URBANE, COORTI

Enciclopedia Italiana (1937)

URBANE, COORTI

Alfredo PASSERINI

. Create da Augusto insieme con le coorti pretorie, le coorti urbane stavano per rango al disotto di quelle e al disopra delle legioni: gli urbaniciani (soldati delle coorti urbane) ricevevano negli ultimi anni di Augusto 375 denari annui, mentre i legionarî ne avevano 225 e i pretoriani 750; e il soldo fu aumentato poi sempre in proporzione con gli altri, fino a 1250 sotto Caracalla. Il servizio durava 20 anni, come nelle legioni.

Le coorti urbane, in origine tre con una numerazione progressiva di seguito alle pretorie, stazionavano dapprima nel Castrum praetorium, poi in proprie caserme presso il forum Suarium, mentre una quarta risiedeva in Lione. Dopo Augusto il loro numero variò da un massimo di 8 sotto Claudio, che ne inviò una a Ostia e una a Pozzuoli, a un minimo di 4 sotto Vespasiano: in più due furono stabilite a Cartagine e a Lione. Ogni coorte urbana era formata di 1000 uomini di fanteria, divisi in centurie, ed era comandata da un tribunus, proveniente di solito dal primipilato nelle legioni. Le liste delle missiones, cioè dei congedati, e altre iscrizioni col nome e la patria di molti urbaniciani testimoniano che essi erano reclutati in Italia fra i cittadini; Tacito (Annal., IV, 5) dice che, con i pretoriani, erano levati dall'Etruria, Umbria, Lazio, e dalle antiche colonie romane: il servizio leggiero e l'alta paga erano un premio agli antichi dominatori. Se ne incontrano però anche d'altre parti dell'impero, specie della Gallia Transalpina e dell'Africa. Mentre in Ostia e Pozzuoli, centri del commercio romano, avevano mansioni di sicurezza, in Lione, capitale delle Gallie, avevano forse più importanza politica; e in Cartagine davano man forte al procuratore dei domini imperiali nell'amministrazione. In Roma sembra che avessero funzioni di polizia, essendo agli ordini del praefectus urbi. Nel sec. II però pare che, con i pretoriani, dipendessero dal praefectus praetorio. Non le toccarono né Settimio Severo, che pure riformò le coorti pretorie, né Costantino, che le abolì: certo allora non avevano importanza politica. Combatterono solo nel 69 d. C. con Otone, per quanto si sa. L'armatura, come risulta da monumenti, constava di corazza, scudo, schinieri ed elmo, e di due spade, una lunga e una corta. Esistevano ancora nella prima metà del sec. IV.

Bibl.: Iscrizioni in corpus Inscriptionum Lat., VI, 4, 2, n. 32515 segg.; elenchi con commenti di Th. Mommsen, J. Bormann, O. Bohn, in Ephemeris Epigraphica, IV-V; O. Bohn, Über die Heimat der Praetorianer, Berlino 1883; R. Cagnat, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecq. et rom., V, p. 602; J. marquardt, Röm. Staatsverwaltung, II, Lipsia 1884, p. 481 segg.

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