COTONE

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

COTONE (XI, p. 676; App. II, 1, p. 716; III, 1, p. 444)

Roberto Scognamiglio

La produzione mondiale di c. è caratterizzata, come molti dei prodotti di base, da oscillazioni marcate e irregolari, pur continuando a progredire con ritmi simili a quelli degli anni 1945-60. Questa irregolarità di offerta è solo in parte conseguente a eventi climatici, essendo il mercato molto influenzato dalle politiche di riserve dei paesi forti produttori, dall'andamento dei prezzi delle fibre sintetiche, dagl'interventi degli speculatori. Nonostante tutto la produzione mondiale, che nel 1961 era di 9,8 milioni di t, ha raggiunto nel 1973 oltre 13 milioni di t con un incremento di oltre il 30%. L'offerta degli Stati Uniti, maggiore produttore, che nella media 1961-65 era di circa un terzo, viene via via diminuendo anche a causa di una diminuzione dei territori messi a coltura, giungendo nel 1973 a costituire il 21,5% di quella totale. La produzione dell'URSS è viceversa caratterizzata da un buon dinamismo come del resto quelle della Cina e dell'India, rispettivamente al terzo e quarto posto. Questi quattro paesi concorrono a fornire circa i due terzi della produzione mondiale.

Il consumo mondiale di cotone cresce molto più regolarmente con una progressione sensibile soprattutto nei paesi a economia pianificata dal centro e nei paesi sottosviluppati, dove le materie sintetiche trovano minor mercato. Esclusi gli Stati Uniti e, in parte, l'Unione Sovietica, gli altri maggiori produttori assorbono sul mercato interno la maggior parte delle loro produzioni, cosicché il mercato internazionale, oltre che dagli Stati Uniti e dall'URSS, è alimentato essenzialmente dai paesi in via di sviluppo del vicino Oriente e dell'America latina.

L'irregolarità dell'offerta di fronte a una domanda regolare e in continuo, anche se lieve, aumento non può non influenzare i prezzi che, difatti, hanno subito forti oscillazioni. Fino al 1966 tali fluttuazioni erano state più deboli grazie alla politica interna soprattutto statunitense, ma anche dell'Egitto e della Siria, volta al sostegno dei prezzi (prezzi minimi garantiti ai coltivatori, stocks regolatori) di limitazione o di espansione dei territori coltivati, secondo le situazioni. Da quella data la modificata politica americana, le condizioni meteorologiche molto più variabili, i movimenti ciclici nelle industrie tessili e gli acquisti speculativi hanno prodotto fluttuazioni molto più pronunciate. Esiste anche una forte interazione tra cotone e prodotti chimici in quel che concerne l'offerta e i prezzi: così il rincaro recente dei sintetici, conseguente all'aumento del prezzo del petrolio e alle priorità date alle utilizzazioni energetiche di esso, e fonte di un vantaggio relativo per il c., ha riportato la domanda sul c. e determinato un forte rialzo del suo prezzo (anelasticità dell'offerta) che, tra l'inizio del 1972 e l'inizio del 1974, è raddoppiato. Le possibilità di stabilizzazione del corso mondiale del cotone attraverso un accordo internazionale è stata più volte discussa e rigettata dal Comitato consultivo internazionale sul c. dall'anno della sua creazione (1939) a oggi, cosicché il suo ruolo è rimasto quello della pubblicazione e scambio di dati e informazioni sul mercato mondiale del cotone. Le difficoltà principali sono, da una parte, quelle relative alla fissazione di un livello di prezzi unico per fibre molto differenziate, non sempre sostituibili tra di loro, il quale sia, nello stesso tempo, concorrenziale con le fibre sintetiche e remunerativo dei costi, anche per i paesi sottosviluppati, caratterizzati da basse produttività, e, dall'altra, quelle relative all'accettazione di impegni in materia di controllo delle produzioni, d'importazione e di finanziamento degli stocks.

Nonostante l'incertezza nella quale gli operatori operano, gli scambi internazionali progrediscono; la tab. 2 fornisce dati sulla situazione relativa.

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