CRACOVIA

Enciclopedia Italiana (1931)

CRACOVIA (A. T., 51-52; pol. Kraków; ted. Krakau)

Feliks KOPERA
Mattia LORET -Bogdan ZABORSKI
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Città della Polonia meridionale, posta sulle due rive della Vistola; dista 364 km. da Varsavia. Per numero d'abitanti è la quarta città della Polonia; è posta sui confini di quattro regioni geografiche: verso S. i Carpazî (precisamente l'altipiano subcarpatico), verso N. la Slesia e l'altipiano della Piccola Polonia; verso E. il bassopiano subcarpatico. A occidente di Cracovia si trova una parte del tavoliere giurassico Cracovia-Wieluń, con il monte di santa Bronislawa; alcuni monti calcarei, divisi dalla Vistola dalla catena giurassica, s'elevano sulla riva destra di detto fiume; il monte Wawel appartiene anch'esso, geologicamente, allo stesso sistema.

Cracovia giace all'incrocio di due importanti strade antichissime: l'una conduceva da Leopoli e dalla costa del Mar Nero verso la Slesia e poi verso l'occidente; l'altra dal sud attraverso la Porta Morava fra i Carpazî e i Sudeti portava al Mar Baltico. Cracovia è una chiave strategica verso la Porta Morava e questa posizione indusse lo Stato maggiore austriaco a fortificare la città che divenne una delle più potenti piazzeforti d'Europa.

Per quanto riguarda la posizione economica di Cracovia, essa è favorevole, giacché la città si trova nella vicinanza del distretto industriale dell'Alta Slesia e delle importanti miniere di piombo di Olkusz nonché delle saline di Wieliczka e di Bochnia. Cracovia è anche un importante nodo ferroviario; vi passano le linee che conducono a Varsavia, a Petrovice al confine cecoslovacco (Piotrowice), a Zakopane, a Leopoli e altre.

La popolazione di Cracovia ha subito, in seguito alle vicende storiche, ripetuti e profondi mutamenti. Distrutta dai Tartari, la città è stata riedificata nei secoli XIII e XIV secondo un nuovo progetto che, nella sua parte essenziale, si è conservato fino ad oggi. Durante il regno dei Iagellonidi, il numero degli abitanti sale a 100.000; nei secoli XVII e XVIII la città decade rapidamente, e conta, durante la rivolta di Kościuszko (1794), soli 10.000 abitanti. Il territorio di Cracovia, che dopo il congresso di Vienna costituì la "Città libera di Cracovia", aveva 1220 kmq. e 140.000 ab. La città stessa risorge rapidamente e raggiunge, verso la fine del sec. XIX, la cifra di 91.000 abitanti; parecchi sobborghi vengono incorporati alla città. Dal novembre 1918 Cracovia è capoluogo di voivodato: il numero degli abitanti, secondo il censimento del 1921, s'accrebbe a 183.700; nel 1929, a 205.000. Il voivodato di Cracovia comprende 24 dipartimenti con una superficie di 17.448 kmq. e 1.992.800 ab., di cui il 93% Polacchi.

Con le sue numerose e belle chiese, con le torri e il castello reale, che, situato sul monte Wawel (236 m.) bagnato dalla Vistola, domina tutta la città, Cracovia fa una bella impressione. Il grande numero e la varietà delle costruzioni architettoniche e i molti monumenti artistici contribuiscono a renderla interessante.

Sul Wawel si trovano i due monumenti più famosi di Cracovia: il castello reale e il duomo, dove aveva luogo l'incoronazione dei re polacchi. Costruito nel sec. XI e distrutto dall'incendio nel 1306, il duomo fu riedificato nella seconda metà del sec. XIV. Oltre alle tombe dei re vi si trovano anche i sepolcri dei Polacchi più celebri (Kościuszko, principe Poniatowski, Mickiewicz e Słowacki). Il castello reale, che nelle sue origini risale all'alto Medioevo fu fatto custruire da Casimiro il Grande (sec. XIV) e rinnovato e e ampliato, in stile del Rinascimento, da Sigismondo I. Trasformato dall'Austria (1846) in caserma e ospedale, esso fu riscattato nel 1906 dalla dieta galiziana. Da allora in poi sono in corso lavori di riattamento e di ripristino dello splendore antico.

