ANTIRABBICA, CURA

Enciclopedia Italiana (1929)

ANTIRABBICA, CURA

Ivo NOVI

. Viene così volgarmente designata la vaccinazione antirabbica proposta da Luigi Pasteur nell'ottobre 1885 e da lui stesso attuata per la prima volta sul giovine alsaziano Giuseppe Meister. Ben presto il metodo del Pasteur si diffuse in tutto il mondo, e in Italia fu applicato nel 1887 dal Calabrese a Napoli e dal Bordoni Uffredduzzi a Torino, nel 1889 dal Bareggi a Milano e dal Novi a Bologna, nel 1890 dal Fermi a Sassari, nel 1895 dal Bebi a Faenza e poi a Palermo, a Messina, a Padova, a Firenze, a Bari, ad Ancona.

Prima della cura ideata dal Pasteur si valutava che la mortalità per rabbia, in seguito a morsicatura inferta da cane accertato idrofobo, fosse del 20%, e in Italia si erano avuti 136 morti per rabbia nel 1886 contro 75 nel 1889. Dopo l'introduzione del metodo la mortalità è stata divisa a seconda della statistica pura, che comprende tutti i casi di morte, e modificata, che riguarda solo le persone decedute quindici giorni dopo il termine della vaccinazione.

La mortalità quindi accertata secondo la statistica pura è oggi in Europa inferiore all'1% e quella modificata non giunge che a i per 1000 o 1500. Non sono compresi però i casi di morsicature da lupi, che dànno esiti molto più gravi.

La vaccinazione ideata dal Pasteur consiste nell'immunizzare gl'individui mediante iniezione ipodermica eseguita nei quadranti inferiori dell'addome con emulsioni di midollo spinale di coniglio deceduto in preda a rabbia trasmessagli sperimentalmente dal cane.

Il Pasteur ha osservato che, inoculando sotto la dura madre cerebrale di un coniglio un'emulsione di sostanza nervosa tolta da un cane rabbioso, si ha lo sviluppo della rabbia nel termine di 15 a 20 giorni e talora molto più tardi entro 3 mesi dall'innesto.

Il virus che si comporta in questa guisa è stato chiamato dal Pasteur virus di strada, mentre fu detto virus di laboratorio, o fisso, il materiale virulento di conigli, cui la rabbia è stata trasmessa da animale ad animale per 100 o 150 passaggi. Infatti inoculato, come si disse, un primo coniglio dal cane ed ottenutone, dopo una incubazione di 15 a 20 o più giorni, la morte per rabbia si osserva che, passando ad altri conigli l'infezione rabbica nella stessa maniera, l'incubazione a mano a mano si abbrevia, finché dopo 100 a 150 passaggi il periodo si riduce a 8 o 10 giorni e tale si mantiene per molto tempo.

È questo il momento in cui, secondo il Pasteur, il virus rabbico fisso possiede un potere vaccinante usufruibile.

Avendo infatti a disposizione un materiale di cui si conosce la virulenza e che ha già subito modificazioni nell'organismo del coniglio (secondo il Pasteur esaltamento della virulenza in ragione dell'abbreviamento del periodo di incubazione) e riuscendo a far sopportare senza danno l'inoculazione di questo materiale virulento, si può contare sull'immunizzazione del morsicato e sull'attitudine di lui a combattere l'infezione rabbica di strada, quando questa prendesse le mosse dal luogo della morsicatura.

Al suo virus fisso il Pasteur ha conferito il potere vaccinante graduale, attenuando in ambiente secco ed alla temperatura di 20° a 25° i midolli di coniglio deceduto in seguito a inoculazione sottodurale di rabbia di laboratorio. Il soggiorno di un midollo in simili condizioni per 5 a 6 giorni ne spegne la virulenza, e per massima precauzione il Pasteur cominciò a inoculare il midollo di 14 giorni giungendo, giorno per giorno, fino a quello di 3.

La dose singola di midollo è di ½ cmc. di midollo stemperato in 3 cmc. di soluzione fisiologica.

Per inoculazione sottodurale già il midollo di 5 giorni è virulento, il virus fresco, o di 1 giorno o 2, è virulento anche per iniezione ipodermica per dosi di 2 a 3 cmc. di emulsione al 10%. Una scala precisa di virulenza fra i midolli di 5, 4, 3 giorni fino al materiale fresco non esiste in realtà se non grossolanamente, e la virulenza può manifestarsi anche nell'uomo, se non si siano fatti precedere in numero sufficiente i midolli attenuati.

Si lascia morire il coniglio in ghiacciaia per evitare la pullulazione postmortale dei germi nel tubo gastro-enterico e la loro migrazione nell'asse cerebro-spinale; si sacrifica il coniglio per dissanguamento, quando la paralisi è avanzatissima.

Oltre al metodo Pasteur, che ha una durata di 15 a 30 giorni e risulta di 20 a 40 inoculazioni, si è avuto quello del Ferran che attenuava il virus con sublimato, del Calmette con glicerina, del Roux con l'etere, del Fermi con fenolo, del Puscarin col riscaldamento per 15′ da 65° a 45°, del Högyes e Babes con la diluizione nella soluzione fisiologica.

Da tutti questi metodi si sono avuti buoni risultati; da quelli per diluizione e riscaldamento, che non producono sicura attenuazione, si sono avuti però casi di morte; per quelli infine nei quali l'attenuazione è data da sublimato o fenolo, possono aversi anche in un tempo più o meno remoto i danni, che la tossicità di queste sostanze facilmente fanno presagire.

Bibl.: L. Pasteur, Lettre sur la rage, in Annales de l'Institut Pasteur, I (1887), pp. 1-18; M. Roux, Note sur un moyen de conserver les moelles rabiques avec leur virulence, ibid., p. 87; G. Bordoni Uffredduzzi, Due anni di cura Pasteur (Rapporto al sindaco di Torino), 1889; V. Puntoni, La rabbia, in Umbria medica, 1923; I. Novi, Un trentennio di servizio antirabbico nell'Istituto di Bologna, in Mem. d. R. Accad. delle scienze dell'Ist. di Bologna, 7 dic. 1919.

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