BENTIVOGLIO, Cornelio

Enciclopedia Italiana (1930)

BENTIVOGLIO, Cornelio

Giulio Natali

Cardinale, letterato. Nato a Ferrara nel 1668, fu eletto, trentenne, principe dell'Accademia degl'Intrepidi, e riformò nel 1698 lo Studio ferrarese. Quantunque molto occupato nella corte di Roma, dove ottenne nel 1719 la porpora cardinalizia, non abbandonò mai gli studî, e protesse sempre letterati e artisti. Nel 1729, con lo pseudonimo di Selvaggio Porpora, pubblicò a Roma la sua famosa traduzione in versi sciolti della Tebaide di Stazio. Morì in Roma, ministro della corte di Spagna, il 30 dicembre 1732. La Tebaide di Selvaggio Porpora fu spesso ristampata sin verso la metà del sec. XIX, considerata come il quarto dei nostri maggiori volgarizzamenti, ed è stata ristampata anche nel 1928. Il Calcaterra ha sfatato definitivamente la leggenda che attribuiva in parte al Frugoni questa traduzione, e ha dimostrato che non già il Frugoni fu maestro al Bentivoglio di frugonianismo, ma il Bentivoglio al Frugoni. Nella Tebaide del Bentivoglio si sente la maestà stilistica della Gerusalemme Liberata, che egli giovine e adulto sempre portava con sé, prediligendola tra le opere dei classici nostri. Selvaggio Porpora mirò a ricreare in italiano l'antico poema eroico latino, continuando la tradizione epica della sua Ferrara.

Bibl.: Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, s. v.; C. Calcaterra, Il traduttore d. Tebaide di Stazio, Asti 1910, e Introduzione alla Tebaide di Stazio, trad. da C. B., Torino 1928.

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