CUNEO

Enciclopedia Italiana (1931)

CUNEO (A. T., 24-25-26)

Guglielmo PACCHIONI
Giuseppe SBODIO
Pietro GRIBAUDI

Città del Piemonte, capoluogo di provincia, sede vescovile dal 1817; è posta sopra un altipiano a forma di "cuneo" alla confluenza del Gesso e della Stura, a 538 m. s. m. Situata quasi nel centro del grande arco descritto dalle Alpi Cozie e Marittime, domina quasi tutte le strade che mettono in comunicazione il Piemonte con la Francia meridionale. Le Alpi fanno da magnifico scenario alla città, mentre verso N. la vista spazia sull'altipiano, e a NE. è limitata dalla regione collinosa delle Langhe. Il territorio del comune ha una superficie di 119,87 kmq. La sua popolazione saliva nel 1921 a 31.741 ab.: presenti 31.221, di cui 17.602 nel centro urbano, 2525 in altri 8 piccoli e piccolissimi agglomerati e i rimanenti (più di un terzo della popolazione totale) nelle case sparse per la campagna. Nel 1369 la popolazione di Cuneo saliva a 3295 ab.; nel 1571 a 6154; nel 1685 a 8000; nel 1734 a 12.704; nel 1774 a 18.106; nel 1861 a 23.062; nel 1881 a 24.746; nel 1901 a 26.879; nel 1911 a 29.421.

La città antica presenta strade piuttosto strette, mentre la città nuova, che sempre più si espande verso S., ha vie ampie e diritte che si tagliano ad angolo retto. L'arteria principale è Via Roma, fiancheggiata da caratteristici portici, che, attraverso tutta la città vecchia, da Piazza Torino va fino alla Piazza Vittorio Emanuele II, donde comincia il nuovo Corso Nizza con lo sfondo delle Alpi. Il centro della città è la Piazza Vittorio Emanuele, vastissima, di forma rettangolare, con in mezzo il monumento al giureconsulto Giuseppe Barbaroux (1772-1843). Il ciglio dell'altipiano, verso il Gesso, è percorso per circa tre chilometri dal Viale degli Angeli. Cuneo conta numerose istituzioni di beneficenza ed è sede di R. Liceo-Ginnasio, Istituto tecnico e Istituto magistrale, di Scuole di avviamento al lavoro, ecc.; la biblioteca civica possiede circa 35.000 volumi.

Il territorio del comune (da 450 a 600 m. s. m.), fertile e ben coltivato, solcato da parecchi canali irrigatorî (bealere), produce in abbondanza foraggi, cereali, frutta; fiorente è la bachicoltura: il mercato dei bozzoli di Cuneo, uno dei più importanti d'Italia, raggiunge in qualche anno i 900.000 kg. di bozzoli. L'industria ha una parte secondaria nella vita economica della città. Vi sono tuttavia filande di seta, officine metallurgiche e meccaniche, caseifici, fabbriche di birra e acque gazose, di liquori, cioccolato, paste alimentari, candele steariche, concimi chimici, mobili, tipografie, ecc. Il commercio, specialmente quello dei bozzoli e delle castagne, è invece, grazie alla posizione geografica della città, molto attivo. Delle castagne si fa anche larga esportazione all'estero (Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Svizzera, Germania). Un'altra importante fonte di guadagno per la città è il mercato del bestiame, frequentato da mercanti, non solo del Piemonte, ma anche della Lombardia e della Liguria: il suo movimento annuo si aggira sui 100.000 capi di bestiame, per un valore di circa 100 milioni di lire.

A Cuneo fanno capo le strade delle vallate alpine del Pesio, della Vermenagna, del Gesso, della Stura, della Grana e della Maira; per Cuneo transita la ferrovia Torino-Cuneo-Nizza. Altri tratti di ferrovia o di tramvia a vapore la uniscono a Mondovì e ad altri centri vicini; numerose anche le linee automobilistiche.

Monumenti. - Pochi sono i monumenti che presentano valore artistico; il più importante è la chiesa di S. Francesco, del secolo XIII, di forme romanico-gotiche con portale marmoreo (del 1481). Gotica è anche la cattedra nel coro della chiesa di S. Croce; nella chiesa degli Angeli vi sono frammenti d'affreschi della fine del sec. XV. Le chiese di S. Croce e di Sant'Ambrogio furono ricostruite nel secolo XVIII dall'architetto Francesco Gallo e presentano nell'interno un'elegante armonia di masse.

