COLANTONIO

Enciclopedia Italiana (1931)

COLANTONIO

Carlo Aru

La lettera del 1524 di Pietro Summonte al Michiel sulle arti in Napoli, riferisce che C. apprese da Renato d'Angiò, fra il 1438 e il 1442, la pittura secondo il modo di Fiandra, così da poter imitare e contraffare le opere fiamminghe in modo perfetto, che fu a sua volta maestro di Antonello da Messina, e che "se non moriva iovene, era per fare cose grandi".

Fra le opere ricordate nella lettera stessa, il polittico di S. Severino, come tutte le opere minori, è andato perduto. Il S. Vincenzo di S. Pietro Martire è identificabile con quello tuttora esistente nella terza cappella a sinistra. In esso, databile fra il 1546 e il 1545, agl'influssi valenzani si sovrappongono, e per alcuni aspetti predominano, caratteri italiani, quali il senso prospettico della forma, la tendenza alla regolarizzazione dei volumi, gl'intenti costruttivi della luce. Il S. Gerolamo della chiesn francescana di S. Lorenzo, ora conservato nella Pinacoteca del museo dí Napoli, presenta indubbî rapporti con l'Annunciazione di Aix. Se si considera che i dati storici riguardanti quest'ultima opera e i dati stilistici (quali l'educazione fiamminga ancora vaneychiana e gli elemenn francesi dell'architettura, assai prossimi a quelli della chiesa napoletana di S. Lorenzo) convengono tutti a C., sembra fondata l'ipotesi che identifica con lui l'ancor misterioso "maestro dell'Annunciazione di Aix".

Sulla base delle opere indicate dal Summonte, e dell'Annunciazione di Aix si può tracciare un chiaro lineamento del maestro napoletano: a un periodo di schietta prevalenza fiamminga seguì in Napoli dopo il 1442 un periodo di forti influenze valenzane, alle quali si sovrapposero verso il settimo decennio del sec. XV vivaci e freschi innesti italiani. C., fornito di eccezionali doti assimilatrici. guardò ai diversi modelli e improntò di essi la propria attività artistica. A lui spetta il merito di aver associato due elementi disparati, fino allora soltanto accostati dai pittori suoi contemporanei: l'arte italiana e la fiamminga; di avere cioè preparato la mirabile sintesi che costituirà la gloria del suo grandissimo allievo Antonello.

Bibl.: Per la completa bibliografia sulla personalità e sull'arte di Colantonio, oltre a G. Sabotka, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VII, Lipsia 1912, vedi F. Nicolini, L'arte napoletana del Rinascimento e la lettera di P. Summonte a M. A. Michiel, Napoli 1925, pp. 199-232; A. de Rinaldis, Catalogo della Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli, 2ª ed., Napoli 1928; A. Venturi, Un'ignota opera di Colantonio a Sorrento, in L'Arte, XXXIII (1930), pp. 291-92, p. 224 segg.; L. Demonts, Le maître de l'Annonciation d'Aix, in Revue de l'art, anc. et mod., LIII (1928), p. 257 segg.; L. Venturi, Contributo a Colantonio, in L'Arte, n. s., I (1930), p. 291-92.

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