Compagnia di colonizzazione

Dizionario di Storia (2010)

compagnia di colonizzazione


Società costituita da gruppi d’investitori per promuovere gli insediamenti e lo sfruttamento economico delle colonie in America sulla base di monopoli concessi dai sovrani europei. Le prime due c. di c. a essere create in Gran Bretagna, rappresentate da associazioni di aristocratici e mercanti di Plymouth e di Londra, ricevettero nel 1606 da Giacomo I i diritti sull’America Settentrionale tra il 34° e il 45° parallelo. La c. di c. di Plymouth tentò di dare vita a una colonia sulla costa del Maine, ma il progetto naufragò in pochi mesi. I londinesi, invece, fondarono Jamestown in Virginia nel 1607 e fecero affidamento sulla coltivazione del tabacco per attrarre nuovi coloni e ulteriori investimenti. La colonia, però, ebbe enormi difficoltà a sopravvivere a causa di malattie, carestie e attacchi indiani che falcidiarono la popolazione. Sommersa dai debiti, la c. di c. fallì nel 1624 e la colonia fu trasformata in un possedimento regio. Malgrado gli insuccessi iniziali, le c. di c. continuarono a diffondersi. Nel 1620 i diritti degli investitori di Plymouth furono in parte ceduti a una setta religiosa inglese, i pellegrini, che al momento si erano trasferiti a Leida e aspiravano a raggiungere l’altra costa dell’Atlantico. Nello stesso periodo venne formata la Compagnia di Dorchester, rilevata nel 1628 dalla Compagnia della Nuova Inghilterra, che l’anno seguente si trasformò nella Compagnia della Baia del Massachusetts. Il forte apporto di capitale dei puritani conferì a quest’ultima una finalità religiosa per la creazione di una comunità di eletti nel Nuovo Mondo. Giunti nel Massachusetts, i puritani abbandonarono la ricerca del profitto e limitarono la partecipazione alla compagnia ai membri della propria confessione. L’esempio delle c. di c. britanniche fu seguito da altri Stati. Nel 1614 la Compagnia della Nuova Olanda ottenne il monopolio del commercio delle pellicce con gli irochesi lungo il fiume Hudson. Nel 1637 azionisti svedesi, olandesi e tedeschi fondarono la Compagnia della Nuova Svezia per commerciare tabacco e pellicce nella regione del Delaware. Diverso fu il caso della Francia. Le sue c. di c. si svilupparono in parallelo a quelle britanniche, ma furono caratterizzate da scarsi investimenti che permisero solo la fondazione di avamposti commerciali poco popolati anziché la formazione di colonie d’insediamento. Inoltre, soprattutto in Canada e nelle Antille, furono riproposti doveri e diritti feudali che le c. di c. potevano trasmettere a terzi. Il tentativo del cardinale di Richelieu di incentivare il popolamento della Nuova Francia con la nascita della Compagnia dei cento associati nel 1627 non produsse risultati apprezzabili, ma consentì a quest’ultima di assorbire numerose c. di c. preesistenti. La riassunzione del controllo diretto dei territori della Compagnia dei cento associati da parte di Luigi XIV nel 1663 non pose fine all’esperienza delle c. di c. francesi. Quelle costituite in seguito, però, videro i loro poteri limitati alla sfera commerciale, mentre l’amministrazione dei territori rimase una prerogativa regia.

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