Storia. - Le origini della città risalgono alla fine del sec. XlI e sono simili a quelle di molti altri comuni piemontesi. Il 23 giugno 1198, consoli e rettori del Pizzo del Conio, con l'aiuto di Asti, si ribellarono ai marchesi di Saluzzo e, tranne un breve periodo in cui i marchesi ripresero il comune, esso si resse indipendente fino al 1259. Cadde poi in quest'anno sotto la dominazione angioina che, annullate le competizioni politiche, diede a Cuneo un periodo di grande prosperità economica. Successivamente, dominarono ancora i Saluzzo, poi i Visconti e infine, dopo un breve ritorno degli Angioini, i Savoia, nel 1382, col Conte Verde.

ll Conte Rosso deve ancora combattere per assoggettare la Valle di Stura, contrastato da Franceschino Bollerio, l'ultimo e più fedele dei Reginali, cioè partigiani della regina Giovanna. Acquistata poi dal Conte Rosso, per dedizione spontanea, la contea di Nizza nel 1388, risalgono a questo tempo le cordiali relazioni fra Cuneo e Nizza, il naturale sbocco sul mare della parte SO. del Piemonte. Sotto i Savoia, Cuneo può godere un lungo periodo di pace e di benessere all'interno.

Ma una nota più alta è data nella storia di Cuneo dai suoi assedî, di cui sette sono i più famosi. Il primo è del 542, sotto Carlo II (III): dopo dodici giorni (1-12 dicembre), le milizie del maresciallo d'Annebault furono ributtate. Scaduta la tregua di Vaucelles, Cuneo fu assediata di nuovo il 2 maggio 1556; ma il 27 l'assedio fu tolto. Emanuele Filiberto, in ricompensa dell'eroica difesa, dichiarò Cuneo città e le conferì, tra l'altro, la facoltà d' inserire nel suo stemma quello dei Savoia, con l'aggiunta di due palme e il motto Ferendo. Nelle guerre fra Madama Reale e i cognati, cardinale Maurizio e principe Tommaso, avvennero gli assedî del 1639 e del 1641. Nel primo, Cuneo respinse i Franco-Piemontesi; nell'altro, più aspro, la città venne occupata. Tuttavia, per i successivi accordi delle parti, la città fu restituita alla reggente.

Nel quinto assedio (1691), dopo la battaglia di Staffarda, il Feuquières e il marchese di Bullonde furono ributtati. A questo assedio e al seguente risale la tradizione che il beato Angelo Carletti (la cui salma mummificata riposa nella chiesa degli Angeli), apparisse sopra la chiesa di N.S. del Bosco, divenuta poi l'attuale cattedrale, a confortare i difensori e a deviare i colpi delle artiglierie nemiche.

Nel sesto assedio (17 agosto-11 ottobre 1744), la tenace difesa opposta dal governatore F. G. di Leutrum, sassone, e gli aiuti di Carlo Emanuele III finirono per aver ragione degli assedianti francesi. Il 7 novembre 1799, infine, la città fu assediata dagli Austro-Russi: dopo terribili bombardamenti, il 4 dicembre i Francesi furono costretti a sgombrare.

La provincia di Cuneo.

La provincia di cuneo occupa la parte SO. del Piemonte. Le appartiene quasi tutto il versante interno delle Alpi Marittime e parte di quello delle Alpi Cozie, compreso il Monviso (3841 m.); verso E. è compresa nei suoi confini buona parte della regione collinosa delle Langhe; la parte centrale è costituita dall'altipiano di Cuneo, aperto verso N., ove si unisce alla pianura piemontese propriamente detta. In questo altipiano convergono numerose vallate alpine; del Pesio, della Vermenagna, del Gesso, della Stura di Demonte, che mandano le loro acque al Tanaro; della Grana, della Maira e della Varaita, le cui acque scorrono direttamente nel Po. I due valichi più importanti per le comunicazioni con la Francia sono quelli dell'Argentera o Maddalena (1996 m.) e di Tenda (1870 m.), percorso dalla ferrovia Cuneo-Nizza. Per le comunicazioni con la Liguria, oltre il Col di Cadibona (460 m.), per cui passa la ferrovia Torino-Savona, sono da ricordarsi il Col di Nava (934 m.) e quello di San Bernardo (957 m.), che da Garessio conduce ad Albenga. Il clima ha carattere continentale. A Cuneo si osservano la temperatura minima di −12° e quella massima di +35°,6. Le piogge sono abbondanti, specialmente in primavera e in autunno (a Cuneo la media annua è di 1047 mm.).