La pił importante chiesa dopo la cattedrale, ę la chiesa di Santa Maria sul Rynek (mercato, piazza centrale), costruita tra il sec. XIII e il XV. Da una delle sue due torri viene suonata ad ogni scoccare d'ora un'antica melodia medievale. Tra i palazzi situati sul Rynek (in maggioranza dei secoli XVI e XVII) merita menzione la cosiddetta casa veneziana, con il leone di S. Marco, già proprietà dei commercianti veneziani. Notevoli inoltre la chiesa dei francescani (sec. XIII) con moderne policromie e pitture su vetro del poeta e pittore Stanislao Wyspiański; quella dei domenicani; quella del Corpus Domini con meravigliosi stalli. Cracovia ha in tutto 48 chiese cattoliche, una greco-cattolica, una protestante e molte sinagoghe.

Una meraviglia della città sono i giardini (Planty) che furono piantati al posto delle distrutte mura della fortezza e la cui lunghezza si estende per 3 ½ km. Sono adorni, oltre che da numerosi monumenti, dai resti delle mura, col cosiddetto Barbakan, il Rondel (rondello), e la porta di S. Floriano. Non lungi dalla piazza Matejko si trova il monumento eretto per festeggiare il 500° anniversario della vittoria dei Polacchi sui crociati presso Grunwald. Sulla piazza principale, proprio nel mezzo, sta il palazzo detto "Sukiennice", la galleria delle stoffe, formatasi per la riunione in quel posto dei negozî di vendita di panni.

Il più importante ramo industriale comprende la produzione di pelli, di stoffe e di strumenti agricoli. Fiorente è in ispecie il commercio di grano, sale, vino, legname, tela e bestiame.

Cracovia è sede di arcivescovo e di numerose autorità civili.

Bibl.: F. Bujak, in Studja geograficzno-historyczne, 1925, pp. 259-274; Geologische Karte Galiziens, fasc. III, elaborato da S. Zaręczny, Cracovia 1894; Przewodnik po Krakowie i okolicy (Guida di Cracovia e dintorni), Cracovia 1928; Orłowicz e Kordys, Illustrierter Führer durch Galizien, pp. 56-94; J. N. Trepka, Najnowszy zwięzły przewodnik po Krakowie (L'ultima breve guida di Cracovia), Cracovia 1928; Słownik geograficzny Królestwa Polskiego i innych krajów Słowiánskich (Dizionario geografico del regno di Polonia e di altri paesi slavi), Varsavia 1883, II, pp. 587-607.

Altri monumenti. - Il più antico monumento di Cracovia è la chiesetta rotonda dei Ss. Felice e Adaucto, costruita sul Wawel verso la fine del sec. IX. La città possiede inoltre di architettura medievale: la cripta romanica (sec. XI) della cattedrale, dove si trovano le tombe dei re polacchi; chiese e chiostri gotici (secoli XIII-XV), tra cui la chiesa di Santa Maria con decorazioni plastiche, e infine i resti delle fortificazioni (sec. XV, principio XVI). Conserva alcune case dell'epoca gotica, come l'edificio dell'antica università. Tra i capolavori della scultura medievale citeremo i sepolcri dei re polacchi, il magnifico altare Mariano, opera di Veit Stoss (Wit Stwosz, fine sec. XV) nella chiesa di Santa Maria, i crocifissi dello stesso maestro nella medesima chiesa, e il monumento da lui modellato ed eseguito in bronzo da Pietro Visscher, col bassorilievo dell'umanista Filippo Buonaccorsi, detto Callimaco precettore dei figli del re Casimiro Iagellone, nella chiesa dei domenicani. Della pittura gotica le chiese e i musei hanno quadri di scuola locale dei secoli XIV-XVI, con un'impronta propria.

