MALESIA, Culture della

Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)

MALESIA, Culture della

A. Tamburello

Per la sua particolare posizione geografica, la penisola malese costituì sin dall'antichità una regione di smistamento e di irradiazione delle genti e delle culture del continente verso le regioni insulari del S-E asiatico. L'evoluzione culturale ed artistica che vi si dispiega sin dai primi stadi di civiltà presenta molteplici punti di contatto con le produzioni coeve della penisola indocinese e dell'arcipelago indonesiano (v. Indocinese, arte; indonesiana, arte). Ciò consente quindi sotto certi aspetti di potere esaminare in un complesso culturale unitario le varie fasi dell'evoluzione umana in queste regioni.

Sebbene sia stata accertata nella penisola malese l'esistenza di orizzonti culturali pleistocenici, è solo a partire dall'epoca neolitica che si documentano in campo artistico le prime testimonianze ed esperienze estetiche connesse con il decorativismo tipico della produzione ceramica.

Una prima cultura neolitica che sembra si sia venuta sovrapponendo ad un contesto culturale mesolitico, ci è documentata dal ricorrere di varî frammenti di vasellame di terracotta decorato a motivi impressi e a impronte di tessuto, il cui rinvenimento si è avuto in associazione ad uno strumentario litico lavorato con tecnica di scheggiatura o di parziale levigazione. Di questa prima cultura neolitica, sebbene si sappia che abbia avuto diffusione anche nella Indonesia e che non sia stata estranea alle altre regioni della penisola indocinese, tuttavia si ignora, almeno sino ad oggi, quale sia stata realmente l'entità e l'importanza avuta nel quadro generale dell'evoluzione culturale delle regioni del S-E asiatico. In merito tuttavia ai rinvenimenti avuti, si avvalora l'ipotesi di una linea di continuità e di un processo durante il quale una serie di apporti culturali sviluppò alcuni aspetti finali del Mesolitico, operando il trapianto di nuovi elementi di cultura, da cui trassero verosimilmente sviluppo i primi documentati orizzonti neolitici.

In una fase cronologicamente più avanzata, le culture neolitiche della penisola si presentano con caratteri eterogenei, rivelando il sopraggiungere e l'incrociarsi di elementi etnici e culturali diversi. Sulla base di un criterio di distinzione eminentemente tipologico, basato sulle caratteristiche morfologiche dello strumentario litico, si è postulata l'esistenza nella penisola di varie culture: quelle cosiddette dell'ascia a solco, dell'ascia quadrangolare e dell'ascia a sezione ellittica; quest'ultima piuttosto rara e limitata a pochi insediamenti.

Un'importanza molto rilevante nell'evoluzione culturale del tardo Neolitico malese ebbe (come nelle altre regioni del S-E asiatico) la cultura dell'ascia quadrangolare, la cui diffusione nella penisola pare si sia avuta dalle regioni N-E dell'Indocina a partire dalla metà circa del III millennio a. C. Alla diffusione di questa cultura pare verosimilmente legata nelle regioni dell'Asia di S-E l'introduzione dell'agricoltura e di un sistema di vita piuttosto stabile e sedentario, che consentì un'organizzazione delle genti in comunità ed in villaggi, composti d'un certo numero di abitazioni, rialzate spesso su pali. Oltre l'agricoltura e l'allevamento del bestiame si praticavano alcune attività sussidiarie come la caccia e la pesca.

Di questa cultura si hanno in Malesia numerosi reperti, provenienti da varie regioni e località: fra le più note, ricorderemo quelle di Gua cha, di Bukit Jong e di Kuala Selinsing. Tutte hanno restituito dagli strati più antichi numerosi frammenti di ceramica, decorata per lo più ad incisione e ad impressione in un ornato cordiforme che si dispone a fasce o a bande parallele riempite spesso da puntuazioni. Lavorata a mano e modellata in fogge vascolari piuttosto semplici, la ceramica pare non abbia avuto in genere un elevato sviluppo tecnico e stilistico, e ciò pare in parte determinato dalla facile disponibilità di recipienti ricavati da vegetali (bambù, ecc.). Proprio questo dovette portare ad un'alta specializzazione nel campo della lavorazione e dell'intaglio del legno. Ci è documentato fra l'altro, per quest'epoca, l'uso di indumenti fatti di fibre vegetali e di cortecce d'albero battute.

Data la persistenza nel tempo della cultura dell'ascia quadrangolare (che in certe zone sopravvisse sino ad oltre l'èra cristiana) numerosi elementi culturali di età tarda rispecchiano influenze ed apporti da tecniche di lavorazione del metallo. In fatto di ceramica tali influenze sarebbero documentate da alcune fogge vascolari in cui sono particolarmente accentuate le angolosità e le carenature. Un'influenza sarebbe anche individuabile nella presenza di certi temi ornamentali, per lo più curvilinei o spiraleggianti, di cui è sostenuta una derivazione diretta dal repertorio ornamentale della produzione artistica delle Età del Bronzo e del Ferro delle regioni dell'Asia di S-E. Non mancherebbero ipotesi per una dipendenza stilistica dalla decorazione ceramica della Cina di epoca Chou (v. cinese, arte).

