CUMULI

Enciclopedia Italiana (1931)

CUMULI

Giuseppe Crestani

. Nubi a forte spessore; la loro sommità è a forma di cupola con protuberanze, mentre la base è quasi orizzontale. Nei periodi di bel tempo, allo staccarsi della colonna d'aria ascendente da cui hanno avuto origine, vagano in seno alla corrente in cui si trovano, dissolvendosi più o meno rapidamente.

Secondo Peppler, dai risultati dell'esplorazione aerologica a Lindberg, lo spessore medio è di 500 metri.

Cumulo nembo è noto anche come nube temporalesca, a forti acquazzoni, ed è nube, o meglio grosso ammasso di nubi molto esteso, orizzontalmente e verticalmente; la base è in media a 1400 m. dal suolo; la sommità si eleva a 3000 m., spesso anzi li supera e arriva ai 7000 e qualche volta oltre. In basso ha l'aspetto di nembo, in alto di gigantesco cumulo o aggregato di cumuli, in forma di cupola con protuberanze, o di cavolfiore, di piramide, ecc.; talora si espande e assume forma d'incudine o di fungo.

Spesso al di sopra si stendono a contatto o no, delle nubi cirriformi, cirri temporaleschi, oppure il cumulo è avvolto da nubi tenui, quasi veli, dette cappe. Queste si sono formate negli strati sovrastanti, ricchi d'umidità, sollevati dalla colonna d'aria ascendente, e poi da questa forati, cosicché come sciarpe o delicate cappe si adagiano sui fianchi del cumulo. La loro presenza è indizio di moti ascendenti violenti.

Bibl.: G. Crestani, Le cappe. Nota 1: Intorno alla formazione delle cappe, in Boll. Soc. met. it., 1917, nn. 3-4-5; Nota II: Ulteriore contributo intorno alla formazione e al significato delle cappe, ibid., 1918, nn. 1, 2, 3, 4, 5, 6.

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