Il Rinascimento italiano s'introdusse in Polonia al principio del sec. XVI e vi lasciò un'opera magnifica dell'architetto fiorentino Francesco della Lora, morto nel 1516, cioè il cortile del castello reale sul Wawel, con l'ardita loggia.

Bartolomeo Berecci di Val di Sieve elevò sul fianco della cattedrale il più bel campione di architettura del Rinascimento italiano d'oltralpe: la cappella di Sigismondo, magnificamente conservata.

Gian Maria Mosca di Padova, chiamato in Polonia il Padovano, architetto, scultore e medaglista, ornò Cracovia di molti particolari architettonici, specialmente di attici che sormontavano le facciate dei palazzi coprendo le linee inclinate del tetto settentrionale. Il più bell'esempio di attico si trova in un edificio medievale, trasformato ad uso di botteghe e banchi di vendita; le cosiddette "Sukiennice ". Tra gli scultori italiani si distinsero Giovanni Cini di Siena e lo stesso Mosca nelle ornamentazioni della cappella di Sigismondo, in un gran numero di belle pietre tombali e di altri ornamenti in diverse chiese e nei loro portici.

Sul finire del sec. XVI lasciarono opere a Cracovia gli scultori italiani: Girolamo Canavesi di Lugano, Santi Gucci fiorentino e Iacopo Caraglio, probabilmente di Verona, incisore e insigne artista di gemme, cammei, e medaglie. L'influenza dell'arte italiana perdurò oltre il sec. XVI e tra gli architetti italiani della fine di questo secolo e del principio del successivo si distinsero Gian Bernardone da Como, che costruì la più bella chiesa barocca della Polonia, quella dei Ss. Pietro e Paolo, nonché Andrea Spezza. Si fecero pure apprezzare gli artisti stuccatori Andrea Castelli, Succatori e Bartolomeo Ridolfi di Verona, gli scultori e costruttori Areteli o Retino luganese, Andrea e Antonio Castelli, pure luganesi.

Le chiese in pieno stile barocco furono costruite da Francesco Solari e decorate da Francesco e Baldassarre Fontana, mentre lavorava a Cracovia una serie di pittori italiani le cui opere ancora sono conservate, e fra tutti Tommaso Dolabella, allievo dei maestri veneziani. Gl'Italiani avevano a Cracovia la propria cappella nella chiesa dei francescani, tuttora esistente.

Oggidì la città conta l'Accademia di belle arti e la Scuola d'arte decorativa, il Museo nazionale, consacrato alle opere d'arte polacche, il museo dei principi Czartoryski con opere d'arte straniera tra cui primeggia il ritratto supposto di Cecilia Gallerani, sempre più concordemente attribuito a Leonardo, accanto a un ritratto raffaellesco di giovane, e il museo industriale.

Bibl.: A. Essenwein, Die mittelalterlichen Denkmale der Stadt Krakau, Lipsia 1869; Kraków, jego kultura i sztuka (Cracovia, la sua cultura e la sua arte), Cracovia 1904; L. Lepszy, Krakau (Berühmte Kunstdätde, n. 36), Lipsia 1906; id., Cracov. The royal capital of ancient Poland, Londra 1912; M. A. de Bovet, Cracovie (Les villes d'art célèbres), Parigi 1910; Lauterbach, Die Renaissance in Krakau, Monaco 1911.

