COTONE IDROFILO

Enciclopedia Italiana (1931)

COTONE IDROFILO

Agostino Palmerini

. Il cotone idrofilo, o cotone assorbente (gossypium depuratum), materiale di medicazione largamente adoperato nella pratica chirurgica, si ottiene facendo bollire per mezz'ora il cotone cardato in soluzione al 4% di idrato sodico e lavandolo poi con acqua finché scompare la reazione alcalina. Dopo avere tolto con la pressione la maggior parte dell'acqua, s'immerge in una soluzione al 5%, di cloruro di calcio, si lava abbondantemente con acqua, poi con soluzione al 2‰ di acido cloridrico, nuovamente più volte con acqua, poi con soluzione di idrato sodico al 2%, finalmente con acqua, sino a che non ha più reazione alcalina, e si fa asciugare. È inodoro, insipido, soffice, bianchissimo; immerso nell'acqua se ne imbeve e subito affonda. La nostra Farmacopea (1929) registra anche il cotone con fenolo (gossypium cum phenolo), materiale di medicazione antisettica, e il cotone collodio (gossypium collodium) che serve alla fabbricazione del collodio (v.).

Dal cotone idrofilo si ottengono i tessuti di garza idrofila (tela hydrophila), sgrassata con soda diluita, bianca, senza colla, a maglie grandi; generalmente contiene 15 fili su 15 fili per cmq.; da questa si prepara la garza con fenolo (5%) e la garza con iodoformio (10%).

Il cambric è un tessuto serrato di cotone idrofilo che si adopera per fasciature resistenti. La garza amidata è un tessuto rado e trasparente di cotone imbianchito ricoperto d'uno strato di colla d'amido e cilindrato. Le garze vengono arrotolate in forme cilindriche da apposite macchine avvolgitrici e quindi tagliate per fare le bende in dimensioni diverse (m. 5 × o,05; 5 × 0,07; 5 × 0,10, ecc.).

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Gossypium