Pure legata alla cultura dell'ascia quadrangolare sarebbe la prima diffusione nella penisola malese del megalitismo (v. preistorica, arte). Come per le altre regioni del S-E asiatico, si ritiene che anche qui il megalitismo abbia avuto due distinte fasi di diffusione, l'una in epoca neolitica e l'altra nelle Età del Bronzo e del Ferro. Si distinguerebbe quindi un "megalitico antico" da un "megalitico recente". Il primo sarebbe caratterizzato in genere, oltre che da strutture di carattere specificatamente funerario, da alcune terrazze e piattaforme in pietra di destinazione civile o cerimoniale. Il secondo annovererebbe invece quasi esclusivamente strutture di carattere funerario, come dolmen (v.), menhir (v.), ecc. Mentre la penetrazione del megalitico antico sarebbe connessa con la diffusione della cosiddetta cultura dell'ascia quadrangolare, la diffusione del megalitico recente si ricollegherebbe con l'espansione della cosiddetta civiltà di Dong-so'n dai centri N-E dell'Indocina. È tuttavia da prendere nella dovuta considerazione anche la tesi di una derivazione diretta della pratica megalitica dal sub-continente indiano, collegata - come vorrebbero taluni - con l'introduzione del ferro in queste regioni. Le località più ricche di megaliti nella penisola malese sono nelle regioni di Pahang, di Kelantan, di Perak, di Penang e di Kedah. La maggior parte dei rinvenimenti appartiene al megalitico recente ed annovera fra i tipi principali numerosi menhir e tombe dolmeniche a lastroni di pietra.

La conoscenza del metallo sembra sia giunta inizialmente in queste regioni intorno alla metà del I millennio a. C., a seguito probabilmente di un'irradiazione culturale dai centri metallurgici del continente, e forse più precisamente dalla Cina, attraverso le regioni indocinesi. Sembra infatti pienamente riconosciuta l'appartenenza delle culture delle Età del Bronzo e del Ferro della Malesia al complesso culturale dong-soniano dell'Indocina orientale. Testimoniano tale appartenenza numerosi strumenti e oggetti di metallo, come tamburi ed asce, che si ricollegano direttamente a tipi analoghi dell'Indocina e dell'Indonesia. Sembrerebbe anzi attendibile che gli strumenti di bronzo rinvenuti in Malesia, e specialmente i più antichi, siano per la maggior parte di importazione, e solo pochi, seppure, di fabbricazione locale; questo, soprattutto perché le genti malesi dovettero incontrare molte difficoltà nel fornirsi di quantità sufficienti di rame per una produzione su vasta scala di oggetti di bronzo. Ciò facilitò il persistere di stadî culturali neolitici sino ad età avanzata, sicché in taluni insediamenti, come ad esempio in quello di Kuala Selinsing nella regione di Perak, si passa quasi improvvisamente da una fase finale del Neolitico ad uno stadio di vera e propria civiltà indiana.

Lavorazione locale dovette avere invece il ferro sin dai primi secoli dell'èra cristiana; e ad un'epoca ancora anteriore risale la lavorazione dell'oro e lo sfruttamento delle miniere aurifere. Ciò è testimoniato in alcuni insediamenti neolitici della regione di Pahang.

La ricerca dell'oro e di pietre semipreziose dovette essere anzi uno dei motivi per cui le coste della Malesia si imposero presto come porti di scalo nelle linee di navigazione che congiungevano allora l'Estremo Oriente meridionale con i porti del Vicino Oriente. E vi dovettero essere anche buone ragioni perché presso i naviganti e gli scrittori occidentali la penisola malese avesse il nome di "Chersoneso Aureo".

Traffici commerciali fra la Malesia e l'Occidente, sia diretti che mediati tramite i mercanti delle coste meridionali dell'India, dovettero aver luogo sin dai secoli anteriori all'èra cristiana. Lo documenterebbero alcuni ritrovamenti nelle regioni di Perlis e di Johore di ceramica greca ed ellenistica e di altri oggetti romani, come ad esempio, di alcune perle di vetro.

Questi contatti commerciali, che la Malesia ebbe sin dai primi tempi con l'India e con l'Occidente furono, senza altro, uno dei motivi determinanti la rapida inserzione della penisola nella sfera culturale dell'India (v. indiana, arte). Ai secoli intorno all'èra cristiana risale il costituirsi dei primi stati di marca indiana, ed il più antico fu forse quello di Langkasuka, fondato forse nel Il sec. d. C. Attualmente, però, i più antichi documenti rinvenuti in Malesia che testimonino inequivocabilmente di un'influenza indiana, non sembrano anteriori al IV sec. d. C. Apparterrebbero approssimativamente a quest'epoca alcune iscrizioni in sanscrito di contenuto buddista, provenienti dalla regione di Kedah. Ancora più tarde sarebbero le prime testimonianze artistiche di influenza indiana. Alcune sculture di Buddha, rinvenute a Kinta nella regione di Perak, sarebbero databili al V-VI secolo. Alla stessa epoca riporterebbero le rovine di alcuni stūpa e tempietti della regione di Kedah. Sia in scultura che in architettura si riconoscerebbero comunque diretti legami stilistici con l'arte indiana Gupta e Pallava.

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