V. tavv. CXLV-CL.

Istituti culturali. - Dai tempi di Casimiro il Grande (1333-1370) e sino al sec. XVII Cracovia è stata il più importante centro della cultura polacca, e lo è ridiventata nella seconda metà dell'800. Tale primato deriva a Cracovia dal fatto di essere stata, per lungo tempo, la capitale della Polonia; ma molto vi ha contribuito la fondazione, a Cracovia, d'importanti istituti culturali fra i quali il primo posto occupa l'università. Fondata da Casimiro il Grande nel 1364, a pochi anni di distanza da quella di Praga, l'università di Cracovia è, per anzianità, la seconda università dell'Europa centrale. Essa fu organizzata sul modello delle università italiane ed ebbe, dapprincipio, periodi di prosperità e di decadenza, finché, verso la fine del sec. XV, raggiunse il suo massimo splendore. Vi studiavano allora, oltre a numerosissimi polacchi (Copernico), non pochi stranieri (l'umanista Konrad Celtes). Favorevole, dopo qualche titubanza, all'umanesimo, l'università di Cracovia rimase fedele al cattolicismo e avversò la riforma. A partire dal sec. XVI essa decade non tanto per la minore fama dei suoi maestri, per le strettezze economiche e per la concorrenza di altre università, fondate nel frattempo, quanto per la diserzione della nobiltà che si recava in massa in Italia (sicché Padova e Bologna furono, per più di un secolo, le vere università polacche) o, in quanto aderente alla riforma, a Basilea, Heidelberg, Parigi e in altre università dell'Europa centrale e occidentale. Il tardo '700 è caratterizzato da arditi tentativi di riforma (Kołłątaj, Jan Śniadecki) che però, date le condizioni politiche, non bastano a far rifiorire l'università. Appena il sec. XIX ne vede la lenta e faticosa rinascita, ostacolata prima dal divieto per i Polacchi sudditi russi di frequentarla, e poi da ripetuti tentativi di germanizzazione. A partire dal 1870, l'università, riassettata in tutte le facoltà, diventa centro del movimento scientifico e culturale polacco. Dopo la guerra, il bisogno di un rinnovamento del fondo culturale contribuisce a darle uno sviluppo vigoroso (conta più di 7000 scolari), per quanto altre università polacche (Varsavia e Leopoli soprattutto) si affermino accanto ad essa.

Intimamente connessa con l'università è la Biblioteca Iagellonica, fondata al principio del sec. XV. L'importanza ne crebbe nei secoli successivi, e specialmente nell'800, quando essa ebbe funzione di biblioteca nazionale (oggi passata alla nuova biblioteca che si sta fondando a Varsavia). Presentemente essa conta 545.000 stampe, 2952 incunaboli, 6.614 manoscritti, 16.111 stampe, ecc.

Più ampio è l'ambito del Museo Czartoryski che contiene, oltre a raccolte storiche e artistiche, una biblioteca (100.000 volumi) e un a′rchivio (7000 manoscritti). Fondato da Adamo Casimiro Czartoryski e da sua moglie Isabella Fleming a Pulawy verso la fine del sec. XVIII, il museo fu trafugato dopo il 1831 a Parigi e di là trasportato a Cracovia nel 1876-80.

Nel 1873, periodo di forte risveglio culturale, fu trasformata in Accademia Polacca di Scienze e Lettere, la Società scientifica esistente dal 1815. Essa è tuttora l'unica accademia polacca e ha carattere e funzioni nazionali. Grande è la sua attività in tutti i campi dello scibile; notevoli soprattutto le pubblicazioni storiche (Monumenta medii aevi historica res gestas Poloniae illustrantia, Scriptores rerum polonicarum, Monumenta Poloniae Vaticana, ecc.). L'accademia ha proprie stazioni scientifiche, con ricche biblioteche, a Parigi e Roma. Oltre all'Università e all'Accademia di belle arti, vi sono a Cracovia le seguenti scuole superiori: l'Accademia mineraria (unica in tutta la Polonia), la Scuola superiore di commercio e la Scuola superiore pedagogica (Pedagogjum). Numerose vi sono le scuole secondarie: 11 ginnasî-licei statali (uno esclusivamente femminile) e 4 privati (soprattutto femminili), una Scuola industriale, un'Accademia commerciale, una Scuola media professionale per ragazze, due Istituti magistrali (Seminarjum), un Conservatorio musicale, ecc.

