DALTONISMO

Enciclopedia Italiana (1931)

DALTONISMO

Giuseppe Ovio

. Cecità congenita per i colori, così denominata dal fisico e chimico inglese John Dalton (v.), che ne era affetto, e che la descrisse (1794). Si presenta come cecità totale e cecità parziale, ossia per tutti i colori, o per alcuni colori. Quest'ultima è di gran lunga più frequente. Si ritiene ne siano colpiti circa il 4% degli uomini, mentre è molto meno frequente nelle donne.

La forma più frequente di cecità cromatica è quella per il rossoverde, in qualche caso più accentuata per il rosso (protanopia), in qualche caso per il verde (deuteranopia). Nella prima varietà lo spettro è accorciato alla sua estremità rossa, i rossi appaiono grigiooscuri, e grigiastro l'aranciato e il giallo; nella seconda appare grigio-chiaro il verde, e grigiastro verdi-gialli e gli azzurri-verdi.

Secondo Helmholtz si possono ammettere nella retina tre distinti apparati, comunemente detti fibre: una che viene specialmente impressionata dal rosso, una dal verde, una dal violetto. Dalla loro azione combinata vediamo tutti i colori, e per questo gli occhi normali sono chiamati tricromatici. Nella cecità parziale per i colori non funzionerebbe una delle tre fibre, e perciò quelli che ne sono affetti si chiamano dicromatici.

Ci sono inoltre forme leggiere, particolari, frequentissime, che s'indicano come anomalie cromatiche, nelle quali il disturbo cromatico si manifesta soltanto in alcune circostanze (scarsa luce, stanchezza). Operai segnalatori affetti da queste anomalie, facili a sfuggire nei comuni esami, sono pericolosissimi.

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