Codice di settore

Lessico del XXI Secolo (2012)

codice di settore


còdice di settóre locuz. sost. m. – Raccolta organica e sistematica di norme, relative a una o più materie, il cui fondamento positivo si rinviene nelle leggi n. 229/2003 e n. 246/2005. Costituisce lo strumento con cui il legislatore, sostituendo il modello dei testi unici misti e adottando singoli decreti legislativi, attua il sostanziale riassetto di specifici settori dell’ordinamento mediante semplificazione, riduzione e riordino di norme (la cui eccessiva produzione è storicamente dovuta al moltiplicarsi delle fonti, di diversi livelli e provenienze, nonché alle riforme costituzionali e all’accresciuta incidenza del diritto comunitario). I codici di settore nascono come conseguenza della progressiva erosione dell’unità sistematica del codice civile, avviata nella seconda metà del secolo scorso con il fenomeno denominato decodificazione, che descrive il modo in cui le leggi speciali hanno inglobato materie sottratte alla disciplina dettata, appunto, dal codice civile. Nell’attuale contesto storico, l’aumento del potere delle forze economiche e lo sviluppo incessante di scienza e tecnica impongono pluralità e specializzazione delle regole. Si riscontra, allora, un mutamento nella direzione dell’opera legislativa: mentre in passato muoveva dal codice civile verso le leggi speciali decodificanti, ora si indirizza da queste verso i codici di settore. Per tale ragione essi rappresentano un ulteriore stadio del processo di decodificazione, poiché le stesse leggi speciali decodificanti sono raccolte e si consolidano in autonomi corpi organici specializzati per ciascun settore, che costituiscono veri e propri microsistemi legislativi. Dalla specialità delle leggi esterne al codice civile, dunque, si è passati alla specializzazione dei codici di settore, ciascuno dei quali comprende una frazione del diritto, connotata da multidisciplinarità (esemplare in tal senso il superamento della distinzione tra pubblico e privato), nonché da linguaggio tecnico e da una propria ragione ispiratrice. Ciò che impone all’interprete di ricercare all’interno del singolo microsistema i criteri per interpretare le norme, nonché per colmare le lacune e sciogliere le antinomie, relegando il codice civile a fonte residuale. Gli attuali codici di settore, soggetti a rapide modificazioni per recepire l’evoluzione economico-sociale, sono destinati a diffondersi garantendo non solo completezza e coerenza del testo legislativo, ma anche la relativa stabilità. Ai sensi dell’art. 14, comma 17, letter a, della l. n. 246/2005, infatti, le disposizioni contenute in un «testo normativo che rechi nell’epigrafe l’indicazione codice ovvero testo unico» rimangono in vigore e sfuggono all'abrogazione automatica di disposizioni legislative anteriori al 1970 – non dichiarate indispensabili o escluse dalla predetta abrogazione – imposta da altri interventi legislativi che perseguono, pur con tecniche diverse, il medesimo fine della semplificazione normativa (d.l. n. 112/2008, convertito nella l. n. 133/2008 e d.l. n. 200/2008). È appunto l’esigenza, sempre più avvertita, della semplificazione delle leggi la chiave per comprendere l’essenza del fenomeno dei codici di settore e dei testi unici: entrambi gli strumenti sono rivolti a conseguire il duplice risultato, da un lato, di raccogliere in un unico atto tutte le leggi vigenti (ritenute utili); dall'altro, di determinare l’abrogazione di quelle escluse. La differenza è che il codice di settore, rispetto al testo unico (nella cui categoria taluni dei codici di settore sembrano comunque inquadrarsi, indipendentemente dal nomen) contiene anche un' innovazione della materia organizzandola in un sistema, sia pure settoriale. La linea che accomuna gli opposti percorsi di semplificazione (da un lato le codificazioni di settore e dall'altro le contestuali abrogazioni) si rinviene nell’obiettivo di ridurre la moltitudine inestricabile di leggi isolate, instabili e scoordinate, in una pluralità contenuta e ordinata di fonti di cognizione, che consentano all’interprete di trovare nuovi criteri di orientamento per ricostruire il sistema in generale, posto che non si trova più di fronte a un monosistema unitario, ma a una pluralità di sistemi specializzati. Per quanto riguarda i codici relativi all'amministrazione digitale (v. ), alle assicurazioni private (v. )., ai beni culturali e del paesaggio (v. ), alle comunicazioni elettroniche (v. ), al consumo (v. ), alla protezione dei dati personali  (v. ) e alla proprietà industriale (v. ).

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