CRETA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi CRETA dell'anno: 1973 - 1994

CRETA

D. Viviers

La maggiore delle isole greche, a S-SE del Peloponneso, chiude trasversalmente l'Egeo. Allungata (da E a O per oltre 260 km) e molto stretta (largh. max. 50 km al centro, largh. min. 12 km nell'istmo di Ierapetra), è ricca di rilievi montuosi che da E (Lassithi, m 2148) e O (Leukà Ori, m 2452) convergono verso il monte più alto, Psiloriti (m 2456), nel massiccio dell'Ida, celebre nell'antichità. La costa settentrionale, molto articolata in golfi profondi, presenta facili approdi; ripida e scoscesa la costa meridionale.

La posizione geografica ha fatto di C. uno dei punti fondamentali di scambio fra Oriente e penisola ellenica ed è una delle cause della perenne vivacità artistica dell'isola, che, manifestatasi nella sua forma più originale nella preistoria, anche nell'ampio alveo della civiltà greca, mantiene, specie nei secoli X-VI a.C. una sua propria originalità.

Per C. nel periodo preistorico e protostorico v. minoico-micenea, civiltà.

Dal periodo geometrico al periodo ellenistico. - Nel corso della prima metà del I millennio a.C., C. conobbe un intenso sviluppo culturale, risultato dell'azione combinata di influenze continentali, insulari e orientali, e di sopravvivenze - o, in certi casi, di riscoperte - minoiche. Tuttavia, le varie parti dell'isola non offrono un profilo culturale omogeneo: le regioni, in primo luogo, e ben presto le città divennero sedi di processi evolutivi relativamente indipendenti. Ma dalla fine del VI sec. a.C., C. cessò di produrre una vera cultura originale per ripiegarsi gradualmente su un passato mitico, garante della sua struttura sociale e politica.

Periodo geometrico. - La cronologia del periodo geometrico è basata essenzialmente sull'evoluzione della ceramica di Cnosso. Tra gli inizi del X sec. a.C. e la metà del IX si sviluppa uno stile protogeometrico che, nonostante il flusso delle importazioni (soprattutto dall'Attica, dal X sec. a.C.), si rivela relativamente refrattario alle esperienze straniere. Al repertorio decorativo subminoico si aggiungono solo alcuni motivi quali cerchi concentrici e, successivamente, semicerchi, losanghe e triangoli tratteggiati. Per quanto concerne la gamma delle forme, si continuano a produrre i tradizionali vasi a staffa, crateri a campana, kàlathoi e skyphoi profondi, cui si aggiungono anfore e alcuni vasi potori a piede conico. A partire dagli inizi del IX sec. a.C., si registra l'importazione anche di ceramica cicladica, nonché di prodotti ciprioti (ceramica, frecce, ecc.), fenici (p.es. ciotola in bronzo con iscrizione a Cnosso) o egizi (faïences).

In quest'epoca C. fu interessata da un generale incremento demografico, legato al moltiplicarsi degli insediamenti. In campo funerario, a partire dalla fine dell'XI sec. a.C., l'incinerazione si sostituisce gradualmente all'inumazione per imporsi definitivamente agli inizi del IX sec. nella parte centrale dell'isola, mentre le altre zone conserveranno entrambi i modi di sepoltura. Tombe a camera di tradizione minoica, precedute da un dròmos, contengono, oltre a piccoli vasi, i pìthoi che custodiscono le ceneri e costituiscono così una sorta di cripta familiare, utilizzate da diverse generazioni e chiuse, dopo ogni sepoltura, con una lastra. Verosimilmente, le necropoli protogeometriche di Cnosso si svilupparono a partire dalle tombe familiari del Tardo Minoico III, in alcuni casi sgombrate e reimpiegate, fatto che spiegherebbe la loro dispersione.

A partire dalla metà del IX sec. a.C., i beni di importazione orientale divengono sempre più numerosi (p.es. avori fenici dalla grotta dell'Ida) e testimoniano, molto probabilmente, l'immigrazione di artigiani vicino-orientali (p.es. tomba di un orefice orientale a Cnosso). Queste marcate influenze orientali danno vita, poco dopo Γ850 a.C., a un nuovo stile ceramico, attestato esclusivamente a Cnosso: il Protogeometrico B, caratterizzato da elementi orientali (motivi decorativi curvilinei, trecce) su un fondo di tradizioni e innovazioni locali (p.es. figura umana o divina con le braccia levate in aria).