Questa provincia abbraccia 7434 kmq., di cui 1398 di territorio piano, 2046 di collina e 3990 di montagna. È perciò una delle meno popolate del Piemonte (623.598 ab. secondo il censimento 1921) avendo una densità di appena 84 ab. per kmq. (Piemonte 115 ab.), peraltro molto diversamente ripartita. In seguito a modificazioni il numero dei comuni della provincia è diminuito da 263 a 218. Nella regione di montagna solo tre centri superano i 3000 ab. in quella di collina quattro superano i 4000 abitanti (Alba, Bra, Mondovì-Breo, Sommariva Bosco); in quella di pianura i centri che superano i 4000 ab. sono cinque, Cuneo, Racconigi, Savigliano, Saluzzo e Fossano. Nessuna città raggiunge i 20.000 ab. Numerosa è la popolazione sparsa: nella regione di collina rappresenta poco meno della metà della popolazione totale.

La vita economica della provincia di Cuneo è essenzialmente basata sull'agricoltura e sull'allevamento del bestiame. Dei prodotti agricoli i più importanti sono i foraggi, il frumento, il granoturco, la segale e la canapa nella regione di pianura. In quella di collina predomina la vite, specialmente nelle Langhe, ove si trovano le zone del barolo, del nebiolo, del dolcetto e di altri pregiati vini. Notevole la produzione della frutta (pere, mele) sulle colline di Saluzzo, nelle campagne di Barge e di Bagnolo, e nell'Albese (pesche); celebri i tartufi bianchi e abbondanti i funghi. Nella zona premontana dominano i castagneti (Pesio, Mondovì, Garessio). Fiorente è l'allevammto del baco da seta (Cuneo, Racconigi); numeroso il bestiame ovino e bovino. La grande industria è rappresentata nella provincia di Cuneo dagli stabilimenti siderurgici di Savigliano, dalla cartiera Burgo di Verzuolo, da fabbriche di ceramiche in Mondovì, da cotonifici, da concerie (Bra), da vetrerie, ecc. Scarsa è invece la produzione mineraria. La rete stradale e ferroviaria è abbastanza fitta.

Bibl.: Oltre ai saggi pubblicati da Subalpina, Rivista mensile della provincia di Cuneo (dal febbraio 1928), vedi: C. Parola, Cenni topografico-statistici sulla città di Cuneo, Cuneo 1852; G. Latty, Statistica della provincia di Cuneo, I, Cuneo 1862; G. Berrini, Cassa di risparmio di Cuneo, Cuneo 1884; Condizioni geografiche, topografiche ecc., della provincia di Cuneo, in Atti della Giunta per l'inchiesta agraria, VIII, i, Roma 1881-86; A. Manno, Bibliografia di Cuneo, Torino 1892; VII Centenario della fondazione di Cuneo, memorie storiche, Torino 1898; F. Gabotto, Storia di Cuneo dalle origini ai nostri giorni, Cuneo 1898; id., Due assedi di Cuneo, 1347 e 1515, in Atti della Regia Accademia di scienze, XXXIII, Torino 1898; id., Il "Comune" a Cuneo e le origini comunali in Piemonte, Messina 1900; A. Pascal, Storia della Riforma protestante a Cuneo nel sec. XVI, Pinerolo 1913; A. Bertano, La storia di Cuneo nel Medioevo (1198-1382), Cuneo 1898; C. Cipolla, Nota sulla "camparia" in Cuneo nel sec. XIV, Torino 1899; E. Milano, Costumanze e leggende popolari delle regioni cuneesi, in Rivista d'Italia, 1916; C. Fresia, Cuneo dei tempi andati: i Francesi, Cuneo 1927; id., Vecchia Cuneo, Cuneo 1923; id., Cuneo ed Emanuele Filiberto, in Biblioteca della soc. stor. subalpina, CVIII, Torino 1928; id., Cuneo e le sue vallate, Cuneo 1905; id., Memorie sparse di vita cuneese, Torino 1930; E. Milano, Cuneo ed Emanuele Filiberto, in Rivista turistica "Pro Piemonte", Torino 1927, 1928; Miscellanea cuneese, in Biblioteca della soc. storica subalpina, CXI, Torino 1930.

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