Corazza

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Storia

Armatura difensiva del guerriero costituita da un vestimento di cuoio e di metallo. Nota già presso i popoli primitivi, cambiò materiali nel corso del tempo. Il solo continente dove non sia mai stata usata è l’Australia. Fino a tutto il 16° sec. costituì, insieme con l’elmo e lo scudo, l’armamento difensivo individuale; in seguito fu gradualmente abbandonata perché poco efficace contro le armi da fuoco. Nel 17° sec. i soldati armati di c., che nel 16° e 17° sec. costituivano la cavalleria pesante, vennero chiamati corazzieri. La c. rimase in uso nei tornei e nelle giostre, e lo è tuttora come elemento decorativo delle divise di corpi speciali. In Italia, per es., i corazzieri, scelti fra i carabinieri di statura non inferiore a 1,90 m., formano la guardia del corpo del capo dello Stato, risalente a uno squadrone di carabinieri a cavallo costituito nel 1868.

La prima c. è stata trovata a Nuzi, nell’alta Mesopotamia: si tratta di placche di metallo unite da corregge. Altre c. sono note dai rilievi neo-assiri di Ninive. In Egitto le prime c. compaiono nella XVIII dinastia (1570-1318 a.C.), ma divengono d’uso comune nella dinastia successiva (1318-1200 a.C.). In Grecia la più antica c. bronzea è stata rinvenuta a Midea, in Argolide. In Sardegna i bronzetti nuragici attestano una varietà di c., con una piastra rettangolare applicata sul petto e altri tipi forse di cuoio. Nella penisola italica centro-meridionale è nota una c. con piastra triangolare con tre dischi a rilievo. La c. lucana era di cuoio aderente al corpo. Le più antiche c. romane erano di cuoio (loricae).

Tecnica

Struttura resistente atta a opporsi alla penetrazione dei mezzi di offesa bellica. Se ne distinguono due tipi: metallica, per la corazzatura di carri armati, navi e aeroplani, e in calcestruzzo (armato o no) a protezione delle fortificazioni permanenti e dei ricoveri (soprattutto dei ricoveri antiaerei nei centri urbani). Le c. in calcestruzzo semplice, a parità di altre caratteristiche, presentano maggiore fragilità all’urto dei proiettili quanto maggiore è il numero delle superfici di ripresa e di costipamento dei getti; resistenza più elevata presentano le c. in cemento armato.

Rivestimento delle sponde di un corso d’acqua con mattonelle compresse di cemento e sabbia collegate da fili di ferro zincato.

Schermo antimagnetico usato per sottrarre all’azione di campi magnetici esterni delicati strumenti elettrici o elettromagnetici (detti allora corazzati).

Nella costruzione navale, la c. consiste in piastre, piane o curve, di acciaio speciale, di varia grossezza, che si applicano sullo scafo o sulle postazioni delle armi (torri delle artiglierie ecc.). Nelle grosse c. Krupp le piastre sono di acciaio al nichel-cromo, laminate in due direzioni ortogonali, carburate (sulla faccia esterna) con gas illuminante, sottoposte prima a tempra doppia generale, in acqua e olio, e infine a tempra superficiale con getti d’acqua. La resistenza alla perforazione delle c. di questo tipo è pari a quella di una c. di ferro fucinato di grossezza quasi quadrupla. Le c. moderne sono di tipo diverso a seconda della grossezza e dell’impiego: mentre per le c. più grosse di murata e delle torri si adotta il tipo Krupp o analoghi, per le c. più sottili, che non possono essere cementate, destinate ai ponti, alle paratie di difesa subacquea ecc., si impiegano acciai speciali (al Ni, Cr, Va ecc.).

Le c. protettive di una nave o di un altro mezzo corazzato, considerate come un insieme organico, prendono il nome di corazzatura. Quella dei carri armati è costituita da lamiere d’acciaio di diverso spessore, saldate fra loro e destinate a proteggere l’equipaggio, l’armamento e il motore. Nei primi carri armati era molto leggera; l’aumento della potenza delle armi da fuoco ha obbligato i costruttori ad aumentarne gli spessori e a utilizzare materiali compositi; i mezzi corazzati moderni hanno protezione molto rilevante sul fronte e sui fianchi, più modesta nelle parti superiore e inferiore, pur tuttavia tale corazzatura fa sì che la massa del carro raggiunga e superi le 50-60 t. Nelle costruzioni aeronautiche, corazzature sono impiegate in genere soltanto al fine di proteggere l’equipaggio (schienali e poggiatesta dei seggiolini sono perciò rivestiti con lamiere di acciaio di notevole spessore). Corazzature più estese sarebbero in contrasto, per il notevole peso, con le esigenze di velocità degli aerei da combattimento. Negli aerei in cui tali esigenze sono meno sentite, le corazzature sono estese anche ai motori.

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