Intorno all'800, la ceramica cretese, soprattutto quella di ambito funerario, conosce un'evoluzione che segna l'inizio dello stile geometrico propriamente detto, caratterizzato da forme (p.es. pìthoi ovoidali senza collo, cui sono ben presto aggiunte quattro anse sulla spalla) e motivi (meandri e zig-zag multipli) di origine non cretese. Soprattutto nella regione di Cnosso e nella pianura della Messarà, gli influssi di Corinto e dell'area cipro-fenicia si affiancano a quello crescente dell'Attica (probabilmente per tramite cicladico). Allo stesso modo, la serie di scudi in bronzo dell'Ida è inaugurata nell'VIII sec. a.C. da immigrati, mentre l'introduzione dell'alfabeto, che risale probabilmente alla stessa epoca, non è estranea ai contatti con la Fenicia.

Al periodo geometrico si data anche il Tempio di Apollo a Dreros, uno dei primi templi greci, costituito da un solo ambiente con focolare al centro, tra due colonne assiali e una piccola panca nell'angolo SO, dove sono state ritrovate tre statuette in bronzo martellato (sphyrèlata) raffiguranti la triade apollinea. Questo schema, peculiare all'architettura religiosa cretese, così come lo sono i muri costituiti in tutta la loro altezza da filari di pietre, è destinato a successi duraturi.

Periodo orientalizzante e arcaico. - Nel VII sec. a.C., C. continua ad aprirsi a influssi stranieri. Essa è in contatto con le isole di Melos, Thera e Rodi; Cretesi (originari del Sud dell'isola ?) partecipano, nel 688, alla colonizzazione di Gela in Sicilia. Continuano le relazioni intrattenute nel secolo precedente con i grandi santuari ellenici (soprattutto Delfi e Olimpia), così come i contatti con il mondo orientale (Cipro, Egitto e Vicino Oriente); questi danno vita a un'arte definita orientalizzante, originale e dinamica, che tuttavia varia da una città all'altra.

La parte occidentale dell'isola resta ancora assai poco conosciuta, nonostante la scoperta di alcuni resti, p.es., al Diktynnaion, a Chanià (Kydonia) o a Onithe Goulediana (Phalasarna ?). La maggior parte dei siti conosciuti si concentra nella regione centrale (Eleutherna, Axòs, Priniàs, Gortina, Cnosso). A E, sono degni di menzione soprattutto il sito di Aphratì, il Santuario di Hermes Dendrites e di Afrodite a Kato Symi o quello di Palaikastro. Quest'epoca testimonia lo sviluppo della produzione di pìthoi a rilievo, che ebbe inizio poco prima del 700 a.C. e si protrasse fino in piena epoca ellenistica, e l'usanza di dedicare armature in bronzo (p.es. Ida, Axòs, Dreros, Aphratì, Palaikastro), spesso finemente decorate nei diversi laboratori locali. La toreutica cretese orientalizzante ha inoltre prodotto placche in bronzo, di cui una notevole serie è stata ritrovata nel santuario extraurbano di Kato Symi.

Per quanto concerne la scultura e la coroplastica, il VII sec. segna anche la nascita dello stile «dedalico», che ha prodotto sculture isolate di grandi dimensioni a Eleutherna, a Astritsi o a Gortina, figurine in terracotta (p.es. le importanti serie di Axòs, Gortina, Cnosso o Sitia) e decorazioni architettoniche scolpite, quali il frammento di fregio scoperto a Chanià o le celebri sculture di Priniàs della fine del VII sec. a.C. Sempre a Priniàs, nella seconda metà del VII sec., compaiono anche stele funerarie con figure di guerrieri probabilmente inserite originariamente nella muratura; queste potrebbero testimoniare una svolta nei costumi funerari, contrapponendosi alle tombe collettive, familiari, dei secoli precedenti. È alla fine del VII sec. a.C. - o agli inizi del VI - che i Cretesi cominciarono a incidere i loro testi giuridici sulle pareti dei templi o su stele conficcate nel terreno. I più antichi esempi noti sono stati ritrovati a Dreros (Tempio di Apollo Delfinio) e a Gortina (Tempio di Apollo Pizio).

