CORRADO IV imperatore

Enciclopedia Italiana (1931)

CORRADO IV imperatore

Vito Antonio Vitale

Figlio di Federico II e di Iolanda di Brienne, nacque ad Andria in Puglia nel 1228. Nominato prima duca di Svevia e di Alsazia, nel 1237, dopo la ribellione del fratello maggiore Enrico fu proclamato re dei Romani ed erede al trono. Quando, nell'ultimo e più terribile periodo della lotta fra Federico e il papato, Enrico Raspe, langravio di Turingia, sin allora incaricato di assistere il giovane re nel governo della Germania, si schierò contro l'imperatore aspirando alla corona, C. difese i diritti suoi e della sua casa in una feroce guerra civile che dissanguò e impoverì il paese e nella quale, abbandonato dai suoi, fu sconfitto a Francoforte sul Meno nell'estate 1246. Il langravio morì nell'anno successivo; ma fu eletto antiré, per opera del papa Innocenzo IV, Guglielmo d'Olanda, e il giovane principe tentò invano di arrestare le pericolanti fortune della sua casa. Morto nel 1250 Federico che lo aveva dichiarato erede della corona di Germania e di Sicilia, fu sconfitto ad Oppenheim da Guglielmo d'Olanda e rinunciò alla lotta in Germania, dove cosi finiva il dominio degli Hohenstaufen.

Chiamato insistentemente dai ghibellini italiani, C. sperò di conservare il regno di Sicilia, dove Manfredi aveva resistito con fermezza e abilità al papato. Venuto C. nel 1251, parve dapprima che l'accordo fosse perfetto tra i due fratelli del tutto disformi di pensiero e di abitudini ma le pubbliche dimostrazioni d'amore e il titolo di connestabile del regno dato a Manfredi, non riuscivano a nascondere la gelosia del fratello, tanto meno pronto e geniale di lui e meno gradito per il carattere e l'educazione tedesca. Il loro era infatti attrito tra i due elementi tedesco e italico; e il re era spinto specialmente da coloro che lo avevano seguito di Germania a deprîmere e umiliare Manfredi, che sopportò dissimulando la perdita di feudi ed onori. Intanto C. tentava di riavvicinarsi al papa; ma inutilmente, ché Innocenzo rinnovava due volte contro di lui la scomunica accusandolo d'eresia e d'ogni sorta di delitti, anche della recente morte improvvisa del fratello Enrico. Tuttavia C. si occupò subito attivamente del governo del regno, pubblicando anche notevoli leggi in un'assemblea di feudatarî tenuta a Foggia nel 1252, e riuscì a sottometterlo tutto, riconquistando l'ancora ribelle Napoli l'anno successivo. Ma mentre la fortuna sembrava rivolgerglisi favorevole, morì improvvisamente a Lavello il 21 maggio 1254, lasciando un bambino di due anni, Corradino, affidato alla tutela del papa e alla reggenza di Bertoldo di Hohenburg. Così, rimasto sempre estraneo al paese, compiva un duplice errore dando la tutela del figlio, con un gesto che voleva essere abile, a chi aveva il programma di distruggere la casa sveva, e la difesa del regno a uno straniero e inviso, con esclusione del fratello che solo poteva raccogliere intorno a sé le forze e gli animi. Si comprende come questa avversione abbia potuto far sorgere la leggenda che attribuisce a Manfredi la precoce sua morte.

Bibl.: J.W. Schirmacher, Die letzte Hohenstaufen, Lipsia 1871; E. Jordan, Les origines de la domination angevine en Italie, Parigi 1909; A. Finocchiaro Sertorio, Le leggi di Corrado IV, Catania 1909.

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