Coralli e anemoni di mare

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

coralli e anemoni di mare

Giuseppe M. Carpaneto

Animali che sembrano fiori

Sembrano cespugli di piante fiorite sul fondo del mare e invece sono animali molto antichi. Coralli, madrepore e anemoni di mare appartengono al phylum dei Celenterati e alla classe degli Antozoi. Vivono quasi tutti legati al fondale roccioso e i loro tentacoli si agitano catturando piccoli invertebrati, detriti o perfino pesci. Le madrepore, con i loro scheletri di carbonato di calcio, formano le barriere coralline e gli atolli

Colonie e tentacoli

Coralli, madrepore e anemoni di mare appartengono alla classe degli Antozoi (dal greco ànthos "fiore"): infatti il loro aspetto ricorda più quello delle piante che quello degli animali. In genere associamo gli animali al movimento, ma questa proprietà manca a molti organismi marini che vivono attaccati o posati sul fondo. Coralli rossi, madrepore e gorgonie sono animali coloniali (colonie animali) che costruiscono uno scheletro calcareo comune. Pertanto danno l'impressione di una completa immobilità. In realtà, ciascun individuo (polipo) che costituisce la colonia muove attivamente i suoi tentacoli alla ricerca di particelle alimentari. Ma non tutti gli Antozoi sono coloniali: gli anemoni di mare e altre attinie vivono solitari. Hanno l'aspetto di grossi polipi posati sul fondo, con tanti tentacoli con cui afferrano animali in movimento. Alcune specie riescono a predare pesci di medie dimensioni.

Coralli e madrepore

Le colonie di coralli e madrepore sono formate da numerosi individui anatomicamente fusi tra loro. I singoli polipi rappresentano le bocche della colonia e comunicano tra loro per mezzo di sottili canali che attraversano lo scheletro. Ogni colonia viene fondata da un polipo che si riproduce asessualmente, per gemmazione.

I coralli più importanti dal punto di vista ecologico sono le madrepore, diffuse soprattutto nei mari tropicali, dove costruiscono le famose barriere coralline e gli atolli. Mentre le barriere hanno una forma più o meno lineare e possono svilupparsi per centinaia di chilometri parallelamente alla costa, gli atolli sono isole dalla caratteristica forma a ciambella. Si tratta di barriere circolari che sono cresciute intorno a un cono vulcanico che poi è sprofondato. Le barriere coralline sono uno degli ecosistemi più ricchi di organismi viventi: migliaia di specie animali vivono grazie all'esistenza delle barriere coralline formando complesse reti alimentari.

Le gorgonie sono dette ventagli di mare a causa della loro forma appiattita e ramificata. Infatti lo scheletro coloniale delle gorgonie si sviluppa su un piano solo, orientato parallelamente alla direzione delle principali correnti marine. Diversi animali vivono aggrappati ai rami delle gorgonie per nutrirsi dei loro polipi, come le stelle serpentine, che si arrampicano sulla colonia grazie alle lunghe braccia prensili.

Attinie

Le attinie sono Antozoi privi di scheletro: hanno una corona di tentacoli e un corpo carnoso, posato sugli scogli o sui gusci di altri animali, per esempio sulle conchiglie dei Gasteropodi. Famosa è la simbiosi mutualistica tra l'attinia e un piccolo crostaceo, il paguro; l'attinia vive attaccata alla conchiglia di un mollusco morto abitata dal paguro. Questo viene camuffato dalla conchiglia e dall'attinia stessa, che funge da 'cane da guardia' con i suoi tentacoli urticanti. Il vantaggio per l'attinia è che viene portata a spasso dal paguro, generalmente in zone ricche di cibo. I pomodori di mare sono attinie di color rosso vivo, mentre gli anemoni di mare sono quelle che mostrano colori delicati, violetto o azzurro.

La pesca dei coralli nel Mediterraneo

I coralli rossi sono presenti anche nel Mediterraneo; in quest'area esiste una tradizionale attività di lavorazione e commercio dei coralli per ricavarne oggetti preziosi, soprattutto collane. L'ingegno è il tradizionale strumento per la pesca del corallo formato da due assi di ferro legati assieme a formare una croce di S. Andrea e al quale vengono legate vecchie reti. Viene calato in mare e poi trainato da una barca in modo da staccare dal fondo il corallo che si impiglia nelle reti. Purtroppo l'uso eccessivo di questo metodo ha portato alla distruzione dei fondali mediterranei.

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