Lo sviluppo della scultura monumentale, la rappresentazione dello status sociale dei defunti, nettamente definiti nella loro posizione civica e il carattere pubblico dei testi di legge sembrano indicare un rafforzamento dei quadri municipali, a scapito delle strutture familiari. Potrebbe essere questa, d'altronde, una delle cause della situazione archeologica dell'isola nel corso del periodo arcaico (VI sec.-c.a 450 a.C.), solitamente considerato fase di declino, essenzialmente sulla base dell'esempio di Cnosso. In effetti, la quantità delle offerte di terrecotte e di bronzi diminuisce fortemente a partire dal 600 a.C. e le necropoli di Cnosso o Aphratì, p.es., cessano di essere utilizzate. Tuttavia, una città come Axòs continua a produrre, fino al V sec. a.C., terrecotte di buona qualità, influenzate da modelli stranieri (Grecia orientale) e offre al suo Tempio di Afrodite almeno un frontone scolpito. Ad Haghia Pelaghia (Apollonia ?), scavi di emergenza hanno riportato alla luce un edificio pubblico del VI-V sec. a.C. Analogamente, nella C. orientale, Praisos e il Santuario di Zeus Dicteo a Palaikastro conoscono un periodo di intensa attività nel VI e nel V sec. a.C., mentre nelle regioni occidentali il porto di Phalasarna si sviluppa e vi sorge una necropoli di tombe a pìthoi. Non si può dunque parlare di declino generale; le varie città cretesi, tendenti ad accrescersi a scapito dei piccoli insediamenti periferici, presentano evoluzioni molto differenti. In linea generale, però, si possono constatare sia l'estinguersi dell'artigianato locale di beni di lusso, a favore di prodotti di importazione (ateniesi, corinzi, ionici o rodi), seppur relativamente rari, sia il fatto che le necropoli «familiari» conoscono un declino rispetto ai secoli precedenti, cedendo il posto alla pratica, certamente limitata, dell'inumazione in tombe individuali, talvolta sormontate da stele, quali quella rinvenuta a Kounavi (Eltynia), rivelante un influsso ionico. I costumi religiosi o funerari, dunque, non incoraggiano più la produzione di un artigianato dinamico. Le città, ognuna secondo il suo ritmo e la sua struttura, cominciano a imporre un modo di vita austero affine, p.es., a quello di Sparta.

Periodo classico ed ellenistico. - A partire dal V sec. a.C., le produzioni locali, nelle mani di artigiani non-cittadini e destinate principalmente a soddisfare il fabbisogno interno, risultano notevolmente influenzate dai modelli stranieri importati dai centri principali del mondo greco e imitati nell'isola o realizzati da artigiani non cretesi; d'altra parte numerosi artisti originari di C. emigrano all'estero. Nella scultura, a partire dal V sec., le correnti ioniche, cicladiche e argive cedono rapidamente il posto all'influsso preponderante dell'Attica - dalla quale alcuni artisti emigrano a C. - sia nello stile sia nell'iconografìa (soprattutto nell'ambito delle stele funerarie). Lo stesso può dirsi delle statuette e delle placche in terracotta, di cui sono noti numerosi laboratori (Cnosso, Gortina, Kydonia, Axòs, Praisos, Olunte). Mentre i temi rappresentati nell'età classica fanno ancora riferimento alle tradizioni geometriche e arcaiche (figure sedute, figure femminili con pòlos vestite di himàtion e chitone) e le influenze stilistiche ioniche, rodie, attiche e corinzie risultano determinanti, la tipologia e lo stile della coroplastica ellenistica sono in gran parte influenzati dall'Attica. Anche nella ceramica si riscontra un predominio di prodotti di importazione attica, cui si ispira la produzione locale di lucerne, piccoli crateri e anfore, skỳphoi o coppe monoansate e a corpo sferico ricoperte da vernice nera. Durante l'epoca ellenistica, alcune officine maggiori esportano manufatti nel resto dell'isola e in Egitto, i cui prodotti erano ugualmente importati da Alessandria a C.; si constata inoltre un afflusso di ceramiche attiche, cipriote o rodie.