Musica e Teatro. - Fin dal sec. XV alla corte reale di Cracovia fioriscono compositori nazionali (Nicolao da Radom; notevole, perché coltivò anche lo stile monodico) e stranieri. A Cracovia, ebbe, fra altri, la sua educazione musicale il celebre maestro tedesco Heinrich Finck. Rigogliosa fu la vita musicale nel secolo seguente: nel 1543 fu fondata, alla cattedrale, la cappella dei Rorantisti allo stipendio di Sigismondo il Vecchio, e in quel periodo lavoravano a Cracovia musicisti quali Nicolao di Cracovia, Sebastiano di Felsztyn, Martino Leopolita, Venceslao Szamotulski e, verso la fine del secolo, Nicolao Gomółka. Il '600 e il '700 non conoscono affermazioni di pari importanza. Nel 1725 il principe Lubomirski inizin̄ la rappresentazione di opere italiane che ebbero grande successo e segnano un nuovo periodo d'influenza della musica italiana. Nell'800 emergono, fra i compositori polacchi, Franciszek Mirecki (1791-1862) e Władsław Żeleński (1857-1921), per i quali v. polonia: Musica.

Nel campo del teatro drammatico prevalgono in un primo tempo (fine del sec. XVIII) rappresentazioni tedesche. Soltanto nel 1805 Cracovia ottenne il privilegio di sostituirvi drammi recitati in lingua polacca, e nel 1809 vi si costituì il primo teatro polacco stabile, che però, date le condizioni politiche, ebbe vita grama. Un apposito edificio fu costruito nel 1843 e cinquanta anni dopo fu inaugurato il teatro attuale. Sotto la guida di Tadeusz Pawlikowski (1893-1899) il teatro di Cracovia ebbe un rapido sviluppo, accentrando i migliori artisti e creando una vera scuola teatrale. I suoi successori, gli attori Jozef Kotarbiński (1899-1905) e Ludwik Solski (1905-1913), basandosi sui risultati ottenuti dal loro predecessore, poterono coltivare un repertorio vastissimo, straniero (Shakespeare, Goethe, Schiller, Ibsen, Strindberg, Hauptmann, ecc.) e nazionale (Słowacki, Fredro, Wyspiański, ecc.). Accanto all'accurata messa in scena, artisti valorosi quali Michał Tarasiewicz, Marya Przybyłkówna, Stanisława Wysocka, Helena Mrozowska e Irena Solska, contribuiscono ad accrescere la fama e l'importanza del teatro di Cracovia, che, specialmente nel dopoguerra (direttori: Teofil Trzciński e Zygmunt Nowakowski), ha rappresentato spesso, e con notevole successo, lavori di Pirandello, Sem Benelli, Niccodemi, Rosso di San Secondo, Chiarelli, Forzano e altri.

Bibl.: K. Morawski, Historja uniwersytetu Jagiellońskiego, voll. 2, Cracovia 1900; W. Czermak, Uniwersytet Jagielloński w czterech ostatnich wiekach (L'università iagellonica nei quattro ultimi secoli), Cracovia 1900; J. S. Bandtkie, Historja Bibljoteki Uniwersytetu Jagiellońskiego w Krakowie, Cracovia 1821; E. Kuntze, Die K. K. Jagiellonische Universitäts-Bibliothek in Krakau, in Mitteilungen d. österr. Vereins f. Bibliothekswesen, XII, Vienna 1908; W. Kończyńska, Zarys historij Bibljoteki Jagiellońskiej (Disegno storico della biblioteca iagellonica), Cracovia 1923; Wł. Wisłocki, Katalog rękopisów Bibljoteki Jagiellońskiej (Catalogo die manoscritti della biblioteca iagellonica), Cracovia 1877-1881; Z. Ameisenowa, Minjatury włoskie Bibljoteki Jagiellońskiej. Trecento (Miniature italiane della biblioteca iagellonica), Cracovia 1929; A. Brückner, Dzieje kultury polskiej (Storia della cultura polacca), I-II, Cracovia 1930.

