CORMONS

Enciclopedia Italiana (1931)

CORMONS (A. T., 23-24-25)

Elio MIGLIORINI
Roberto CESSI
Mario MENGHINI

Cittadina della provincia di Gorizia, situata sull'importante linea ferroviaria Udine-Gorizia (15 km. a ovest di questa città), a 62 m. s. m., tra Versa e Iudrio, alle pendici meridionali delle colline del Coglio (M. Quarin, m. 274), che proteggono il paese dai venti settentrionali. Cormons era divisa in passato in due corpi murati, uno dei quali, le "centa" di Sant'Adalberto, corrisponde a quel gruppo di edifici che è presso la parrocchia, mentre l'altro, pure circondato da mura, comprende quel gruppo di case e strade strette presso la cappella di San Giovanni. Ora è al centro d'una buona raggera di strade carrozzabili. Importante il commercio di frutta primaticcia; copioso è il raccolto di bozzoli, in parte lavorati sul posto (2 filande). Vi sono anche fabbriche di mobili e di laterizî. Nel 1921 il comune (ampio 26,06 kmq., in regione collinosa, che ben si presta alle colture arboree specializzate) comprendeva una popolazione di 6438 persone, delle quali 3893 risiedevano a C., 1022 nella frazione di Povia e 442 in quella di Borgnano; 1099 dimoravano invece in case isolate.

Bibl.: Guida delle Prealpi Giulie, Udine 1912, pp. 714-23; G. Caprin, Pianure friulane, Trieste 1892, pp. 319-58.

Storia. - Cormons fu vecchio posto avanzato eretto dai Romani e venne fortificata e ridotta a castro da Gisulfo (610). Ottone II investì il patriarca Rodoaldo del dominio del castello, e questo divenne una delle porte di Gorizia verso la grande pianura, oggetto perciò di contestazione fra i patriarchi e il conte di Gorizia in una lunga ed estenuante lotta; finché restò nel sec. XIII in possesso della contea di Gorizia, con la quale fu devoluta poi alla casa d'Asburgo. Venezia, erede dei diritti patriarcali, aspramente la contese a casa d'Austria, e con persistente accanimento operò lo smantellamento del vecchio borgo baronale, che già nel secolo XV ebbe riconosciuta la propria autonomia comunale con proprî statuti.

Bibl.: G. Occioni-Bonaffons, Bibliografia storica friulana del 1861 al 1895, Udine 1899; Sbraglio, Regesti di alcuni documenti sui Ribissini di Cormons e consanguinei, Udine 1900; P. S. Leicht, Breve storia del Friuli, Cividale 1930.

L'armistizio di Cormons. - A Cormons fu stipulato l'armistizio col quale ebbe fine la guerra austro-italiana del 1866. In un primo convegno, il 5 agosto, tra il delegato austriaco generale Moring e quello italiano generale P. Bariola non si poté decidere nulla, poiché l'Austria chiedeva che il mattino del 10 agosto fossero sgombrati il Tirolo e Gorizia; e si dava tempo per la risposta fino al giorno 8. Fu chiesta una proroga per la risposta, che tardò ad essere concordata a Firenze. Allora il La Marmora, prendendo su di sé una tremenda responsabilità, telegrafò il 9 agosto al Garibaldi che condizioni politiche esigevano imperiosamente la conclusione dell'armistizio, per il quale si richiedeva che le forze militari si ritirassero dal Trentino; e n'ebbe per risposta lo storico obbedisco. Il giorno successivo ordinò al generale Cialdini che non più tardi del mezzogiorno dell'11 un generale si recasse al convegno di Cormons "per ulteriormente trattare armistizio". Fu inviato il generale conte Agostino Petitti Bagliani di Roreto, che si dimostrò abilissimo nel trattare quei difficilissimi negoziati. E, dopo molte discussioni, il 12 agosto fu stipulata la seguente convenzione, che preludeva alla pace di Vienna del 3 ottobre: 1) gli abitanti del Tirolo italiano e d'altri luoghi rioccupati dalle truppe austriache non saranno molestati per atti e opinioni durante l'occupazione italiana; 2) non sarà fatto carico agli antichi impiegati del governo austriaco di aver fatto adesione al governo italiano; 3) non sarà riscosso alcun prestito forzato, né messe nuove tasse di guerra; 4) vi sarà libera navigazione per canali e fiumi, la cui foce è in territorio non occupato dagli Austriaci.

Bibl.: A. La Marmora, Un po' più di luce sugli eventi politici e militari dell'anno 1866, Firenze 1873; Complemento alla campagna del 1866 in Italia, Roma 1909; L. Chiala, Ancora un po' più di luce sugli eventi politici e militari dell'anno 1866, Roma 1912; M. Degli Alberti, L'armistizio di Cormons, in Rass. stor. del Risorg., III, 1916; P. Silva, Il Sessantasei, Milano 1917.

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