Chetonici, corpi

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Sostanze chimiche, correlate tra loro, che si accumulano nei tessuti animali in condizioni patologiche, ma riscontrabili in dosi minime anche in condizioni normali. Costituiti da acetone, acido acetacetico, acido β-idrossibutirrico, sono prodotti intermedi del metabolismo dei lipidi. Si formano nel processo di chetogenesi, per sintesi da radicali acetilici attivati, provenienti da vari processi metabolici e in particolare dal metabolismo dei lipidi. Anche il metabolismo dei protidi può portare alla formazione di corpi c.; sotto questo riguardo hanno particolare interesse alcuni amminoacidi (leucina, fenilalanina ecc.), detti chetogenetici.

La chetonemia, o acetonemia, è il tasso ematico dei corpi chetonici. La loro degradazione fino ai loro prodotti terminali (acqua e anidride carbonica) si definisce chetolisi.

I c. sono sintetizzati nel fegato a partire dall’acetilcoenzima A proveniente dalla ossidazione degli acidi grassi, dal metabolismo delle proteine e degli zuccheri e infine da una deviazione del metabolismo del piruvato che non viene innescato nel ciclo dell’acido citrico. Vengono utilizzati in numerosi tessuti (a esclusione di quello epatico) per produrre energia. Quando la velocità di sintesi dei c. aumenta, superando la capacità di utilizzazione dei tessuti, in particolar modo in seguito a digiuno prolungato, a insufficiente apporto glicidico (condizione che si verifica particolarmente nel bambino verso i 4 anni, a causa dell’attivissima utilizzazione di glucosio, non controbilanciata da una corrispondente riserva di glicogeno), ad aumentato fabbisogno glicidico nel corso di malattie infettive, a cattiva utilizzazione del glucosio (diabete), condizioni in cui viene esaltata l’utilizzazione degli acidi grassi quale fonte di energia, si ha accumulo di c. nel sangue e si determina la condizione morbosa nota come chetosi.

L’ iperchetonemia dapprima è compensata da una aumentata escrezione urinaria dei c. ( chetonuria) e da eliminazione dell’acetone, volatile, attraverso l’aria alveolare. Se il processo non viene arrestato, si hanno gravi alterazioni dell’equilibrio acidobase ( chetoacidosi), fino ad arrivare al coma acidotico (➔ diabete). Le manifestazioni cliniche dapprima appaiono di entità modeste: astenia, malessere generale, eccessiva sensazione di sete. Mano a mano che si procede verso la chetosi, questi sintomi si aggravano, insorge vomito, l’alito si fa chiaramente acetonico, si ha disidratazione e si ha accumulo di CO2 nel sangue con manifestazioni di iperpnea.

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