Dalmazia (serbocr. Dalmacija) Regione della
L’economia della D. è basata soprattutto sull’agricoltura (uva, olive, mandorle, fichi, marasche, tabacco), sull’allevamento e sulla pesca. L’attività mineraria conta giacimenti di bauxite e di idrocarburi. L’industria, poco sviluppata, opera nei settori alimentare, tessile, cantieristico, metallurgico (alluminio) e del tabacco. Principale fattore di sviluppo economico è divenuto il turismo.
La D. fu abitata fino dal Paleolitico medio. La stazione di
In età storica, costanti furono i contatti tra Dalmati e Greci, con gli insediamenti greco-illirici del 4° sec. a.C., per es. a Pharos (Hvar-Lesina), Issa (Vis-Lissa), Tragourion (Trogir-
La D. passò quindi a Odoacre (sino al 490 circa), e ai Goti di Teodorico, e solo con la restaurazione giustinianea si aprì per essa un periodo di pace e di benessere. La civiltà romana rimase viva soprattutto grazie al dominio bizantino. Le città marinare, in pratica abbandonate a sé stesse da
Dopo un periodo confuso, denso di lotte che appaiono insieme religiose e nazionali e nel quale emerge con una sua individualità uno Stato croato, indipendente, vassallo del pontefice, dal 12° sec. ai primi del 15° Venezia e l’
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, la D. passò in mani austriache, quindi dal 1806 al 1809 entrò a far parte del Regno d’Italia, per poi inserirsi dal 1809 al 1813 nelle Province Illiriche; ritornò all’Austria nel 1814. Tra il 1848 e il 1918 l’Impero austroungarico favorì l’affermarsi dell’etnia slava per contrastare l’irredentismo della popolazione italiana. Dal 1880 furono soppresse tutte le scuole italiane e a poco a poco gli Italiani furono esclusi da tutte le amministrazioni. Nel 1882 cadde l’amministrazione italiana di Spalato. Nel 1909 la lingua italiana fu proibita in tutti gli uffici.
Difficile fu, nel ventennio fra le due guerre, la convivenza fra l’ancor più esigua minoranza italiana e la maggioranza croata. In seguito all’attacco tedesco alla
L’unico esempio noto di urbanistica regolare, con disposizione a scacchiera degli edifici, è rappresentato da Zara, che presentava una piazza con la successione capitolium-foro-basilica. Al contrario, della capitale Solona non è noto l’impianto urbanistico generale, ma alcuni monumenti, fra i quali un tempio (post 2 a.C.), vicino al teatro (1° sec. d.C.), l’anfiteatro (2° sec. d.C.), la Porta Cesarea di età augustea (del tipo di quella di Asseria). Edifici sacri sono conservati a Doclea, databili all’inizio del 3° sec. d.C. (tempio della dea Roma e di Diana); ad Aenona (Nin-Nona) rimangono resti di un grande tempio forse dedicato alla triade capitolina, più probabilmente al culto imperiale. Notevoli sono gli esempi di terme (Solona, Asseria, Doclea). Da ricordare la villa di Mogorjelo (4° sec. d.C.) e, soprattutto, il palazzo di Diocleziano a Spalato, grande residenza imperiale fortificata. Per quanto riguarda le arti figurative, risale al 3° sec. a.C. il rilievo raffigurante il