CYBO

Enciclopedia Italiana (1931)

CYBO

Vito Antonio Vitale

- Le prime notizie certe della famiglia Cybo risalgono al sec. XV ad Arano, cittadino e nobile genovese, che, mandato dalla repubblica in aiuto di Renato d'Angiò contro Alfonso d'Aragona e passato più tardi a servizio di questo, ebbe a Napoli, e anche a Roma presso il papa Callisto III, alti uffici, e fu anche senatore romano; morì a Capua nel 1457. Suo figlio Giambattista, salito alle maggiori cariche ecclesiastiche e nel 1484 alla tiara col nome di Innocenzo VIII (v.), pose le basi alla grandezza della famiglia non solo accordando cariche insigni e onori al fratello Maurizio, ma, specialmente, mediante il matrimonio di suo figlio Franceschetto conte dell'Anguillara, governatore della Chiesa, con Maddalena, figlia di Lorenzo il Magnifico. La parentela coi Medici procurò ai C. le maggiori fortune specialmente nei pontificati di Leone X e Clemente VII. Dei figli di Franceschetto hanno avuto importanza il cardinale Innocenzo (v.), Caterina duchessa di Camerino, moglie di Giovan Maria Varano (v.); Giambattista, vescovo di Marsiglia, noto per la vita avventurosa e traviata (1508-1550). Il matrimonio ostinatamente voluto dalla madre e da Leone X, del secondogenito Lorenzo (1500-1549), con Ricciarda Malaspina, figlia ed erede del marchese Antonio Alberico, donna fiera e perversa, diede alla casa il dominio di Massa, ma per i contrasti e l'odio tra i coniugi la immerse in una serie di litigi e di tragedie. E infatti i figli Giulio (v.) ed Eleonora ebbero vita travagliata e infelice. Maggiore fortuna toccò invece al secondogenito Alberico, il vero iniziatore della signoria dei C. in Massa, che, congiungendo il nome dei genitori, si chiamò, dopo la fine di Giulio, Alberico I Cybo Malaspina. Ebbe l'investitura del marchesato da Carlo V nel 1554, fu fatto principe del Sacro Romano impero nel 1568; morì a 94 anni nel 1623. Fu un ottimo principe, gran mecenate, gran protettore degli studî, ma un po' vano e si lasciava costruire compiacenti genealogie. Né il figlio Alderano, buon soldato, premorto al padre nel 1605, né il suo primogenito Carlo ebbero importanza notevole. Il primogenito di Carlo, Alberico II, continuò le splendide tradizioni della casa e fu il primo duca di Massa, perché l'imperatore Leopoldo I, il 5 maggio 1664, elevò il principato a ducato. Dei suoi fratelli Alderano (1613-1700), cardinale nel 1645, fu segretario di stato d'Innocenzo XI, legato nel ducato di Urbino e a Ferrara; Giannettino e Francesco militarono sotto la Spagna. Delle sorelle tristemente celebre fu Veronica (1611-1687), moglie di Giacomo Salviati duca di San Giuliano, che fece uccidere l'amante del marito, mandandogliene la testa in un paniere. È l'eroina dell'omonimo romanzo del Guerrazzi. Carlo II (1631-1710) compì nella chiesa di San Francesco la cappella destinata a sepolcreto famigliare, iniziata dal padre, ma, vissuto nel difficile momento della guerra di successione spagnola, accusato di parteggiare per i Borboni, cadde in disgrazia dell'imperatore e per poco non perdette il ducato. Suo figlio Alberico III (1674-1715), stretto da difficoltà politiche ed economiche, amareggiato da un matrimonio infecondo e infelice, si ritirò a vivere in solitudine, e poiché il secondogenito Camillo (1681-1743), cardinale, non volle lasciare la vita ecclesiastica, la successione toccò al terzogenito Alderano (1690-1731) costretto però a pagare così forti somme al fratello, che iniziò trattative per vendere i suoi stati alla Repubblica di Genova: l'intervento-dell'impero impedì l'esecuzione di questo progetto. Privo di prole maschile, fu l'ultimo principe della sua casa. La figlia Maria Teresa sposò Ercole Rinaldo, figlio ed erede di Francesco III duca di Modena.

In questo modo gli Estensi videro finalmente compiuto mediante queste nozze il loro vecchio sogno di potere per la Garfagnana, attraverso le Alpi Apuane, estendere il loro dominio fino al Mar Tirreno.

Un altro ramo della famiglia C. deriva da Teodorina, figlia di Innocenzo VIII, che aveva sposato il genovese Gherardo Usodimare. Dei loro figli meritano ricordo Peretta, che fu moglie di Alfonso Del Carretto e poi di Andrea Doria, e Aranino che per concessione del pontefice assunse e trasmise ai successori il cognome C.: fu valoroso uomo d'arme; morì a Sarzana nel 1568. Anche un suo figlio Scipione (1531-1597) fu uomo d'arme e viaggiò in Francia e in Austria, stabilendosi poi a Siena dove morì; merita di essere particolarmente segnalato l'altro figlio, stabilitosi nelle Marche, Gherardo, che fu dotto studioso di botanica e morì il 30 gennaio 1600.

Bibl.: G. Viani, Memorie della famiglia Cybo e delle monete di Massa di Lunigiana, Pisa 1808; L. Staffetti, Il libro dei ricordi della famiglia Cybo, in Atti della Società Ligure di storia patria, XXXVIII, Genova 1910; La moglie di Gian Luigi Fieschi (Eleonora C.), in Giornale storico e letterario della Liguria, 1925-1926; G. Sforza, Veronica Cybo, in Giornale storico e letterario della Lunigiana, V (1913), p. 3 segg.; VI (1914), p. 71; E. Celani, Sopra un erbario di Gherardo Cybo conservato nella Bib. Angelica di Roma, Genova 1902.

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