giugno 1942.

Fonti e bibliografia

Archivio Daniele de Strobel, Parma, Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma.

G. Copertini, Le pitture di Carmignani e De Strobel nel palazzo della Camera di commercio, in Aurea Parma, X (1926), pp. 34-40; G. Marangoni, La rappresentazione del cavallo, in Emporium, LXX (1929), 418, pp. 214-348; Mostra del pittore Daniele de Strobel e dello scultore Achille Alberti (catal., Milano), Milano-Roma [1930]; G. Marangoni, Daniele de Strobel, ibid., pp. 5-17; Mostra retrospettiva di Daniele De Strobel, Parma 1950; A. Tirelli, Daniele De Strobel, in Parma per l’Arte, I (1951), pp. 59-62; R. Tassi, Magnani, Bocchi, de Strobel: tre pittori di Parma tra Ottocento e Novecento, Parma 1974, pp. 97-130 (ristampato in Id., La Corona di Primule. Arte a Parma dal XII al XX secolo, Parma 1994, pp. 238-246); V. Strobel, Biografia di Daniele (de) Strobel, un romantico pittore di scuola tedesca, in Atti della Accademia Roveretana degli Agiati, s. 6, XXI (1981), pp. 131-134; Ospedale Maggiore / Ca’ Granda. Ritratti moderni, a cura di M.T. Fiorio, Milano 1987; S. Vicini, De Strobel, Daniele, in La pittura in Italia. Il Novecento, 1, 1900-1945, a cura di C. Pirovano, II, Milano 1992, p. 866; M. Dall’Acqua, La sala del Consiglio della Camera di commercio, in Daniele de Strobel e la sala Conferenze della Cassa di Risparmio (già sala del Consiglio della Camera di commercio), 1924-1925, a cura di U. Delsante - G. Gonizzi, Parma 1995, pp. XIX–XLII; V. v. Strobel, Un romantico pittore di ambiente mitteleuropeo, ibid., Parma 1995, pp. III-XVIII; R. Lasagni, S., D., in Dizionario biografico dei parmigiani, IV, Parma 1999, pp. 484-487; M. Dall’Acqua, Daniele de Strobel. Le vicende di una vita d’artista, in Daniele de Strobel, 1873-1942 (catal.), a cura di M. Dall’Acqua et al., Parma 2005, pp. 7-20; R. Rosati, Daniele de Strobel e la fotografia, ibid., pp. 21-25; A. Mavilla, Mecenate e maestro per vocazione: il rapporto fra Renato Brozzi e Daniele de Strobel, pittore, accademico, professore emerito dell’Accademia di belle arti di Brera, Parma 2018.

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