Storia. - Il nome di Cracovia appare per la prima volta nel sec. X. Ne parla come di un centro commerciale il viaggiatore ebreo Hrāhīm ibn Ya‛qūb, citato da al-Bakrī, geografo arabo del sec. XI. Secondo la leggenda, conservata nelle cronache medievali polacche, il nome della città, e la città stessa, risalirebbero al mitico Krak, che avrebbe ucciso il drago del colle di Wawel.

Intorno al 1000 Cracovia, sede vescovile e uno dei centri commerciali di transito, entra in rapporti più frequenti con l'Italia e con gli altri paesi. Nelle lotte politiche tra i principi della dinastia dei Piasti per l'egemonia in Polonia, Cracovia è fino al '200 oggetto di continue contese. Chi deteneva la città era considerato signore della Polonia, suddivisa in principati. All'inizio del '200 Cracovia diventa capitale dei re di Polonia, che vi si incoronavano e avevano sepoltura nella cattedrale del castello di Wawel. La città si sviluppa rapidamente e diventa presto anche un importante centro artistico. Durante l'invasione dei Tartari nel 1241 fu quasi completamente distrutta. Il paese spopolato aprì le porte alla colonizzazione tedesca. Molti Tedeschi si stabilirono nella città e ottennero da Boleslao il Pudico (1257) privilegi speciali, basati sul diritto di Magdeburgo, che divenne la base dell'autonomia amministrativa di Cracovia. Grandi meriti per lo sviluppo della città hanno nel sec. XIV i re Vladislao Łokietek e Casimiro il Grande. L'unione della Polonia con la Lituania ę per Cracovia fonte di nuove ricchezze e di prosperitމ. La borghesia finora in gran parte tedesca si polonizza, e all'elemento polacco si aggiunge presto l'immigrazione italiana, che vi affluisce sempre pił numerosa, e capeggia il movimento contro l'influenza tedesca. La venuta a Cracovia di Bona Sforza vi fa accorrere molti Italiani, nobili e artisti, che, assumendo la cittadinanza polacca, occupano alti uffici e si distinguono nelle arti e nei mestieri. Questo ę per Cracovia uno dei periodi pił fortunati e belli. Nella seconda metމ del sec. XVI le cittމ polacche vengono danneggiate dall'avversa legislazione, creata da una classe nobile esclusivista e accentratrice di privilegi politici. Restando capitale Cracovia si sarebbe salvata; sennonchḫ Sigismondo III, della dinastia dei Vasa, trasferị la residenza dei re a Varsavia. Danni non minori derivarono a Cracovia da incendî, guerre e invasioni. Non meno sfortunato fu per la città il Settecento con le guerre e le incursioni di Carlo XII di Svezia e dei Russi. Una funzione importante fu ancora una volta riservata alla città, quando il 24 marzo 1794 vi scoppiò l'insurrezione nazionale, capitanata da Kościuszko. Per un breve periodo la città fu occupata dai Prussiani e nella terza spartizione della Polonia passò all'Austria. Al congresso di Vienna (1815) Cracovia, con un piccolo territorio, divenne città libera, ma nel 1846 perse la sua autonomia e fu occupata dagli Austriaci. Il periodo costituzionale in Austria segna per la Polonia austriaca (Galizia) e per Cracovia una ripresa di vita culturale e politica, in cui diventa di nuovo centro della coscienza nazionale; al principio della guerra mondiale partì da Cracovia il movimento per l'indipendenza e vi si formarono le prime legioni sotto il Piłsudzki.

Bibl.: K. Bąkowski, Dzieje Krakowa (Storia di Cracovia), Cracovia 1911; Kraków, jego kultura i sztuka (Cracovia, cultura e arte), in Rocznik krakowski (Annuario di Cracovia), VI, 1904.

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