CORTECCIA

Enciclopedia Italiana (1931)

CORTECCIA (lat. cortex; fr. écorce; sp. corteza; ted. Rinde; ingl. bast)

Valeria Bambacioni

Con questo nome volgarmente sono indicate, nei diversi organi delle piante, le porzioni superficiali di tessuti che si distaccano, più o meno facilmente, da quelle sottostanti. In tal senso la corteccia esisterebbe non solo nei fusti e nelle radici ma anche in molti frutti; in questo caso è però più proprio parlare di buccia.

In linguaggio botanico la corteccia risulta costituita diversamente a seconda che si consideri in organi giovani o in organi adulti. Nei primi essa è indicata col nome di corteccia primaria o cilindro corticale, nei secondi col nome di corpo corticale. La corteccia primaria risulta dell'epidermide e del parenchima fondamentale frapposto tra l'epidermide e la regione più interna o cilindro centrale; il corpo corticale risulta invece dei tessuti originati dall'attività della zona cambiale sul suo lato esterno (tubi cribrosi, parenchima cribroso, fibre liberiane), degli avanzi della corteccia primaria e dei prodotti del fellogeno (sughero e felloderma). (V. caule; radice).

Le cortecce di parecchie piante sono importanti per le loro applicazioni pratiche, così p. es. le cortecce di china, di cannella, di cascarilla, di cascara saerada, inscritte nelle Farmacopee ufficiali. Materiali tessili forniscono, con le loro fibre liberiane, le cortecce di canapa, di lino, di tiglio, ecc. Succhi gommosi, balsamici, resinosi, utilizzati in medicina o nelle industrie, lasciano colare dalla loro corteccia parecchie piante: così il balsamo storace dal Liquidambar orientalis; il benzoino dallo Styrax benzoin; le cortecce delle querce, dei castagni, ecc. dànno materiali tannanti.

Per la corteccia cerebrale: v. cervello.

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