Le decorazioni a motivi vegetali chiari su fondo nero sono particolarmente apprezzate dagli artigiani locali, così come alcune forme, quali i kàntharoi ovoidi ad anse rialzate, talvolta ornati di figure a rilievo, i crateri a colonnette, le idrie (tipo Hadra) o le coppe su piede modanato. In quest'epoca, i pìthoi vengono ancora utilizzati come sepolture nella parte orientale di C., ma l'uso di sarcofagi e di tombe a fossa - con offerte sempre più numerose a partire dal IV sec. a.C. - tende a generalizzarsi nel resto dell'isola; ricche tombe sono state scoperte a Chanià e a Gortina. Infine, dal IV sec. a.C. vengono (ri)costruiti numerosi templi, per i quali il conservatorismo religioso impone il rispetto dello schema tradizionale caratterizzato da un ambiente quadrangolare (semplice o doppio), provvisto di panche, di un focolare e di un altare e preceduto da un pastàs. Neanche l'architettura civile resta indietro: teatri, odèia, pritanei, stoài, ma anche cinte murarie e fortezze furono costruiti un po' dovunque nell'isola (p.es. Latò, Haghia Pelaghia, Aptera, Priniàs, Phalasarna).

Nell'epoca in esame, dunque, C. non è più un centro di produzione artistica dinamica e originale; nonostante l'interesse mostrato ancora nei suoi confronti dalle diverse potenze straniere, l'isola diviene gradualmente una provincia decentrata, scarsamente dedita all'artigianato di lusso e al commercio (le prime monete cretesi si datano dal 470 c.a e, a causa della loro sopravvalutazione, non circolano al di fuori dell'isola).

Per C. nel periodo romano e bizantino v. Provincie romane.

Bibl.: AA.VV., Dädalische Kunst auf Kreta im 7. Jahrhundert v. Chr., Amburgo 1970; C. Davaras, Die Statue aus Astritsi, Berna 1972; H. Hoffmann, Early Cretan Armorers, Magonza 1972; J. N. Coldstream, Knossos. The Sanctuary of Demeter (BSA, Suppl. Vili), Londra 1973; A. Lebessi, Δυο επιτύμβιες υστεροαρχαικες κρητικές στήλες, in AntPl, XII, 1973, pp. 7-14; AA.VV., Antichità Cretesi. Studi in onore di Doro Levi, II, Catania 1974; E. Raftopoulou, L'enfant d'Hiérapétra, Parigi 1975; I. Beyer, Die Tempel von Dreros und Prinias A und die Chronologie der kretischen Kunst des 8. und 7. Jhs.v.Chr., Friburgo 1976; Α. Lebessi, Οι στήλες του Πρινια, Atene 1976; J. Ν. Coldstream, Geometric Greece, Londra 1977, pp. 48-50, 68-70, 99-102, 271-292; P. J. Callaghan, KRS 1976: Excavations at a Shrine of Glaukos, Knossos, in BSA, LXXIII, 1978, pp. 1-30; P. Blome, Die figürliche Bildwelt Kretas in der geometrischen und früharchaischen Periode, Magonza 1982; A. Lebessi, To ιερο Ερμη και της Αφροδίτης στη Συμη Βιαννσυ, I, I. Χαλκινα κρητικά τορευματα, Atene 1985; A. Petropoulou, Beiträge zur Wirtschaftsund Gesellschaftsgeschichte Kretas in hellenistischer Zeit, Francoforte 1985; J. A. Sakellarakis, L'antro Ideo. Cento anni di attività archeologica (1884-1984), in Cento anni di attività archeologica italiana in Creta (ConvLinc, LXXIV), Roma 1985, pp. 19-48; A. Lebessi, in Ν. M. Panagiotakis (ed.), Κρητη: ιστορία και πολιτισμος, Iraklion 1987, pp. 131-172; Α. Kanioti, ibid., pp. 173-284; D. Gondicas, Recherches sur la Crète occidentale de l'époque géométrique à la conquête romaine, Amsterdam 1988; J. Shaw, Phoenicians in Southern Crete, in AJA, XCIII, 1989, pp. 165-183; F. J. Frost, E. Hadjidaki, Excavations at the Harbor of Phalasarna in Crete, in Hesperia, LIX, 1990, pp. 513-527; A. Panagopoulos, Βασική βιβλιογραφία της δωρική, Κρητης, in Cretan Studies, II, 1990, pp. 163-196; D. Viviers, Les cités crétoises aux VIe et Ve siècles avant notre ère (diss. Univ. Libre Bruxelles, 1990), Bruxelles 1991.