CONCIA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

CONCIA (XI, p. 49)

Giuseppe Antonio BRAVO

Nei procedimenti in uso per la fabbricazione del cuoio si sono avuti miglioramenti e modificazioni, in parte per le ricerche sistematiche condotte nei varî paesi in questi ultimi anni ed in parte per le diverse condizioni di rifornimento delle varie materie prime venutesi a creare nel periodo bellico.

La concia vegetale (v. XI, p. 55) (cinghie, suola, tomaia, specie per le calzature militari che negli ultimi anni hanno formato la lavorazione preponderante) usava estratti tannici ottenuti soprattutto dal legno di castagno e da quello di quebracho. Nel periodo prebellico e bellico l'importazione del quebracho dall'Argentina diminuì per le limitazioni doganali, poi cessò del tutto e contemporaneamente il castagno europeo, specialmente quello di provenienza italiana, divenne di sempre più difficile approvvigionamento. Sorse quindi la necessità di sostituire ambedue questi prodotti; in Inghilterra si applicò un sostituto del castagno, il cosiddetto estratto di mimosa acidificata, mentre contemporaneamente in Italia ed in Francia si sostituì il quebracho con gli estratti raddolciti ottenuti dal castagno. Questi ultimi si sono rapidamente diffusi ottenendosi con essi cuoi che, per quanto di colore un po' differente da quello dato dal quebracho, sono migliori per le caratteristiche meccaniche e per le rese di lavorazione, tanto che l'impiego di essi non è stato abbandonato anche quando avrebbero potuto riprendersi le importazioni di tannini esteri. I risultati che invece si sono ottenuti altrove con i sostituti del castagno non sono stati completamente soddisfacenti.

La scarsità di tannini vegetali (di alcuni dei quali si prevede l'esaurimento in un non lontano avvenire) ha fatto poi aumentare l'impiego di quei prodotti impropriamente denominati tannini sintetici, noti già da una quarantina d'anni, un gran numero dei quali si trova oggi in commercio; essi sono ottenuti per lo più per solfonazione di composti aromatici ossidrilati e successiva condensazione con formaldeide; le migliaia di brevetti presi al riguardo prevedono l'impiego di un grandissimo numero di prodotti chimici i più diversi e sono aggiunti ai bagni concianti sia nelle operazioni di preconcia o di riconcia, sia come coadiuvanti per la penetrazione, la solubilizzazione dei tannini meno solubili, ecc.

Anche per quanto riguarda la concia al cromo si è verificata una mancanza di materia prima, e per sostituire i sali di cromo si è ricorso, specialmente in Francia, alla concia con i sali di ferro (v. XI, p. 60). I procedimenti più recenti, prevedono una preconcia alla formaldeide od al chinone ed in seguito la concia con sali di ferro basici in presenza di tamponi (fosfati o ftalati) ed hanno dato risultati abbastanza buoni. Alcune concerie hanno lavorato esclusivamente, per un certo periodo, cuoi al ferro, tuttavia è probabile che l'applicazione di questo metodo non potrà durare perché più lungo, più costoso e di resa più scarsa dei metodi ordinarî. Anche la concia al silicio, è stata ripresa e qualche volta effettuata su vasta scala ma gli studî al proposito non sono ancora completi. È invece recentemente aumentato l'uso dei sali di zirconio nella concia, uso preconizzato fin dal 1903 da Garelli, per quanto allora fosse solo esperienza di laboratorio. La scoperta e l'iniziato sfruttamento di abbondanti giacimenti di minerali di zirconio in Australia han permesso di mettere in commercio dei sali basici concianti già usati praticamente da varie concerie americane e che dànno un cuoio perfettamente bianco e di buona qualità.

Per quanto riguarda i metodi usati nei varî paesi nei procedimenti di ingrasso e di rifinitura del cuoio, per ovviare alla penuria di sostanze grasse durante il periodo bellico sono stati studiati varî prodotti sintetici (alcuni dei quali rappresentavano delle vere e interessanti novità) ma nessuno di essi ha dato risultati del tutto soddisfacenti. Fra i prodotti che ora sempre più si impiegano nei procedimenti di rifinitura, si ricordano le resine sintetiche, di cui alcuni tipi pare siano particolannente utili.

Un metodo modernissimo di rifinitura che viene oggi applicato negli Stati Uniti è costituito dal cosiddetto collaggio su lastra (pasted leathers): le pelli, ancora umide, vengono cosparse di una sottile patina di pasta adesiva e stese contro una lastra di vetro, di porcellana, di materiale smaltato o simili. Le lastre così preparate sono appese ad un trasportatore a catena e portate in essiccatoio continuo, all'uscire dal quale le pelli sono perfettamente secche e si staccano con facilità; esse sono allora dotate di un lucido brillante e perfetto, assolutamente impossibile ad ottenere con altri procedimenti. Pare che le calzature preparate con tomaie confezionate con queste pelli non necessitino mai l'impiego di cere per lucidare, ma che sia sufficiente spolverarle per ottenere il lucido primitivo.

Per quanto riguarda gli studî teorici sull'industria della fabbricazione del cuoio, non si possono rilevare molti progressi dato che per molti anni gli studiosi si sono prevalentemente occupati delle applicazioni pratiche. Tuttavia si devono citare gli studî di Wilson sulla teoria della concia, studî interrotti per la morte dell'autore (1942); ma ripresi recentemente.

I nuovi mezzi di ricerca a disposizione della scienza (microscopio elettronico, ecc.) pare diano frutti anche nel campo della concia (studio dei complessi cromici, di quelli ottenuti con tannini sintetici, ecc.).

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