CROMITE

Enciclopedia Italiana (1931)

CROMITE (fr., ingl. chromite; sp. hierro cromato o cromida; ted. Chromeisenstein; sinonimo "ferro cromato")

Augusto Stella

È un minerale del gruppo degli spinelli, dalla formula chimica FeO•Cr2O3 (cromato ferroso), composto cioè, quando è puro, di protossido di ferro e di sesquiossido di cromo, nelle seguenti proporzioni: FeO = 32,08%; Cr2O3 = 67,92%. In alcune varietà al ferro e al cromo possono, in parte, sostituirsi rispettivamente magnesio e alluminio (cromopicotite). Secondo il Moberg, in alcune varietà una piccola parte del cromo dovrebbe essere presente come protossido, il che è stato anche confermato dalle ricerche di Hunt e Rivot.

Forma cristallina. - Sistema monometrico, classe della fluorite. Raramente ben cristallizzata in piccoli ottaedri, la cromite si trova abitualmente in granuletti rotondeggianti o in masse granulari di notevole importanza. Sfaldatura secondo le facce dell'ottaedro, in genere poco distinta; frattura imperfettamente concoide o irregolare. Peso specifico: 4,4-4,6. Durezza: 5,5. Lucentezza submetallica tendente alla grassa. Colore bruno-caffè oscuro, bruno nerastro o grigio-ferro come la magnetite. Colore della polvere: bruno. Quasi opaca, la cromite in sezione sottile si presenta trasparente solo ai margini degl'individui più tenui, incolora o brunastra, con forte potere rifrangente: n > 2. Generalmente non magnetica, lo è qualche volta per magnetite finemente diffusa. Al cannello la cromite è infusibile e inalterabile; soltanto diventa magnetica quando sia arroventata alla fiamma riducente. Fusa con salnitro dà una massa gialla solubile in acqua. Nella soluzione si ottengono le reazioni dell'acido cromico. È inattaccabile dagli acidi, compreso il fluoridrico. Caratteristica la perla del cromo, la quale, col borace, alla fiamma riducente, dopo raffreddamento, si presenta di un bel colore verde smeraldo, mentre a caldo è bruna per la presenza del ferro.

Giacitura. - La cromite si trova sempre in giacimenti dovuti a segregazione magmatica, entro a rocce basiche, peridotitiche (rocce intrusive composte essenzialmente di olivina) o nelle serpentine, da queste derivanti per idratazione.

Si è per molto tempo ritenuto che i giacimenti di cromite fossero legati esclusivamente alle serpentine, per cui si era portati a pensare che questo minerale si fosse separato in seguito alla serpentinizzazione di masse oliviniche contenenti silicati od altri minerali cromiferi. Difatti, contemporaneamente alla trasformazione dell'olivina in serpentino e alla separazione della magnetite dai silicati ferriferi, si sarebbe avuta, con la decomposizione dei minerali cromiferi primitivi, la formazione di cromite. In seguito però agli studî condotti dal Vogt, verso la fine del secolo scorso, sugl'importanti giacimenti di cromite della Norvegia, ove questo minerale si trova sotto forma di ammassi in rocce oliviniche assolutamente fresche, si è portati a ritenere che, almeno in gran parte, la cromite rappresenti un prodotto di segregazione del magma primitivo.

La cromite, oltre che in roccia in sito, si trova in giacimenti secondarî, che hanno avuto origine dallo sfacelo e dalla disgregazione delle masse rocciose contenenti i giacimenti primitivi. Così noi troviamo sabbie ed alluvioni cromifere rispettivamente lungo i litorali e nel letto di alcuni fiumi.

Sebbene la cromite sia abbastanza diffusa, i veri giacimenti d'importanza industriale sono limitati. I paesi produttori principali, ordinati secondo l'importanza approssimativa delle loro cifre di produzione, sono i seguenti: Rhodesia, Nuova Caledonia (donde provengono minerali col 53-55% fino al 67% di ossido di cromo), Asia Minore (Anatolia), India, Stati Uniti (California, Maryland, Pennsylvania, ecc.), Grecia (Eubea, Tessaglia, Salonicco), Russia (alluvioni uraliche), Giappone, Canada, Iugoslavia, Norvegia (isola Hestmand, dintorni di Röros), Stiria (Kraubath), Nuova Zelanda, ecc. Nell'isola di Rodi si hanno anche giacimenti di cromite analoghi a quelli dell'Anatolia, sebbene finora non coltivabili. In Italia, nonostante la grande estensione delle serpentine, sia nelle Alpi, sia negli Appennini, non sono noti ammassi cromiferi di notevole importanza, sebbene si sia individuata qua e là della cromite, p. es., nelle serpentine di Val Malenco (Sondrio). Finora l'unico giacimento degno d'interesse è quello di Ziona nell'alta Valle Vara (Riviera di Levante). Ivi, in una speciale zona serpentinosa che fa parte della grande massa di rocce ofiolitiche, è stata recentemente riscontrata dallo Stella la presenza di cromite, concentrata in una fascia periferica prossima al contatto della serpentina con l'eufotide soggiacente. La cromite è in granuli addensati in lenticciuole e noduli più o meno ricchi, granuli immersi in una massa serpentinosa in gran parte costituita di crisotilo. Il tenore medio del minerale cromifero oscilla fra il 10 e il 60% di cromite, corrispondente rispettivamente al 6,5 e 40% in Cr2O3, tenore quest'ultimo ritenuto appena sufficiente per un minerale utilizzabile industrialmente, ma che potrebbe convenientemente essere elevato mediante preparazione meccanica del minerale stesso. Uno spinello cromifero con una quantità di cromo maggiore della picotite (cromopicotite) si rinviene a Iano (Firenze) in piccole masse tra serpentine e diabase.

Usi e produzione. - La cromite è il solo minerale di cromo che ha applicazioni industriali. Essa serve per la preparazione del cromo metallico e del ferro-cromo, lega speciale molto ricercata per la fabbricazione degli acciai, detti appunto al cromo (v. acciaio: Acciai speciali). Con la cromite si fabbricano inoltre sali di cromo usati nella pittura, nella tintura della lana (lana mordancée), nella decorazione delle porcellane, nella concia delle pelli, nella fabbricazione del nero di anilina, in fotografia, fototipia, ecc. Tagliata in blocchi oppure sotto forma di pigiata serve come rivestimento interno dei forni metallurgici. Agglomerata con catrame, calce, bauxite o caolino serve per mattoni refrattarî (mattoni Yndrik), molto pregiati in metallurgia perché, essendo neutri, resistono bene all'azione corrosiva delle scorie e si usano pei forni di fusione del piombo, del rame, dell'antimonio, ecc:, e per le suole dei forni Martin basici. Con la cromite impastata con catrame si fanno anche crogiuoli per la fusione dei metalli.

La produzione mondiale annua della cromite ha avuto oscillazioni sensibili: 450.000 tonn. di cromite grezza nel 1928 di cui 133.000 nella Rhodesia meridionale, 57.000 nella Nuova Caledonia, 46.000 nell'India Britannica, 34.000 nel Brasile, 32.000 nell'Unione Sudafricana, 22.000 in Russia, 21.000 in Grecia, 17.000 in Iugoslavia, 12.000 in Turchia, quantità minori in Giappone, negli Stati Uniti, ecc.

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