Cuzco

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(o Cusco) Città del Perù (348.935 ab. nel 2007); capoluogo del dipartimento omonimo (72.104 km2 con 1.171.403 ab. nel 2007). Il nome in quechua significa «ombelico» e si riferisce alla posizione geografica della città che sorge a 3326 m s.l.m. in una conca assai fertile. Ha clima piuttosto rigido. Vi sono industrie tessili (cotonifici), conciarie, alimentari (zuccherifici) e dei fertilizzanti.

Per l’epoca precolombiana la storia di C. coincide con quella del Perù incaico. La sua fondazione è attribuita al mitico Manco Capac I. Conquistata dagli Spagnoli (F. Pizarro vi entrò alla fine del 1533, saccheggiandola) e privata del suo grado di capitale con la fondazione di Lima (1535), fu teatro di una prima sollevazione e di un lungo assedio da parte degli Indiani (1536-37) e fu motivo di grandi discordie tra Pizarro e D. de Almagro. Sebbene fosse centro importante del Perù spagnolo, intorno a C. continuò ad accentrarsi il potere spirituale degli Inca, che sussistette per molto tempo dopo la conquista. Scelta come ultimo rifugio da Sayri Túpac, figlio dell’inca Manco Capac II, vi fu decapitato suo fratello Túpac Amaru, ultimo inca ribelle (1571). Due secoli dopo, C. fu centro della rivolta del sedicente discendente Túpac Amaru, che fu sconfitto e giustiziato nel 1781. Nel 1835 il dittatore boliviano A. de Santa Cruz sconfisse a C. l’esercito peruviano, nel suo tentativo di stabilire una confederazione peruviano-boliviana.

Fra il 12° e 13° sec. d.C. il sovrano inca Pachacúti avviò a C. un ambizioso piano di ristrutturazione urbanistica che trasformò il villaggio in una grandiosa città divisa in due settori: uno a carattere politico-cerimoniale, l’altro, periferico, a carattere residenziale. I maggiori edifici della città vennero edificati con grossi conci rettangolari o poligonali di andesite, diorite, calcare e granito, oppure utilizzando il tradizionale adobe (mattone crudo). Il centro politico era organizzato attorno alla piazza Haucaypata, marcata al centro da un ushnu (ara-trono). Sul lato nord-occidentale era il palazzo (Casana) di Huayna Capac (1493-1528) con una grande kallanka (ampia costruzione per riunioni di massa), e dalla parte opposta altri due complessi palaziali: Amarucancha (con kallanka e torre dall’alto tetto conico) e Hatuncancha (con acllahuasi, dove vivevano le donne votate al servizio dell’imperatore). Il luogo più sacro del C. era il Coricancha, il tempio del dio Sole che Pachacúti dotò di possenti mura rivestite d’oro; al suo interno era il tempietto del dio Sole e altre cappelle dedicate alle più importanti divinità inca. Della fortezza di Sacsahuaman rimangono i bastioni ciclopici, così come le mura megalitiche, costituite da enormi massi poligonali perfettamente tagliati e incastrati fra loro.

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