Convitato di pietra

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Titolo di opere ispirate alla figura di un fantasma nascosto in una statua sepolcrale marmorea: la commedia in versi El burlador de Sevilla y convidado de piedra (1630), attribuita allo scrittore spagnolo Tirso de Molina, per prima ne divulgò l’immagine, insieme a quella di Don Giovanni del quale il convitato di pietra è ospite al suo ultimo banchetto; il tema fu poi ripreso in opere letterarie e musicali che a tale commedia si rifecero, mentre svaniva via via, però, l’originario spirito religioso-morale che costituiva l’essenza della commedia e che il convitato di pietra raffigurava.

Già verso la metà del '600 la leggenda di Don Giovanni era passata dalla Spagna in Italia con la tragicommedia in prosa Convitato di pietra (1652), oggi perduta, di O. Giliberto e con il Convitato di pietra (in scena a Venezia, 1691) di G.A. Cicognini, corifeo del teatro italiano d'imitazione spagnola; a quest'ultima si ispirò l'omonima rielaborazione (1690) di A. Perrucci, firmata con lo pseudonimo di Enrico Predaurca. In prosa è pure la commedia di Molière Dom Juan ou le festin de pierre (in scena a Parigi, 1665).

Versioni popolari della commedia furono Il convitato di pietra, opera famosissima ed esemplare (Bologna 1732) e Il Convitato di pietra, rappresentazione teatrale stampata a norma dell'originale (Padova 1780).

Al tema furono pure dedicati: Il convitato di pietra o sia Il dissoluto punito (1776), opera buffa di V. Righini su libretto di N. Porta; Il convitato di pietra (Venezia 1777) di G. Calegari, con libretto di P. Pariati; la tragedia dal medesimo titolo italiano, Kamennyj gost´ (1830) di A.S. Puškin, cui si ispirò poi il compositore russo A.S. Dargomyžskij per il suo Il Convitato di pietra (postumo, 1872).

In particolare va ricordato il Don Giovanni o sia il Convitato di pietra di G. Bertati, musicato da G. Gazzaniga, andato in scena probabilmente una prima volta a Venezia nel 1782 (Teatro S. Angelo) e poi sicuramente nel 1787 come seconda opera di carnevale al Teatro S. Moisè. A quest’opera, oltre che alle precedenti, si rivolse come fonte d’ispirazione L. Da Ponte e, pare, lo stesso Mozart, per il loro Don Giovanni (1787).

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