Condizionale controfattuale

Dizionario di filosofia (2009)

condizionale controfattuale


In logica e filosofia della scienza (anche in forma abbreviata: controfattuale), enunciato condizionale al congiuntivo (corrispondente a quello che in grammatica è detto periodo ipotetico dell’irrealtà), la cui protasi enuncia un’ipotesi che è contraria a quanto è realmente accaduto, mentre l’apodosi enuncia la conseguenza che sarebbe derivata da quell’ipotesi: per es., «se il vaso fosse caduto, si sarebbe rotto», «se il fiammifero non fosse stato sfregato, non si sarebbe acceso», dove ovviamente si presuppone che il vaso non sia caduto e che il fiammifero sia stato sfregato. Enunciati di questo tipo hanno suscitato notevole interesse per la difficoltà di analizzarne la struttura logico-semantica in termini di funzioni di verità: il loro valore di verità, infatti, a differenza di quello dei condizionali (o implicazioni) materiali della logica preposizionale standard, non è una funzione del valore di verità degli enunciati che li compongono, ma sembrerebbe piuttosto dipendere da una connessione necessaria, logica o causale, intercorrente tra il fatto ipotizzato nella protasi e la conseguenza enunciata nell’apodosi; o, secondo l’interpretazione empiristica, dalla verità di certe generalizzazioni nomiche (cioè con valore di legge) che ne giustificano l’asseribilità. I c. c. sono stati peraltro considerati di grande rilievo per la definizione della stessa nozione di legge naturale: un enunciato universale è infatti considerato una legge, in quanto distinto da una generalizzazione accidentale, solo se garantisce l’inferenza e la verità di un c. controfattuale. A essi, inoltre, ci si è richiamati anche per l’analisi dell’imputazione causale e della causalità.